Questa guida è stata pubblicata in origine su Bufale un tanto al chilo. All’origine di questa serie di articoli c’era l’idea di “insegnare” certi trucchetti utili per riconoscere al volo le tipiche tattiche di complottari, naziveganimalisti e fuffari d’ogni ordine. Col senno di poi, mi sento fiero di aver tirato su questa serie d’articoli.

Non sono un mago della logica, non ho mai compreso granché di filosofia. Sono sempre rimasto affascinato, però, dall’universo delle parole, dal modo in cui esse scaturiscono le più grandi emozioni. Mi attira soprattutto la capacità umana di comprendere e rimanere colpita da un ragionamento sensato.

Come ho scritto nella premessa, “se tutti fossero capaci di ragionare, molto probabilmente quelle tesi che crediamo astruse o fuori di senno sarebbero ancora più credibili, proprio perché supportate da un ottimo esempio”. Sono uno scettico un po’ bizzarro: qualunque argomento suonerebbe valido alle mie orecchie, se solo fosse argomentato in maniera sensata. Per sensata intendo qualsiasi cosa che esuli, formalmente, dalla logica fallace.

Leggevo i commenti sia sulla pagina FB che sul sito di BUTAC, e mi saliva la rabbia. Tutte quelle risposte, tutte quelle teorie; tutti quei commenti da parte di chi dava torto alla sbufalata… pieni di errori madornali! E non si salvava neppure chi vi rispondeva!

Non mi ritengo certo il genio della logica. Al contrario: forse sono uno dei più fallibili. Sono solo un semplice ragazzo che è rimasto colpito dalle infinite possibilità del buon ragionare. Per questo ho voluto compilare questa serie: per far capire cosa va sprecato quando ci impelaghiamo in errori di logica.

Spero di poter fare la stessa cosa anche qui. Non credo che ne abbiate bisogno. Non porto con me alcuna saccenza o arroganza. Lo faccio soprattutto per chi vuole capire dove sta sbagliando, e perché.

Grazie del tempo che mi dedicherete.

 

 

Come ragionare bene, ovvero: una guida semiseria al buon discorso

 

Premessa

Adoro parlare. Adoro anche scrivere – ecco perché i miei articoli sono muri di testo. Non ci posso fare niente: sono innamorato della magia delle parole. Scrivere e parlare sono gli strumenti più belli con i quali l’uomo può esprimere la propria magnificenza.

E non solo: l’arte, la musica, la letteratura, la poesia, l’ingegneria, la medicina, la chimica, la biologia… l’umanità è capace di eccellere in tutti questi campi. Quei campi sono le mani che ubbidiscono all’intelletto, parafrasando Michelangelo; ne sono il suo specchio.

Perché le opere d’arte siano capolavori, è necessario che l’intelletto funzioni bene; perché questo accada, c’è bisogno di un’attività fondamentale, spesso sottovalutata da molti: il ragionamento.

Collaboro per BUTAC da pochissimo, sebbene lo segua da molto tempo. Non sono mai stato il migliore dei commentatori: mi incuriosiva vedere come ragionassero gli altri nei confronti di questa o quella bufala. Anche quando c’era solo fuffa, tutti davano il meglio di sé… spesso in peggio, purtroppo.

Ed è un peccato.

Perché se tutti fossero capaci di ragionare, molto probabilmente quelle tesi che crediamo astruse o fuori di senno sarebbero ancora più credibili, proprio perché supportate da un ottimo esempio. E la gioia più bella è quella di proporre ed essere confutati, con la consapevolezza di aver imparato qualcosa di nuovo. E se la nostra tesi è stata smontata, nulla di cui disperarsi: non c’è miglior sconfitta di quella che porta alla consapevolezza di una nuova vittoria.

Ho voluto compilare per voi, a puntate, una serie di errori comuni di ragionamento.

Ammettiamolo: ci piace aver ragione e odiamo avere torto. Il problema è che spesso non sappiamo perché abbiamo ragione, né perché l’altra persona – o noi – avessimo torto. Spero che questa pratica guida vi aiuti a sfatare ogni più piccolo mito e aiutarvi, in qualche modo, a sviluppare anche il naso per la bufala.

Ovviamente esiste una pagina stupenda dedicata agli errori di logica, ma è purtroppo in inglese. Capisco che esistono molte persone che non comprendono l’inglese, così come molti altri non hanno il tempo materiale per imparare a filosofare o cercare questo o quell’elemento. L’obiettivo di questa guida sarà proprio venire incontro a tutti attraverso un linguaggio semplice, nonché corredato da buoni esempi.

Il mio più grande desiderio è quello di vedere le vostre menti affinarsi. Siete persone fantastiche. Assolutamente fantastiche. E sapete una cosa? Lo sono anch’io. Perché avrò a che fare con voi tutti i giorni. Anche nella sezione commenti.

Buona lettura e buon divertimento.

 

 

GBD01 – “Effetto domino”

“Se lasciamo entrare gli immigrati a volontà, aumenteranno gli stupri e le malattie infettive!”

“I gay si sposano? E allora i pedofili sposeranno i bambini, tanto è uguale!”

“Masturbati e diventerai cieco!”

Quante volte abbiamo sentito – e usato! – queste frasi? Alzi la mano chi non le ha mai usate.

Pochini. È un buon inizio, però.

Per tutti coloro che invece ne fanno uso, chiedetevi: è davvero pertinente? C’è davvero una correlazione tra i due eventi? Insomma: è vero che se permettiamo che accada X, Y sia la sua diretta conseguenza?

Questo modo errato di ragionare è detto “fallacia di brutta china”, o “del piano inclinato”.  Chi compie questo ragionamento pretende di ribaltare una tesi ipotizzandone una serie di reazioni a catena negative alla pari dell’effetto domino. Così facendo si evita l’argomento in questione introducendo una situazione apparentemente correlata, puramente ipotetica, che accadrebbe se dovesse verificarsi una data condizione.
Notare bene che si tratta di una ipotesi: come tale, essa può accadere come può anche non accadere. Chi ragiona in questo modo fa leva sulla paura, a sua volta dettata dall’ignoranza in materia.

Ciò che il fallace recepisce come “solido argomento” è solo la percezione delle conseguenze negative. Si convince dell’inutilità dell’immigrazione perché legge in continuazione di immigrati che commettono stupri od omicidi. Non si chiede invece perché queste notizie, e solo queste, ne sono pieni i giornali. Si arriva così a dare retta a ciò che rinforza la nostra esperienza negativa. Un esempio è l’ingigantito caso dell’Ebola in Italia, che la Zanicchi ha anche portato alla ribalta.

 

zanicchi

 

 

Appellandosi alla memoria negativa, quell’insieme di emozioni negative nutrite nei confronti di un determinato argomento, chi commette questa fallacia tenta di rigettare una tesi altrimenti valida. Si avvale di scenari ipotetici in cui il dato elemento accade con assoluta certezza ed esclude il resto. Ci si dimentica proprio della natura probabilistica di questi scenari: sono appunto soggetti al caso. Il fatto che esista una probabilità di accadimento non vuol dire che essa accada. Anche se così fosse, nulla preclude l’esistenza di qualcosa che possa arginare il fenomeno negativo. Per lo stesso motivo, nulla indica che una determinata categoria di appartenenza (“gay”, “immigrato”, “poliziotto”) sia legata necessariamente a un’altra, negativa e ancora più restrittiva (“pedofilo”, “stupratore”, “violento”).

Scusate l’analogia un po’ grossolana, ma avete mai letto gli effetti collaterali dei medicinali? Io soffro di allergie al polline e assumo volentieri un antistaminico tra aprile e maggio. Tra le controindicazioni si includono – cito testualmente – sonnolenza, secchezza della bocca, mal di testa, disturbi addominali e digestivi, vertigini. Il fatto che vi siano questi effetti collaterali non vuol dire che possano capitare davvero a tutti. Se ci si concentrasse solo sugli effetti indesiderati, non prenderemmo neppure un collutorio! Per assurdo, torneremmo tutti ai tempi dei Romani, quando gli uomini credevano che la malaria fosse una dea di nome Febbre – celebrata con tanto di riti per invogliarsi il suo ben volere!
Ovviamente il mio è un esempio volutamente esagerato, lo ammetto. Pensate però a tutti coloro che gridano “Se vaccini tuo figlio, allora te lo ritroverai autistico!” o l’evergreen “Se ti masturbi diventerai cieco”. Chi dice così non ha prove concrete frutto di milioni di ricerche. Forse solo aneddoti personali.

Tanto per restare in tema, il fatto che io assuma un antistaminico non vuol dire “aprire le porte alla droga”. Il fatto che io abbia scelto un rimedio per evitare di starnutire ogni tre secondi non vuol dire, per esempio, che implicitamente desideri drogarmi, o abbia una propensione a farlo. Qualcuno di voi guarderà pornografia, no? Ebbene, c’è chi si muove contro di essa alludendo a uno scenario simile: “se permettiamo la pornografia, allora c’è il rischio che nascano nuovi stupratori”.

Chi scrive o ragione in questo modo non considera, né vuole prendere in considerazione, la vera causa che porta agli stupri, o all’abuso di droghe, o alla sovraesposizione insalubre alla pornografia. Spesso non porta neppure uno straccio di prove: si rifà agli aneddoti, all’esperienza personale, ai propri sentimenti a riguardo. Il risultato è che adduce una scusa, un capro espiatorio contro il quale scagliarsi e sentirsi più puliti successivamente.

 

 

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È qui che si trova la fallacia: mancano prove oggettive a dimostrare la validità dell’antitesi. Se non esiste alcuna correlazione esplicita, qualcosa di chiaro come il sole che leghi in modo indissolubile le due condizioni, perché trovarne uno implicito od oscuro? O ancora meglio, perché inventarselo? Cosa c’è da giustificare? Cosa avete da giustificare?

Domandatevi ciò, prima di commettere questa fallacia.

 

 

Come ragionare bene, ovvero: una guida semiseria al buon discorso

Questo articolo è parte di una serie:

  1. Effetto Domino
  2. Dell’autorità e dei sentimenti
  3. Da quale pulpito!