Università italiana. Durante l’estate, tanti ragazzi con la maturità in tasca vanno allo sbaraglio per le segreterie e i campus. Volendo continuare gli studi – per mille motivi diversi, ma soprattutto per imparare un mestiere – cominciano a raccogliere informazioni di ogni genere: fanno domande su tasse e statistiche ufficiali, guardano le aule e le strutture, controllano se c’è un buon collegamento fino alla loro stanzetta in affitto, o fino alla casa dove vivono con i genitori… e tanto altro ancora.
Dopo lunghissime indagini, e tanto tempo passato a valutare la mole di informazioni raccolte – posti, aule, dati ufficiali – lo studente in questione, finalmente, sceglie.
Ma in base a cosa sceglie, in fin dei conti? In base, forse, ai bei giardini del campus? Alla simpatia di qualche professore? In base alle voci di corridoio, secondo cui l’altra università ha una segreteria ingolfata e che rallenta ogni cosa, e l’università subito successiva nella lista organizza le lezioni in enormi tendoni perché non ha abbastanza aule (senza poi contare che, in ambito lavorativo, una laurea di quell’università è poco considerata)?
Chi ci capisce niente di una cosa così gigantesca? Uno potrebbe esserci iscritto per anni e non accorgersi di quel che gli succede intorno. Fino alla laurea, magari; e uscirne senza neanche rendersi conto di tutto quello che gli è capitato nel corso degli anni.
Purtroppo questo accade spesso.
L’università viene scelta principalmente a caso, perché i dati ufficiali, alla fin fine, non servono a niente. Tanti numeri davanti agli occhi dati in ordine sparso hanno l’unico effetto di creare una immane confusione.
Molti altri dati sarebbero utili, ma è difficilissimo trovarli – e, quando per puro caso vengono a galla, sono il classico ago nel pagliaio. Non ci facciamo caso, non arriviamo neanche ad immaginare quanto siano vitali quei pochi numeri in mezzo ad altre centinaia raggruppate in tabelle e grafici colorati.
Per cui, permettetemi di darvi qualche piccolo suggerimento. Eccovi un paio di dati che sono sicuramente vitali quando si deve scegliere un’università.
Tempo medio per laurearsi
Se uno ha un po’ di guai – magari di salute, o se usa un metodo di studio sbagliato; o anche, se c’è una materia che odia, e che deve ripetere molte volte – è normale che invece di 3 anni, ce ne metta 4 o 5 (per dire).
Il punto è che il tempo medio richiesto ad uno studente per laurearsi, in molte università, è agghiacciante. 5 anni per una triennale, a volte di più. E questi dati non si trovano facilmente.
Cosa si potrebbe mai pensare, di un corso di studio che arriva a durare anche il doppio del tempo preventivato? Personalmente, ho una teoria in merito: o l’università in questione lascia entrare anche persone che non hanno le conoscenze o le capacità necessarie, o c’è qualche problema interno all’università che tende a far perdere tempo a troppa gente.
In entrambi i casi, iscriversi ad un’università del genere è sconsigliabile. Come fare a capirlo in tempo, e a non fare la scelta sbagliata?
Suggerimento
Andate a guardare le sessioni di laurea. Si possono trovare online dopo una breve ricerca. I nomi dei candidati sono ufficiali, e anche l’anno di immatricolazione. Se in media sono stati iscritti tutti un anno o due più del necessario, allora c’è qualcosa che non va.
Professori ed esami
Può capitare che ogni tanto un esame ci rovini la vita. Il problema sorge quando l’esame in questione rovina la vita a tutti, e quindi ne vanno riviste le logiche di fondo perché davvero non ha senso.
Questo discorso diventa ancor più importante quando si parla di un esame obbligatorio, perché non c’è modo di aggirarlo. Poi insomma, sì, si potrebbe anche stare a puntualizzare sul fatto che, spesso, questi esami a tagliola inevitabili siano tanti…
Ma non è poi così importante, visto che in realtà è sufficiente un assistente messo in posizione strategica – attenzione: non per forza un professore, quanto un assistente – per farti perdere un anno intero.
Ma nessuno ce lo dice mai in tempo. Senza poi contare che può trattarsi di uno degli ultimi esami di cui le matricole non hanno mai sentito parlare.
Una volta che sei iscritto ti dici: ok dai, ormai sto qui da 2 anni e manca poco. L’ultimo sforzo. Certa gente ha ripetuto questa cantilena per anni.
Suggerimento
per non uscirne scemi, e non perdere tempo e denaro (e a volte salute), bisogna diventare esperti prima che sia troppo tardi.
Andate a chiedere nei forum online, o meglio nei corridoi, fuori dalle aule, tra una lezione e l’altra, a studenti di ogni anno.
Prendeteli di petto e cercate di capire fino in fondo cosa c’è che va e cosa no, in quel posto. Trovate le informazioni, ma quelle vere, che sui volantini non mettono mai; e quindi scegliete l’università migliore. O la meno peggio. Anche se è privata, a volte.
cercate.
Pagare 3 anni di tasse un po’ alte è di gran lunga meglio che pagarne 4, 5 o 6 di tasse modeste. Andate a chiedere a chi c’è già passato, prima di incastrarvi in un’università piena di matti. Chiedete e cercate.