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Gli automi di Al-Jazari

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Al-Jazarī (nome completo: Badi’al-Zaman Abū al-‘Izz ibn Ismā’īl ibn al-Razāz al-Jazarī, quindi, per gli amici, solo al-Jazarī) fu una delle menti geniali che contribuì a sviluppare o a migliorare studi sulla meccanica fatti precedentemente da altri grandi pensatori.

Mentre noi europei sguazzavamo tranquilli nella fanghiglia oscura del Medioevo, l’Islam si rimboccava le maniche.

al-jazariQuest’uomo incredibile, nato e vissuto nella parte più settentrionale della Mesopotamia, tra Iraq e Siria, dal 1136 al 1206, è l’autore di uno dei più importanti trattati di meccanica che siano mai stati redatti, tanto che viene considerato “il padre” della meccanica moderna. Nel suo libro “Un Compendio sulla Teoria e sulla Pratica delle Arti Meccaniche”, ha raccolto le sue idee innovative e il funzionamento di più di 50 macchine, tra le quali pompe, ruote idrauliche, macchine per l’estrazione d’acqua, orologi e automi.

 

 

Macchine per estrazione e aspirazione dell’acqua

Le pompe e le altre macchine per estrarre l’acqua sono sicuramente il suo retaggio più importante, visto che molti dispositivi moderni seguono i principi che egli ideò per questi macchinari. Non è affatto strano che Al-Jazarī abbia sviluppato con tantissima cura dei macchinari di questo tipo, visto il clima del suo paese e il reale aiuto che questi avrebbero potuto dargli. Come si suol dire, la necessità aguzza l’ingegno, no?

Le macchine di Al-Jazarī non richiedevano alcun intervento da parte dell’uomo.

Ovviamente esistevano già altri macchinari e metodi per estrarre l’acqua, ma tutti richiedevano l’intervento di uno o più uomini o animali, e la quantità di acqua che ne veniva estratta dipendeva quindi dalla loro forza e resistenza. L’idea geniale di Al-Jazarī stava appunto qui: le sue macchine erano veri e propri automi, ovvero non richiedevano alcun intervento da parte dell’uomo (relegato magari a qualche controllo o riparazione ogni tanto).

La macchina da estrazione più famosa e più conosciuta è la “macchina di sollevamento dell’acqua #3”. Questa sorprendente pompa ha fornito acqua a un ospedale di Damasco fino al 1970, andando in pensione dopo circa 700 anni di instancabile lavoro. Questa enorme pompa sfruttava un mulino idraulico per muovere una saqiya (macchina del tutto simile a una noria) che portava l’acqua a 12 metri di altezza fino alla cima della torre, sulla quale, grazie a diverse ruote dentate, pulegge, catene e cucchiaie, scaricava l’acqua in un acquedotto che la faceva arrivare all’ospedale.

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Al-Jazarī ideò anche altre macchine di raccolta dell’acqua, fondamentalmente basate sulle stesse nozioni di quella che abbiamo visto e nel suo trattato di meccanica descrive i primi sifoni, le prime pompe ad aspirazione, le prime pompe a doppia azione e i primi utilizzi di meccanismi con pistoni, alberi motore e bielle.

 

 

Orologi

Nel suo trattato, Al-Jazarī descrive anche una decina di orologi ad acqua o candele.

Il più famoso è sicuramente l’orologio con l’elefante, un complesso meccanismo a forma di elefante che funzionava grazie ad un sistema di galleggianti. Sulla sommità dell’animale vi erano diverse statue o automi che si muovevano e producevano un suono ogni mezzora. Sebbene sia andato distrutto, è stato ricostruito a grandezza reale nel centro commerciale Ibn Battuta Mall, a Dubai.

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Piccola curiosità: oltre ad essere un’innovazione meccanica, questo orologio è ritenuto uno dei primi esempi di multiculturalismo rappresentato in una tecnologia. Infatti, l’elefante rappresenterebbe le culture indiana e africana, il drago quella cinese, la fenice quella egiziana, i galleggianti quella greca e il turbante quella Islamica.

 

 

Altri automi

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Questi macchinari sottolineano un aspetto della cultura islamica che ho personalmente riscontrato anche leggendo “Le Mille e Una Notte“, ovvero: l’intrattenimento.

I macchinari di Al-Jazarī erano un’unione tra ingegneria, estetica e divertimento.

I macchinari di Al-Jazarī erano un’unione tra ingegneria, estetica e divertimento. Un esempio lampante di questa “cultura dell’intrattenimento” (come mi piace chiamarla) è sicuramente rappresentata dall’automa che viene chiamato “La ragazza che serve il  tè“.
Questo singolare macchinario era una specie di cabina con una cupola in cima. Dentro la cabina c’era un’automa dalle sembianze di una bella fanciulla, mentre nella cupola, un serbatoio che tramite un minuscolo buco si svuotava lentamente, gocciolando. In sette minuti circa, il recipiente sottostante raggiungeva la quantità di liquido designato e si svuotava a sua volta nella coppa posta nella mano dell’automa. Questa coppa, quando raggiungeva la quantità di liquido prefissata, si abbassava, bloccando il meccanismo di gocciolamento e attivandone altri, le porte della cabina si aprivano e l’affascinante automa usciva lungo una piccola rampa per offrire il tè agli ospiti.

Ora, a noi sembrerà totalmente inutile, visto che fare un tè è una delle cose più semplici al mondo, ma immaginatevi lo stupore e l’ammirazione che un macchinario del genere poteva suscitare.

Parlare degli altri automi, quali fontane per l’igiene, per le abluzioni prima delle preghiere, macchinari per salassi, altri orologi, altre pompe, altri dispositivi vari (tra i quali un lucchetto a combinazione primaria) sarebbe un lavoro troppo lungo e complesso (soprattutto per le mie capacità!), ma sicuramente interessante.

È certo che, volendo, si potrebbe parlare delle sue invenzioni per mesi, ma il mio scopo era farvi conoscere un uomo che mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta.

 

Vi lascio quindi con una piccola galleria di pagine tratte dal suo trattato di meccanica, che è di per sé una piccola opera d’arte.

  • Atlantide: Medioevo Arabo (youtube.com) (Documentario in cui si parla di diverse invenzioni di Al-Jazarī e di altri inventori arabi che hanno apportato significativi passi avanti in meccanica.)
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