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International Team: ascesa e caduta di un astro dei Wargame

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Oggi trattiamo una case history piuttosto particolare, vi parlerò della International Team, un editore di giochi da tavolo fondato alla fine degli anni ’70 che in breve tempo riuscì a trovare una nicchia di mercato ancora scoperta introducendo la cultura dei wargame in Italia.

Questo articolo in realtà nasce quasi per caso: qualche tempo fa, girando per un mercatino dell’usato, vidi alcune scatole di giochi della International Team su un banchetto e mi tornarono in mente le partite con gli amici di gioventù, le ore passate a studiare strategie per battere l’avversario su plance da gioco divise in esagoni o quadrati…

il prezzo sembrava già conveniente, così chiesi un poco di sconto extra e ne acquistai ben tre, Okinawa, Zargo’s Lords e Odissey.

 

International Team Wargames Collection, via http://zargosl.free.fr/garage-UK.html

International Team Wargames Collection, via

 

Una volta rientrato oltre ad aprire le scatole e guardare il contenuto mi venne in mente che spesso giocavamo a “Rommel” così iniziai a cercare su internet informazioni su dove reperire anche questo ultimo gioco da tavola.

Scoprii mestamente che la International Team aveva chiuso i battenti e iniziai così ad appassionarmi alla storia di questa casa editrice.

L’azienda in realtà nasce come produttrice di puzzle, ma nel 1979 dopo varie peripezie arriva Marco Donadoni, un appassionato di miniature che negli anni precedenti aveva anche tentato di auto produrre un proprio gioco di strategia dal titolo “Iliad”. Iniziano così le prime “pubblicazioni” di wargame marchiate International Team.

Donadoni era un vulcano di idee e nell’arco di circa tre anni realizzò più di venti giochi da tavolo tra wargame e giochi di ruolo.

Lo sviluppo del mercato interno italiano fu molto veloce, aiutato anche dalla scarsa conoscenza dell’inglese da parte della popolazione dell’epoca, che quindi si poteva affidare esclusivamente ai prodotti della “IT”.

I giochi vennero prodotti in serie, Donadoni era un vulcano di idee e nell’arco di circa tre anni realizzò più di venti giochi da tavolo tra wargame e giochi di ruolo (tra i quali VII Legio che ebbe un grande successo).

 

 

Analisi dei prodotti e posizionamento

Nonostante i prodotti della International Team di quel periodo fossero non all’altezza della concorrenza inglese e americana, perché proponevano delle regole estremamente complesse e a volte sbilanciate, ottennero comunque un ottimo successo, io reputo Zargo’s Lords, VII Legio e Rommel degli autentici capolavori.

 

 

RommelRommel, dal catalogo International Team del 1981. via

 

 

Il catalogo era quasi totalmente focalizzato su prodotti con manuali e regole in italiano e soprattutto in quel momento non vi erano concorrenti sul mercato di riferimento che potessero competere con soluzioni simili o altrettanto accattivanti.

In parole povere avevano una idea differenziante e la sapevano comunicare al mercato attraverso vari canali.

 

 

zargoslordsZargo’s Lords, dal catalogo International Team del 1981. via

 

 

capitalCapital Power, dal catalogo International Team del 1981. via

 

 

odisseyOdyssey, dal catalogo International Team del 1981. via

 

 

Introdussero anche delle innovazioni nel settore, come ad esempio le mappe suddivise in quadrati e ottagoni per i wargames napoleonici.

Sempre parlando di prodotto introdussero anche delle innovazioni nel settore, come ad esempio le mappe suddivise in quadrati e ottagoni per i wargames napoleonici che rendevano l’esperienza di gioco più vicina alle strategie applicate nella realtà storica, dove le formazioni di fanteria erano inquadrate in “quadrati, righe e colonne”.

Lo stesso VII Legio era un gioco ibrido (metà gioco di ruolo e metà gioco da tavola).

 

 

waterlooWaterloo, dal catalogo International Team del 1981. via

 

Per finire i giochi venivano prodotti con manuale multilingua (molto spesso ben 5 lingue: italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo) per essere proposti sui mercati europei.

 

 

Promozioni per rafforzare il branding

Vivendo gli ambienti ludici e conoscendo bene i desideri del proprio segmento di mercato, le promozioni della International Team non erano legate a sistemi di scontistica ma spesso realizzate attraverso la diffusione di oggetti unici o comunque in tiratura limitata… come le fantastiche litografie che potevi ritirare in negozio firmate dall’autore se acquistavi i loro prodotti. (ho avuto la fortuna di ritrovarmene alcune nella scatola di Zargo’s Lords)

Queste strategie possono facilmente essere replicate.

Pensateci, cosa potreste offrire ai vostri clienti che al posto di svalutare l’immagine dell’azienda/prodotto possa invece innescare un sistema di valorizzazione che fa sentire il cliente “speciale”?

 

Litografie

 

La promozione quindi deve rispondere per forza di cose ad un desiderio… ad esempio quello dei collezionisti è di possedere qualcosa di raro, desiderio al quale International Team rispondeva con tali “offerte”.

 

 

wohromWohrom, dal catalogo International Team del 1981. via

 

 

Canali di comunicazione e distribuzione

introMolti degli strumenti utilizzati erano legati alla distribuzione di cataloghi, il canale principale era il negozio di giochi, ricordo chiaramente il passaggio di rito nel negozio di fiducia per guardare le ultime uscite o solo raccogliere il fatidico catalogo aggiornato.

Ma non dimentichiamoci che gli anni ’80 in Italia sono stati l’inizio del periodo d’oro della TV. Mediaset iniziava a prendere piede in modo prepotente sullo scenario.

Anche in questo caso i “ragazzi” della International Team hanno saputo utilizzare lo strumento in modo diverso rispetto a tutti gli altri.

Cosa fanno di diverso rispetto agli spot pubblicitari tanto amati da tutti in quel periodo?

Creano una collaborazione con la emergente Mediaset e realizzano dei giochi a tema sportivo utilizzando le figure chiave di “Canale 5″ dei vari programmi dedicati al calcio, F1, pallacanestro, football americano, tra i nomi spiccano: Dan Peterson e Andrea de Adamich

I giochi vengono poi ampiamente pubblicizzati nei programmi di riferimento (forse alcuni di voi ricorderanno il pupazzo “Five” che reclamizza “Mundialito”).

“Il gioco vale la candela”: a questo punto la International Team è al top del suo splendore e diventa “veramente” internazionale aprendo una sede in Francia e una in Germania per meglio supportare la rete di distribuzione dei propri prodotti.

 

 

introwgIntroduzione al War Game, dal catalogo International Team del 1981. via

 

 

 

L’apice e la fase discendente

Il mercato incalza, quello interno è quasi saturo e si cerca sfogo nell’inventiva… nuovi giochi, nuovi spazi di mercato e collaborazioni con altri personaggi della TV tra i quali anche Renzo Arbore ed Ambrogio Fogar.

Nel 1985 iniziano una espansione del brand nel settore delle figurine, il mercato sembra promettente, ci sono margini ed il segmento tende a spendere bene… ma pochi anni dopo anche quel settore entra in crisi.

Sono gli anni in cui prendono piede i giochi elettronici insieme ai Giochi di Ruolo ed iniziano ad erodere aree di mercato sul fronte dei board game.

La situazione diventa tragica, sia sul mercato principale che in quello di estensione di linea sul quale si è investito molto… la International Team sta cedendo il passo.

 

krollKroll & Prumni, dal catalogo International Team del 1981. via

 

Sono proprio gli investimenti effettuati per entrare sul segmento delle figurine a portare la International Team verso la chiusura che avverrà nel 1988.

Secondo un articolo redatto dal blog “Giochi in scatola vintage”, in collaborazione con lo stesso Marco Alberto Donadoni, sono proprio gli investimenti effettuati per entrare sul segmento delle figurine a portare la International Team verso la chiusura che avverrà nel 1988.

 

 

Gli Errori

Se siete arrivati a leggere fino a qui vuol dire che probabilmente oltre alla storia affascinante della Intarnational Team, volete anche avere qualche mio breve parere sui potenziali errori commessi.

Premetto che non ho avuto modo di vedere i bilanci aziendali quindi scriverò delle opinioni legate ai pochi dati a disposizione ma che comunque spero possano tornarvi utili.

Penso che la diffusione nel mercato sia stata ottima, quando si sono trovati vicini alla fase di saturazione della nicchia, hanno iniziato a cercare soluzioni alternative, questa fase è stata cruciale.

 

eastEast & West, dal catalogo International Team del 1981. via

 

La collaborazione con Mediaset sicuramente geniale gli ha dato ossigeno per alcuni anni ma ho notato una cosa che mi lascia perplesso: gli autori dei prodotti sono rimasti relativamente pochi, oltre a Marco Donadoni che è il top game design (un genio che ha proposto tantissime soluzioni) pochi altri hanno pubblicato qualcosa.

Immagino la situazione… così poche persone che gestiscono uno sviluppo dell’area prodotto tanto complessa.

Prima o poi si finisce nelle sabbie mobili per mancanza di idee.

Forse prima della estensione di linea si poteva cercare di sviluppare una serie di prodotti che prevedessero espansioni che potevano allungare il ciclo di vendita della singola scatola gioco.

Una persona dopo che ha comperato un “Okinawa” ci gioca per anni magari con avversari diversi ma non compra un’altra scatola del gioco.

Ora tutto sembra chiaro e facile, ma ricordiamoci che le aziende chiudono perché in realtà i “giochi”, quelli veri della vita quotidiana, si fanno in real time, le reazioni non devono essere soltanto veloci, ma devono prevedere i mercati ed essere pianificate in anticipo…

Scrivo queste parole per farvi capire che è facile con il senno del poi dire io avrei fatto questo o quello, quando si analizza una situazione pregressa… ma alla fine lo scopo che ci dobbiamo prefissare è quello di accumulare conoscenza in modo da distinguere situazioni pericolose in anticipo ed innescare velocemente le contromisure.

griglia
Il business è un gioco di strategia… ma senza gli esagoni.

 

 

 

 

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