Oggi posto un articolo scritto dai ragazzi di In Difesa della sperimentazione animale, mi hanno chiesto di ribloggarlo il più possibile perché credono contenga un messaggio importante.
Se l’avete già visto in giro e l’avete saltato a piè pari questa volta dategli una chance, leggetelo, e magari condividetelo anche voi.
Oggi facciamo un gioco! Si chiama “distorci l’informazione e vinci”.
Per spiegarvelo devo chiedervi di leggere con attenzione questo brano, senza inorridire e senza scandalizzarvi troppo.
Esiste un paese al mondo in cui, ogni anno, oltre cinquecentomila bambini vengono strappati, per legge, all’affetto delle loro famiglie e rinchiusi in quello che vivono come un vero e proprio luogo di prigionia.
Questo causa loro un trauma che, secondo l’opinione di molti luminari della scienza, lascerà segni indelebili per tutta la vita.
Oltre al trauma psicologico la stragrande maggioranza di questi bambini subisce danni fisici durante la prigionia, come fratture gravi, lesioni cutanee, danni a organi vitali e menomazioni permanenti; lesioni che spesso portano alla morte.
In moltissimi casi queste violenze sono opera degli stessi aguzzini che li detengono, e spesso alle torture fisiche e psicologiche si aggiunge l’abuso sessuale.
I genitori, che a volte vivono a loro volta questo trauma in modo drammatico arrivando alla depressione, talvolta subiscono essi stessi delle vessazioni da parte del sistema giudiziario, altre volte sono invece complici di questa crudeltà, e arrivano ad anticiparla per squallide motivazioni economiche o di comodità.
Drammatico eh? Me ne rendo conto, ma il vero dramma è che è tutto vero, alla lettera, e che quel paese si chiama Italia!
Se non ci credete proviamo ad analizzare criticamente il testo.
Esiste un paese al mondo in cui, ogni anno, oltre cinquecentomila bambini vengono strappati, per legge, all’affetto delle loro famiglie e rinchiusi in quello che vivono come un vero e proprio luogo di prigionia.
Come fate a non capirlo? Parliamo della scuola. Nessuno può negare che ogni anno cinquecentomila bambini vengono obbligati, per legge, ad andare a scuola.
La prima definizione che ho usato si chiama iperbole retorica: “strappati all’affetto delle famiglie”, in fondo che c’è di “falso”? Diciamocelo: un bambino di quattro-sei anni a casa coccolato da nonni e genitori è più contento, e da scuola non è libero di andarsene, quindi è, a tutti gli effetti, “rinchiuso”.
Il secondo trucchetto usato è riportare un punto di vista mascherandolo per un fatto, cioè “nascondendo in un angolo” che è un punto di vista: “quello che vivono come…”
È un trucco ricorrente nell’informazione (o nella disinformazione), che diventa ancora più creativo quando, come in questo caso, l’opinione spacciata per un fatto non è nemmeno stata espressa da colui o coloro ai quali viene attribuita: ci sono cuccioli di beagle che esprimono giudizi morali… non può forse farlo un bambino?
Questo causa loro un trauma che, secondo l’opinione di molti luminari della scienza, lascerà segni indelebili per tutta la vita.
In poche parole abbiamo tre chicche: la già citata iperbole (“un trauma”), l’appello fallace all’autorità (“luminari della scienza”) e il quantificatore indefinito (“molti luminari”).
Ovviamente posso tranquillamente trovare un fisico delle particelle, un matematico teorico e un paleontologo profondamente convinti di questa tesi; ho solo omesso il fatto che si tratta di “luminari della scienza” totalmente incompetenti a parlare di psicologia infantile. Essendo ben tre posso anche lecitamente dire che sono “molti”, chi decide quanti sono “pochi” e quanti sono “molti”?
Oltre al trauma psicologico la stragrande maggioranza di questi bambini subisce danni fisici durante la prigionia, come fratture gravi, lesioni cutanee, danni a organi vitali e menomazioni permanenti; lesioni che spesso portano alla morte.
Questo è l’esempio di quello che io chiamo “insieme di pelle delle palle”, per quel 50% di lettori privi di sacco scrotale vado a spiegare: la pelle dell’area in questione è estremamente elastica, può allungarsi o contrarsi alla bisogna. Come l’insieme dei “danni fisici” di cui parliamo.
È assolutamente vero che la stragrande maggioranza degli allievi durante i suoi anni di scuola si guadagnerà almeno un ginocchio sbucciato, e questo è “un danno fisico” (l’insieme dei danni fisici in questa parte della frase è molto grande), così come sono danni fisici le fratture gravi che, ahimé, alcuni di noi (me compreso) si sono procurati a scuola, e lo sono pure le menomazioni permanenti causate da incidenti che si verificano ovunque, a volte anche a scuola; per totale correttezza dell’affermazione ho aggiunto esplicitamente le “lesioni cutanee”, che sono sbucciature alle ginocchia ma detto così fa più impressione.
Quell’insieme di “danni fisici” di cui vi ho parlato prima era molto grande e comprendeva anche le ginocchia sbucciate (quindi è vero che la stragrande maggioranza ne è vittima), poi ho spostato l’attenzione su un sottoinsieme piccolo-piccolo (ma bada bene: esistente), in modo da suggerire al lettore che “la stragrande maggioranza ci guadagna almeno una gamba spezzata o un futuro in sedia a rotelle” e sono alle “menomazioni permanenti” e perché no… qualcuno a scuola sarà ben morto no?
Quasi sempre le violenze subite sono opera degli aguzzini che li detengono, e spesso alle torture fisiche e psicologiche si aggiunge l’abuso sessuale.
Ancora la stessa ricetta, ma con ingredienti diversi: l’iperbole stavolta sono gli “aguzzini” (quelle cattivissime maestre!) e la “detenzione”; invece l’insieme elastico è costituito dalle “violenze subite”. In una definizione molto ampia (e molto faziosa) una sana romanzina da parte di un insegnante, un due o una nota possono definirsi “violenza”, basta esagerare un po’, e dunque è vero: la maggior parte delle cose “vissute con sofferenza” da un allievo a scuola sono causate, intenzionalmente, dagli insegnanti.
Poi stringiamo l’insieme delle cose di cui si parla, non sono più genericamente “violenze”, sono “torture fisiche e psicologiche”. È ovvio che queste fanno parte delle “violenze”, ma non ho mica detto che gli insegnanti sono responsabili sia delle “torture psicologiche” che di quelle “fisiche”. Ha capito così solo qualche lettore ingenuo.
Infine torniamo al quantificatore indefinito. Ricordo di aver letto 3-4 volte sui giornali negli anni di insegnanti accusati e anche condannati per abuso sessuale su minori. È “spesso”? Chi può dirlo, questione di punti di vista.
I genitori, che a volte vivono a loro volta questo trauma in modo drammatico arrivando alla depressione, talvolta subiscono essi stessi delle vessazioni da parte del sistema giudiziario,
Ebbene sì. Capita ad alcune mamme di avere una fase di vera e propria depressione quando il loro frugoletto, soprattutto il primo, inizia l’asilo. È capitato anche che alcuni genitori, rifiutatisi di mandare i figli a scuola, abbiano avuto qualche conseguenza di carattere penale. È una notizia? No. È pertinente? Nemmeno. Però aggiunge pathos al pezzo. Ovviamente l’aggiunta di pathos non può prescindere dall’usuale ricorso alle figure retoriche e a una scelta dei termini “forti”.
Nel mezzo però c’è un altro trucchetto importante: il pezzo mica lo dice che i genitori “vessati dal sistema giudiziario” sono quelli che si rifiutano di mandare i figli a scuola (cosa volta al loro bene). Si chiama distorsione per omissione, è un classico del giornalismo.
La “non notizia” in questo contesto serve a dipingere come “vittime” alcuni genitori, e questo crea un contrasto (sempre non scritto ma suggerito) per dare l’assist alla frase successiva, in modo da farne sembrare altri ancora più indegni:
[I genitori…] altre volte sono invece complici di questa crudeltà, e arrivano ad anticiparla per squallide motivazioni economiche o di comodità.
A dire il vero questa parte è banale, niente di nuovo sotto al sole: ancora iperboli retoriche e definizioni basate su una scala di valori personale (ossia su opinioni) spacciate per fatti.
Una volta comunicativamente assodato che mandare i figli a scuola è crudeltà, i genitori quasi sempre ne sono complici; e se mandano i figli all’asilo per poter lavorare (sia questo perché hanno bisogno di portare a casa lo stipendio o per riacquistare un minimo del loro tempo) lo fanno per “squallide motivazioni economiche o di comodità”. Cattivoni.
Avete capito come funziona il gioco?
Io non sono molto bravo, quelli bravi riescono a intortare il lettore senza mai dire niente che possa essere contestato come “letteralmente falso”, ma spesso una vera e propria bugia o due, lasciate in giro, passano inosservate.
Ora che avete capito il gioco vi lascio un brano per esercitarvi, come aiuto sotto al brano ci sono delle domande.
Il termine sperimentazione è ugualmente corretto: un cane può essere ucciso lasciandolo morire di stenti anche senza operarlo, come nel caso del nuoto forzato dove, non trovando appiglio l’animale nuota per ore fino allo stremo delle forze.
Purtroppo però la parola vivisezione è attuale, perché gli animali sono vivi (e spesso coscienti!) e sono sottoposti a interventi come stimolazioni elettriche profonde nel cervello, fratture, lesioni midollari, termo ablazioni, trapianti di organi… tutto senza anestesia!
Tragicamente in Italia il numero delle procedure senza anestesia sono raddoppiate negli ultimi anni.
Michela Kuan
- C’è scritto che i cani “possono” essere uccisi lasciandoli morire di stenti: avviene?
- Quali animali si usano per il test del nuoto forzato? Cani o topi?
- Il topo nuota per ore o per minuti ?
- Cosa si intende per “stremato”? Smette di cercare di scappare o smette di cercare di non annegare?
- Quando è “stremato” viene tirato fuori o lasciato annegare?
- È forse una notizia che gli animali siano “spesso coscienti” ? Dovrebbero essere anestetizzati alla nascita e mai svegliati?
- Gli animali “sottoposti a fratture” sono coscienti? Senza anestesia?
- Gli animali “sottoposti a lesioni midollari” sono coscienti? Senza anestesia?
- Gli animali “sottoposti a trapianti di organi” sono coscienti? Senza anestesia?
- Il numero di animali utilizzati per la ricerca in Italia negli ultimi anni è aumentato o diminuito?
- Quali sono le procedure che si possono fare senza anestesia e per quali è obbligatoria?
- Se le procedure senza anestesia sono aumentate e non è aumentato il totale, le procedure per cui è obbligatoria l’anestesia (che sono le più invasive) sono aumentate o diminuite?
- Articolo Originale (difesasperimentazioneanimale.wordpress.com)
Gli impegni lavorativi e familiari hanno un peso alla mia età, e sommati al costante lavoro di debunking mi hanno ridotto di tanto (troppo) il tempo dedicato al ca**eggio online. È da troppo tempo che non pubblico nulla su Bonsakitten e me ne dispiace!
Negli ultimi mesi le cose si sono evolute per il blog, grazie all’aiuto di @eagle1 e @rorscach796 abbiamo una nuova casina, hostata da thirdeye, e non usiamo più il buon vecchio blogspot, ma ci siamo aggiornati e siamo passati a WordPress e abbiamo variato grafica ed impostazioni… mi piacerebbe avere anche un vostro feedback (abbiamo ancora qualche problemino minimo… in via di risoluzione, credo).