Dopo il tempo dello scrivere, viene quello del raccontare.

C’era una volta un uomo. Perché alla fine l’età non conta. C’era un uomo con una paura. Ma una paura proprio grande. Una paura che non lo lasciava mai. Vivere. Ma non vivere nel senso di respirare, mangiare, correre. Vivere nel senso di essere, realizzarsi, trovare un posto nel mondo.

Un bel giorno trova una compagna. La Menzogna. Si inventa una storia.

Per la sua tranquillità racconta a tutti di stare bene. Di aver trovato il suo posto. Ma non è vero. L’uomo è convinto che trovando serenità intorno a se, tranquillizzando tutti, starà bene. Sarà felice. È tutto finto. È stato ingannato dall’ombra. Ma non riesce a liberarsi.

Così scappa dal mondo che ha dipinto. Lascia solo il paesaggio, il contorno sbiadito in lontananza e corre lontano per non soffocare. Parla con le persone. Le tranquillizza. Racconta storie. Promette amore e mostra prospettive che non ha. Vende una vita dalla quale fugge.

Non respira. Intorno a lui c’è amore. Ma non lo vede. Inventa impegni. Dentro muore. Ma non riesce ad urlare, a chiedere aiuto.

Alla fine arriva un momento per tutti in cui non si può più scappare. Il suo arriva in primavera. Il cielo è grigio quel giorno, come la sua anima e piange le lacrime che lui non ha la forza di versare. Si alza ed apre l’armadio. Sceglie la maschera più bella che ha. La indossa. Esce di casa.

Il resto della storia continua sul mare. E sul mare non puoi più nasconderti. Così esplode. Dentro e fuori. Davanti alla profondità di occhi d’oceano che mai aveva visto. Lacera esistenze. Causa dolore. Ma è un lampo. Onde di bene gli si riversano addosso, nel cuore. Lo tengono a galla. Non nuota. Ma è vivo. La vita, quella da cui scappava l’ha raggiunto. L’ha agguantato e l’amore lo sta salvando.

Persone piccole, persone grandi, persone che ci sono sempre state, persone che non possono esserci, persone nuove, persone giovani, persone vecchie. Persone. Come lui. Tutte diverse. Tutte insieme. Tutte fragili. Tutte fortissime. Ecco quello che lo salva. Ecco da dove sente di dover ripartire. Il bene che si genera torna sempre indietro. Anche quando non te lo meriti. Così adesso l’uomo non ha più paura. E la vita, quella da cui scappava, non gli fa più paura. Non così tanto almeno.

Questa storia finisce col mare. Non potrebbe essere diversamente. È primavera, ma stavolta il cielo è limpido e pulito. C’è un muro. C’è una donna. E c’è il mare. Le onde si riflettono su lenti a specchio.

“A cosa pensi?”

“Al mare non si pensa.”

Ma sa che non è vero.

“Vengo al mare quando devo pensare.”

“Il mare è la partenza.”

Il sole comincia a scivolare dietro Nisida. L’uomo si stende. Pensa al mare. Il vento è ancora fresco. La sente tremare.

-Andiamo via- le dice – torniamo a casa. Tra qualche ora una nuova alba porterà nuova vita. Accoglierla è tutto quello che voglio.