La rivincita dei nerd: Libriomancer di Jim C. Hines

libriomancer

Isaac è un bibliotecario e, come tutti i bibliotecari che si rispettino, è un appassionato bibliofilo. Nella fattispecie, fantasy e fantascienza. Tolkien, Heinlein, Crichton, Stephen King. Sia quel che sia, Isaac si sfonda di libri. Letteralmente. E questo è solo uno dei fattori dell’equazione.

Sì, perché il Nostro è anche uno stregone. Piccolo, magrolino, nevrotico, il Woody Allen degli stregoni. Un libromante, per la precisione.

La libromanzia fu inventata da Gutemberg, proprio quel Johannes Gutemberg, uno stregone meno che mediocre con una trovata geniale: produrre una serie di copie di libri tutti uguali nei quali la gente, attraverso la lettura, avrebbe incanalato la propria energia, la propria fede, le proprie emozioni, generando un bacino di energia magica a cui dare forma attraverso le parole scritte sulle pagine stesse.

Risultato? Gutemberg, e i suoi successori, sono in grado, letteralmente, di affondare le mani nei libri ed estrarne quanto in essi viene descritto.

Risultato? Gutemberg, e i suoi successori, sono in grado, letteralmente, di affondare le mani nei libri ed estrarne quanto in essi viene descritto. Isaac, il protagonista della nostra storia, è uno di loro, protagonista di Libriomancer, di Jim C. Hines, primo volume della saga Magic Ex Libris.

Fin qui niente per cui mettersi le mani nei capelli: un’idea interessante per l’ennesimo romanzo urban fantasy, quindi? Quindi niente, semplicemente ci troviamo di fronte a uno dei punti più alti, finora, in termini di riflessione e di autocoscienza della cultura nerd. Secondo il parere di niente meno che Luca Tarenzi, autore di Godbreaker, Libriomancer e i suoi seguiti, Codex Born e il capitolo in uscita a gennaio 2015, Unbound, sono un turning point.

Per quale motivo?

Non è certo la prima volta che la cultura nerd si fa prodotto di intrattenimento, questo è vero ma, per la prima volta, la riflessione nasce dall’interno  e con un grado di autoanalisi mai visto prima. Gli amanti del fantasy, della fantascienza e dei fumetti il Libriomancer non sono esaminati con la lente di ingrandimento, non sono rappresentati dall’esterno come qualcosa di esotico o come una moda stravagante. Hines, non meno di Isaac, c’è dentro fino al collo e ne è orgoglioso, scrive con piena cognizione di causa e celebra la propria cultura con tutto il cuore innalzandole un inno grandioso.

Star Trek, Star Wars, Il Signore degli Anelli e tutte le storie fantastiche che ci hanno fatto sognare e bruciare di passione non sono qui relegate al rango di mere citazioni o riferimenti sottili da cogliere, il Libriomancer c’è tutto un immaginario che viene smontato, rimontato e rielaborato in uno strumento narrativo che funziona alla grande.

Isaac si serve delle armi e degli artefatti presenti nei libri che ha amato, e che noi abbiamo amato, quasi sempre quelli veri, quasi mai inventati ad hoc, per combattere creature magiche da incubo che, spesso e volentieri, escono di prepotenza da quelle stesse pagine. Tipo i vampiri, classificati come specie animali diverse a seconda dell’interpretazione letteraria che li ha generati. Come i Meyerii, i vampiri che luccicano, if you know what I mean.

Libriomancer è scritto da chi la cultura nerd la vive e la comprende.

Qui scatta l’immedesimazione, la familiarità, il sentirsi a casa. Libriomancer è scritto da chi la cultura nerd la vive e la comprende, è lo spirito dei tempi, è quel che rende Lucca Comics un evento culturale da più di quattrocentomila presenze. Jim Hines esce una volta per tutte dal ghetto sfondandone la porta a calci e, a vederlo, è proprio figo.

Sì perché, cito testualmente Tarenzi, Libriomancer è un maledetto page turner. Non si tratta, infatti, di sole riflessioni su un immaginario e, più in generale, sulla letteratura. La storia di Isaac, del suo ragno di fuoco Chiazza e della driade guerriera Lena Greenwood è scritta dannatamente bene. Davvero, vi incolla la copertina alle mani finché non avete finito.

Chiudo il pezzo con le parole di Parick Rothfuss, autore best seller del New York Times con La Paura del Saggio:

Ho aperto il libro pensando di iniziarlo e fermarmi poco dopo. La mia prima impressione è stata “Questo è un concetto figo”. Poco dopo ho pensato “Questo libro è davvero intelligente”. Il terzo pensiero che ha attraversato la mia testa è stato “Sarei dovuto andare a dormire tre ore fa”

Questo è quanto, continuare oltre sarebbe inutile. Libriomancer è un’opera estremamente importante e a leggerla, nel peggiore dei casi, si rischia di godersi un bellissimo romanzo.

 

 

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