Anni fa parlavo con un mio amico, uno che di sport ne sa tanto quanto un complottista di metodo scientifico. Non ricordo se stessimo parlando di calcio vero e proprio o di Football Manager, certi giochi ti portano a confondere realtà e finzione.
Beh, il succo del discorso è che mi stava sfottendo per i miei scarsi risultati e così risposi una cosa del tipo:
Non denigrare l’1-1, è un buon risultato fuori casa!
La sua risposta fu una cosa simile:
Buahahahah fuori casa! Cosa c’entra? Conterà mica giocare in casa o fuori ai fini del risultato!
Dovete sapere che questo mio amico è un po’ nerd e infondo, considerando il fatto che non sa nulla di sport, il suo ragionamento non è sbagliatissimo.
Perché pensandoci seguo il calcio da una vita e di fattore campo si parla spesso, ma si sente anche di rendimenti migliori in trasferta, per esempio. O di squadre che in casa non riescono a rendere il dovuto.
Così me la sono fatta questa domanda:
Il fattore campo esiste od è un complotto dei parrucconi della FIFA?
La regola dei goal fuori casa
Siamo agli albori del calcio: i giocatori non hanno l’aspetto di bimbominkia, non incintuano caste veline e non si fanno improbabili disegni sul corpo.
Sono anche piuttosto ridicoli rivisti oggi: calzoncini quasi inguinali, gambe magre e assurde maglie di lana.
Forse è l’attrito aerodinamico di quest’ultime a farli scorrazzare per il campo da gioco a velocità degne del Ronaldinho rossonero.
Ci si pone una domanda:
come gestire il pareggio dopo i tempi regolamentari in una partita ad eliminazione?
Fino al 1970 con il sorteggio. Come nel 1968, quando l’Italia raggiunge la finale degli Europei grazie ad una monetina.
Sembra assurdo oggi ma infondo il calcio era un gioco e non una pseudo-religione come ai giorni nostri.
Certo si capisce che qualcosa non va e così si fa spazio tra i conservatori del pallone l’idea dei calci di rigore.
E il metodo funziona checché ne dicano gli sconfitti di turno, tanto da essere utilizzato ancora oggi.
Ma non è l’unica decisione presa: nelle partite in doppio confronto (la fase finale delle competizioni Uefa, per esempio) viene applicata la regola dei goal fuori casa
Se la somma dei risultati, detto risultato aggregato, fosse un pareggio, passa il turno la squadra che ha segnato più gol in trasferta. Spesso viene detto che i gol in trasferta “valgono doppio”, pur essendo una semplificazione fortemente inesatta.
Fonte wikipedia
Non sto a spiegarvela, spero che anche i meno sportivi di voi la conoscano. Quello che conta è che questa regola da molto peso ai gol realizzati in trasferta.
Quindi il fattore campo esiste!
Che il fantasma di Tosatti sia con me
Tosatti non ha mai capito un cazzo di calcio, cerchiamo di essere sinceri! Però sapeva tutte le statistiche del mondo del pallone, quelle statistiche che non contano nulla. Avete presente?
- Bilancio di una squadra con un determinato arbitro.
- Bilancio di una squadra nella prima partita giocata dell’anno solare.
- Numero di goal di un attaccante contro una determinata squadra.
- Numero di goal di un attaccante contro un determinato portiere.
A me però serve il numero dei goal subiti e segnati, da una determinata squadra, in un periodo sufficientemente ampio. Per di più divisi tra casa e trasferta.
Dove trovare una statistica simile? Ma dagli inglesi ovvio!
Che, se non sono impegnati a incautare gadget della famiglia reale
( :facepalm: ), sono in scommettitoria!
Luci a San Siro
Cominciamo dal Milan. Su questo sito si trovano le statistiche degli ultimi 10 anni delle principali competizioni mondiali.
A parte la Premier League inglese che ovviamente le ha All time. Infondo 10 anni bastano per farsi un’idea sufficientemente documentata quindi procediamo.
I rossoneri, nell’ultimo decennio, hanno segnato in casa 349 goal subendone 144. Il tutto in 180 partite.
1,94 goal/partita ( d’ora in poi g/p ) all’attivo e 0,8 al passivo. Non male direi.
In trasferta però i numeri sono diversi: 286 – 185, pari a:
1,56 g/p – 1,02 g/p.
Oibò – direbbe il mio vecchio professore di Fisica.
Allora il fattore campo esiste!
Il Milan, in particolare, segna il 20% in meno in trasferta e subisce il 35% di goal in più. Le cifre cominciano ad essere importanti!
Ho preso la squadra del presidente di tutto™ perché nell’ultimo decennio ha avuto un rendimento altalenante, pur rimanendo al vertice del calcio mondiale.
Nonostante i risultati ottenuti quindi sembra patire le gare lontane da San Siro.
Gli asini volanti
Ma proviamo a prendere una squadra di medio livello, una di quelle che lotta per non retrocedere. Me ne serve una che ha passato buona parte degli ultimi dieci anni nella massima serie.
Pensandoci un attimo direi che il Chievo Verona fa al caso mio!
Al Bentegodi
167 – 154 | 1,03g/p – 0,96 g/p
Fuori
152 – 243 | 0,94 g/p – 1,51 p/g
Differenza:
-9% + 57%
Come si poteva immaginare una squadra di livello inferiore patisce ancora di più il mal di trasferta. A fronte del -9% di goal segnati (notiamo che anche in casa il Chievo segna davvero poco) si ha un 57% di gol incassati in più, praticamente un gol in più ogni 2 partite.
Tanto da invertire il trend e fare chiudere in negativo il bilancio delle reti fuori dal Bentegodi.
I signori del calcio
Ok, il mercoledì sera voi guardate Law & Order su Top Crime e la domenica pomeriggio andate a fare una passeggiata. Di calcio proprio non ne volete sapere.
Ma del Barcellona avete già sentito parlare, no?!
Forse, e dico forse, il Barcellona di questo decennio è la più grande squadra di tutti i tempi. Con la palla fa quello che vuole, indipendentemente dall’ avversario.
Ma dal campo?
In casa
503 – 118 | 2,79 g/p – 0,65 g/p
Fuori
384 – 183 | 2,13 g/p – 1,01 g/p
Differenza:
-24% + 55%
Incredibile, anche i magnifici 11 risentono del fattore campo.
E pure tanto!
E’ vero che la loro media gol è comunque stratosferica ma la difesa ha un forte calo di rendimento nelle trasferte.
Conclusioni
Va bene, potrei tirare fuori esempi all’ infinito ma il concetto non cambia.
I numeri parlano chiaro e, se devo essere sincero, mi hanno un po’ sorpreso. Non solo la regola Uefa ha motivo di esistere ma le statistiche mostrano come il fattore campo sia indipendente dal livello della squadra.
Percentualmente, in trasferta, il Barcellona ha lo stesso calo di rendimento del Chievo.
Quasi peggiore se consideriamo il -24% che si registra in attacco.
Ma perchè è così difficile giocare in trasferta? Io credo che il fattore più importante sia quello psicologico.
E’ vero, sul proprio campo si hanno una serie di vantaggi fisici, più o meno tangibili :
- Si hanno “le misure”: ogni campo, pur rientrando in un range, ha misure di lunghezza e larghezza molto diverse. Conoscerle ti può fare indovinare un lancio o ti può aiutare a fare una diagonale difensiva nella maniera corretta.
- I punti di riferimento: col passare del tempo si possono stabilire dei punti di riferimento che aiutano a centrare la porta da una determinata posizione, per esempio.
- Ogni campo è diverso: oltre che nelle misure anche nel materiale. Pensiamo ai moderni campi sintetici: il rimbalzo della palla è diverso, il feeling con il terreno anche. Sicuramente conoscere questi fattori può aiutare.
Questi sono vantaggi innegabili per la squadra di casa, ma giocare con 40.000+ persone che fanno il tifo per la tua squadra ti spinge a dare quel qualcosa in più, quel qualcosa che a certi livelli può fare la differenza.
O forse, come diranno i maligni, l’arbitro farà più fatica a scontentare la squadra che gioca in casa.
Ma queste affermazioni le lascio ai complottisti!
Curiosità:
Fonte wikipedia
Andata: Rangers-Sporting Lisbona 3-2
Ritorno: Sporting Lisbona-Rangers 3-2 (dopo 90 minuti)
Tempi supplementari: Sporting Lisbona-Rangers 4-3 (dopo 120 minuti)
Il risultato complessivo fu pertanto di 6-6, ma con un vantaggio per il Rangers che aveva segnato 3 gol in trasferta (contro i 2 degli avversari portoghesi). L’arbitro, però, ordinò i tiri di rigore, vinti per 3-0 dallo Sporting Lisbona. Seguì l’appello dei Rangers, che vinsero la disputa, passarono il turno, arrivarono fino alla finale dove batterono la Dinamo Mosca, e si aggiudicarono il trofeo.
Fonte wikipedia
Il Liverpool, all’ Anfield, ha uno score di 3958-1893, che scende in maniera drastica a 2496-2887 lontano dalle mura amiche.
Lo stesso vale per Arsenal, Everton e Manchester United: tutte le squadre storiche del calcio inglese (2000+ partite all’attivo) hanno, in trasferta, un saldo negativo.
Fonti:
- statistiche della serie A degli ultimi 10 anni qui
- La regola dei goals fuori casa
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