Cronaca di una Truffa su Internet
Primo step: Fiducia reciproca
Nel nostro primo scambio di emails, per convincermi di non essere un farabutto qualsiasi, Berny mi manda una copia della sua carta d’identita Ghanese (o come si dice?) e mi racconta come, lavorando in banca, sia venuto in possesso di tutti i documenti necessari per reclamare l’eredità.
Mi propone di dividere 50-50 i 18M$ che avremmo intascato.
Questa è la carta d’identità di Berny. Si noti l’imbarazzante risoluzione dell’immagine.
Rispondo subito che o si fa 70-30 a mio favore o puo’ attaccarsi alla mia possente verga del potere ma Berny, probabilmente poco intimorito dalle dimensioni di una tipica (sub-optima a dire il vero, ma vabbè..) verga ariana, non cede e mi tocca accettare un modesto fifty-fifty.
Benny vuole assicurarsi che io sia pronto a farmi ciulare, e mi chiede informazioni dettagliate: indirizzo, occupazione, numero di telefono e soprattutto una copia del mio passaporto.
Immagino che questo sia il primo step per vedere se la vittima della truffa abbia veramente abboccato. Insomma non è che si danno dati personali ad uno sconosciuto del Ghana se non per buoni motivi..
Prontamente cerco una foto di un passaporto su google, modifico nome e cognome e lo invio a Benny. Vergognandomi di essere un informatico, mi spaccio per modello di una rivista di moda. Invento anche numero di telefono e indirizzo (a parte che via Mazzini 1 c’è in ogni grande città italiana, non penso che questo indirizzo faccia nascere grossi dubbi all’africano medio..)