Immaginate una carriera agonistica come calciatore professionista lunga vent’anni e la militanza in undici blasonate squadre sparse tra Europa, Sud America e Stati Uniti e a tutto ciò aggiungete il potervi permettere i lussi degni di una star quali donne, champagne, notti brave e notorietà.
Poi immaginate di realizzare tutto questo senza sapere nemmeno com’è fatto un pallone!
Ladies & gentlemen ecco a voi Carlos Henrique Raposo, conosciuto anche come “Kaiser” (per la sua somiglianza a Beckenbauer) o “Il Forrest Gump verdeoro“.
Tutta la storia inizia un giorno in cui il giovane Carlos ebbe un’idea che rasentava la follia: frequentare i locali di Rio in cui avrebbe potuto incontrare i calciatori “veri” e farseli amici per poi chiedere di mettere una buona parola per un contratto da professionista.
Il “Kaiser” ha inoltre dei punti a suo favore:
- Ha un fisico imponente ed è brasiliano, il che a vederlo lo si può tranquillamente scambiare per uno sportivo professionista.
- Tra una discoteca e l’altra è riuscito a conoscere molti calciatori importanti (Edmundo, Romario e Bebeto, in pratica gli idoli di tifosi ed addetti ai lavori), che rimangono stregati dal suo fascino unico; non a caso arriva il primo contratto: a soli 20 anni Carlos è un giocatore del Botafogo.
Sicuramente a questo punto vi sarete chiesti:
Ma se non sapeva giocare, come hanno fatto gli allenatori di ben 11 squadre a offrirgli un contratto, garantendogli uno stipendio da professionista per 20 anni?
Semplice, grazie alle amicizie maturate con i giocatori e al suo fenomenale modo di fare (legenda vuole che gli bastassero 5 minuti a convincerti di qualsiasi cosa), si faceva inserire come contropartita tecnica ad ogni trasferimento di un amico, chiedendo un contratto onesto senza pesare troppo sulle casse del club, ma riuscendo comunque a garantirsi un tenore di vita di tutto rispetto.
Ai primi allenamenti si presentava sempre dicendo di essere fuori forma, al che trascorreva le prime due settimane nel nuovo club a correre attorno al campo seguendo un programma creato ad hoc da un suo inesistente personal trainer.
Appena tornato in forma, il “Kaiser” chiedeva ad un compagno di fargli un tackle (entrata non propriamente corretta ai danni dell’avversario) durante una partita di allenamento oppure fingeva un infortunio (in quegli anni uno strappo muscolare era difficile da rilevare).
A questo punto era semplice farla franca visto che:
- i compagni di squadra lo coprivano poiché riusciva sempre a portare qualche donna di facili costumi in hotel eludendo la sicurezza con il suo charme;
- i medici redigevano falsi referti in cambio di qualche mazzetta.
Con questa tecnica in 20 anni di carriera ha collezionato solamente 34 presenze in campo.
Nome completo | Carlos Henrique Raposo | |
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Data di nascita | 1963 | |
Luogo di nascita | Rio de Janeiro, Brasile | |
Nazionalità | Brasile | |
Piede | Destro | |
Soprannomi | Forrest Gump do Futebol Brasileiro 171 do Futebol Brasileiro |
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Ruolo | Mediano, Centroavanti | |
Club Giovanili | ||
1973 | Botafogo | |
Club Professionistici | ||
Club | Partite (goal) | |
Botafogo Flamengo Puebla El Paso Bangu Gazélec Ajaccio Fluminense Vasco da Gama Independiente America Guarany de Camaquã |
0 (0) 0 (0) 0 (0) 0 (0) 1 (0) 0 (0) 15 (0) 0 (0) 6 (0) 0 (0) 12 (0) |
Appena le società iniziavano a indispettirsi, Carlos cambiava quanto prima aria: faceva un giro di chiamate tra gli amici calciatori e alla prima occasione di mercato si accasava in un’altra squadra, mettendo in scena sempre lo stesso copione.
E qui nuovamente si riproponeva la genialità del personaggio: grazie alla sua rete di contatti era in contatto con diverse testate giornalistiche, le quali dietro lauti compensi lo celebravano come grande colpo di mercato.
Tutti contenti: la società faceva bella figura davanti ai tifosi, il giornalista intascava un extra e Carlos era nuovamente in “pista”.
Nell’ambiente i giocatori sapevano che il “Kaiser” in realtà non era un vero calciatore, ma gli volevano tutti bene, sarà stato per la sua simpatia o per il fatto che, giorni prima della partita, affittava camere per dieci donne nell’albergo in cui avrebbe soggiornato la squadra, in modo che anziché scappare di nascosto lui e i suoi compagni potessero semplicemente scendere le scale per divertirsi.
In Francia addirittura il nostro eroe non solo riuscì a farsi mettere sotto contratto dall’Ajaccio ma anche a farsi riconfermare per ben due stagioni.
Carlos Henrique Raposo chiuderà la sua carriera nel Guarany de Camaquã, a 40 anni, con un bel conto in banca.
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