Ultimamente ho letto due classici della fantascienza: Fanteria dello Spazio di Heinlein e Guerra Eterna di Haldeman.
Inizialmente avrei voluto recensirli singolarmente ma poi ho deciso di fare una recensione doppia, fondamentalmente per 4 motivi.
I 4 motivi sono:
- Questo non è un sito di recensioni e a nessuno interessa veramente cosa leggo,
- I due romanzi sono molto simili sia come stile che come esperienze raccontate,
- Benchè la forma e lo stile siano accumunabili i due autori li usano per veicolare valori completamente opposti,
- Quattro.
Dopo questa breve premessa andiamo a cominciare.
Nota: l’immagine l’ho fatta io con paint e ne vado molto fiero, cosa non si fa per :ln:
Gli Autori
All’angolo sinistro abbiamo Robert Anson Heinlein, uno dei maestri indiscussi della fantascienza a cavallo tra gli anni ’40 – ’60 la cosiddetta Golden Age della fantascienza.
Vi risparmio la biografia e gli innumerevoli premi vinti, mi focalizzo però su questo fatto: Heinlein ha servito in marina e in un secondo momento nell’esercito come ingegnere, inoltre ha frequentato corsi di fisica e di matematica.
All’angolo destro invece abbiamo Joe William Haldeman, anche di lui vi risparmio la biografia ma anche per lui pongo risalto su due fatti: laureato in fisica e astronomia e geniere durate la guerra del Vietnam.
A sentire wikipedia oggi insegna al MIT… scrittura.
La Trama (con pochi o nessuno spoiler)
I due romanzi possono essere catalogati come “fantascienza” “romanzi di guerra” e anche “romanzi di formazione”, non sono un esperto di letteratura quindi qualcuno potrebbe essere più preciso di me, ma, in soldoni, i due romanzi seguono un iter molto simile.
Entrambi sono ambientati in un futuro distopico, in Fanteria dello Spazio la terra è governata da un sistema politico in cui il diritto di voto è garantito solo a chi ha servito nell’esercito, in Guerra Eterna si hanno informazioni più frammentarie ma in ogni caso il peso della FEMU, ossia dell’apparato militare, sulla società è estremamente importante e i militari controllano buona parte della società.
In entrambi i romanzi il tema portante è la guerra, in Fanteria dello Spazio si combatte contro delle specie di ragni intelligenti (che hanno regine tipo le formiche e cervelli a comandare i soldati, in pratica Heinlein li ha copiati da Starcraft) in Guerra Eterna contro i Taurani (che se ne sa molto poco di cosa siano effettivamente), in ogni caso, con agile mossa, i due autori hanno tagliato i problemi del combattere contro i propri simili per concentrarsi su altri aspetti.
Benchè la guerra si combatta in tutta la galassia i protagonisti dell’azione sono la fanteria.
Infatti i personaggi principali vengono arruolati in fanteria, seguono un addestramento molto duro e sono mandati a combattere.
In un secondo momento entrambi iniziano la carriera militare che li porterà a diventare comandanti di altri soldati invertendo quindi i ruoli iniziali e chiudendo il cerchio.
La crescita come soldati è anche una crescita come uomini, durante la quale i personaggi cambiano, affrontano difficoltà, stringono amicizie, maturano e invecchiano ma, soprattutto, si formano come persone, acquisendo consapevolezza del loro ruolo e scegliendo il genere di persone che vogliono essere.
In entrambi i romanzi i computer hanno una parte determinante, così come il condizionamento mentale, e così come gli scafandri da combattimento, infatti i soldati del futuro combattono all’interno di tute potenziate che li trasformano in super-soldati.
Lo Stile
Entrambi i romanzi adottano la telecamera fissa sul personaggio.
Non sono quindi in prima persona ma nemmeno a narratore onnisciente.
Durante le battaglie lo stile è asciutto, veloce e molto coinvolgente, da questo punto di vista Fanteria dello Spazio se la cava meglio, ricordo di aver letto le prime 40 pagine in un colpo solo pensando “se tutto il romanzo è così è meglio di un :nsfw: !”, purtroppo però lo stile decade fortemente mentre non si combatte.
Discorso analogo per Guerra Eterna, sebbene sia un po’ meno coinvolgente nelle battaglie ha però il pregio di narrare molte situazioni diverse rispetto a Fanteria dello Spazio (forse anche troppe).
Per quanto riguarda la coerenza tecnica entrambi i romanzi sono spettacolari, i due autori sanno bene di cosa parlano e sono scrittori di fantascienza che scrivono con ottime basi di fisica e di matematica, in particola Guerra Eterna sfrutta in modo molto interessante il concetto di tempo rallentato a causa dei viaggi a velocità della luce ma anche Fanteria dello Spazio se la cava molto bene quando descrive azioni di guerra e bombardamenti nucleari su pianeti esterni.
Inoltre in entrambi i romanzi ci sono molte piccole chicche sul comportamento dei gas a temperature prossime allo zero assoluto, a pianeti a gravità differente, e a tutta un’altra serie di accorgimenti che rendono l’esperienza credibile e molto godibile.
Lo stile però non è esente da grosse pecche, fondamentalmente due mi hanno dato molto fastidio: infodump, infodump everywhere, Fanteria dello Spazio è il peggiore, ogni due per tre il protagonista si “gira verso il lettore” e snocciola frasi come [i]dovete sapere che nella fanteria dello spazio…[/i] eh no! Devo sapere un cazzo io, non sono li a fianco a te che ti sto parlando e se ti giri a parlarmi di colpo mi rendo conto di non essere sulla Rodger Young pronto a paracadutarmi su un pianeta ostile insieme alla fanteria spaziale, sono sul cazzo di 10 che mi sta portando in ufficio!
Tanto più che me la stai smenando sull’organizzazione militare, manco roba interessante!
Guerra Eterna va un pelino meglio nel senso che almeno il protagonista non si rivolge direttamente a voi ma è pieno di perfetti sconosciuti che sembrano ansiosi di spiegare per filo e per segno come funzionano le cose ammazzando il ritmo (il cosidetto “As you know Bob”).
Seconda cosa molto fastidiosa è che, al di fuori delle scene di battaglia, il tell la fa da padrone, ovviamente a nessuno interessa per filo e per segno cosa succede mentre i fanti si annoiano sulle astronavi, ma, come dice la regola aurea, se non sei in grado di fare un show valuta attentamente se non è meglio tagliare in blocco il tutto.
Il Messaggio
Veniamo ora la vero motivo della recensione doppia.
Heinlein ha come esperienza la seconda guerra mondiale e la marina americana a cavallo tra le due guerre.
Haldeman invece è reduce della guerra del Vietnam.
In Heinlein i valori della vita militare sono osannati in Haldeman c’è una fortissima critica e un desiderio di pace.
Nel mondo di Heinlein la semi-dittatura militare ha creato un paradiso in terra: niente crimini, lavoro e prosperità per tutti, l’esercito come una macchina da guerra ben oliata e perfetta.
In Haldeman invece è tutto l’opposto, l’esercito è un carrozzone votato alla violenza, i fanti sono pedine sacrificabili e la società civile è inadatta ad accogliere i reduci.
In Heinlein il leitmotiv è che una società basata sul cameratismo, sulla responsabilità individuale e sull’obbedire ciecamente agli ordini è una società perfetta, in Haldeman tutto l’opposto.
Ad esempio entrambi i romanzi usano il concetto di condizionamento ipnotico, i fanti di Heinlein ricevono in ipnosi le mappe e gli ordini degli attacchi, una riserva di sonno per poter stare svegli nonché un comando segreto per addormentarsi in qualsiasi momento per riposarsi.
In Haldeman ricevono invece una carica di immagini adatte a fargli odiare il nemico e a non avere pietà quando lo incontrano (anche questo attivabile con un comando) che porta diversi di loro a impazzire dopo il combattimento a causa della crudezza delle immagini impiantate.
In Heinlein la leva dura 2 anni ma, in caso di guerra può essere prolungata, in ogni caso l’esercito fa si che i fanti scelgano liberamente.
In Haldeman l’esercito cambia le regole a giochi fatti e costringe, grazie al sottile controllo sulla popolazione e sulla burocrazia, i suoi fanti a combattere sempre.
In Heinlein i feriti svolgono orgogliosi compiti di ufficio per permettere ai sani di combattere, in Haldeman i feriti vengono rattoppati con protesi miracolose e rispediti a combattere.
In generale Heinlein ci mostra una guerra epica, dove i veri uomini si battono per proteggere la patria con alle spalle un sistema che li aiuta e li appoggia e una popolazione orgogliosa, sebbene a volte la realtà sia dura.
In Haldeman la guerra è sporca, i fanti fanno uso di droghe, compiono stragi a causa del condizionamento mentale, vengono raggirati dall’esercito e non sono in grado di ritornare alla vita civile.
In entrambi i romanzi però alcuni valori sono comuni: l’amicizia cameratesca, il rispetto per i propri sergenti (sempre duri ma giusti), il sacrificio per i propri commilitoni.
Nota a margine in entrambi i romanzi i fanti spaziali odiano i marinai della marina stellare :)
Conclusione
Bene per i feticisti dei voti direi 2,5 stellette su 5 a Heinlein e 3 ad Haldeman, questo al di là del messaggio veicolato (nota ho tolto mezzo punto a testa per il finale ma non spoilero qui, sotto però lo trovate se vi interessa).
La recensione è finita, circolare non c’è nulla da vedere.
Di qui in poi c’è il mio pensiero e gli SPOILER!
[spoiler]
Heinlein ha il pregio di concentrarsi su una sola cosa: la guerra e quello che gli sta intorno dal punto di vista strettamente militare, Haldeman al contrario cerca di farci entrare di tutto nel suo romanzo (la condizione di reduci, la condizione di feriti, la perdita dei compagni e degli affetti) a volte ci riesce bene, a volte la fretta di metterci di tutto rovina lo stile e forza la trama.
Il protagonista di Heinlein non è veramente Rico (personaggio principale e voce narrante), ma è l’esercito.
Rico si trova sempre in condizioni ottimali e spesso poco credibili (quando ha un crollo psicologico gli arriva una lettera del suo vecchio insegnate nonché ex-combattente, a un certo punto ri-incontra il padre che l’aveva osteggiato ma che poi si è arruolato e adesso sente di vivere pienamente, la sua compagna di scuola viene affidata al suo stesso distaccamento e lui la incontra sottendendo una trama amorosa non esplicitata).
In Haldeman il protagonista è si Mandella ma anche lui è solo un mezzo per esplorare le brutture e l’assurdità della guerra benchè la narrazione rimanga più centrata.
In Fanteria dello Spazio tutto il mondo funziona perfettamente quando è gestito dai militari (economia, politica, società) ma non viene spiegato perché, viene solo detto che è così e la sospensione di incredulità è messa davvero a dura prova.
In Haldeman va a sprazzi, essendo che la guerra dura migliaia di anni e a causa dei balzi temporali lui vede i cambiamenti a blocchi, a volte le cose vanno bene a volte male, in generale c’è un maggior tentativo di spiegare le situazioni e di renderle più credibili o almeno coerenti.
Heinlein vince quando si descrivono le battaglie, ma ne descrive poche, Haldeman vince quando descrive i particolari più crudi.
In Fanteria dello Spazio la morte è una cosa pulita, in Guerra Eterna ci sono scene che fanno stare male (poche in realtà ma è pur sempre un libro degli anni ‘70), una tra tutte: la ragazza di Mandella ha dei problemi con la tuta pressurizzata e quando viene estratta ha un prolasso anale, con gli intestini che gli escono dalla zona pubica e si accumulano nella tuta, vi dico che è una scena disturbante anche per uno che fa colazione leggendo Palahniuk.
In Heinlein la sessualità non esiste, il massimo sono ragazzotti che osservano le ragazze quando sono in libera uscita.
In Hademan invece si parte da un esercito misto in cui ognuno può “dormire” con una ragazza diversa ogni sera per arrivare a un esercito d soli omosessuali.
In Haldeman gli uomini guidano l’azione, coadiuvati da delle macchine certo, ma il cuore e la testa sono degli uomini.
In Haldeman i soldati subiscono i calcoli dei computer logistici che decidono quale sia una percentuale accettabile di morti prima di attaccare.
In ultima analisi in Fanteria dello Spazio la guerra è giusta in Guerra Eterna no,
nonostante entrambi i romanzi utilizzino come nemici delle entità aliene che combattono per distruggere gli uomini (in Haldeman è un po’ diverso ma non spoilero proprio tutto).
Per questo motivo Fanteria dello Spazio si chiude con una nota di speranza: gli uomini combatteranno fino alla fine e nessun soldato sarà lasciato indietro, mentre Guerra Eterna si chiude con una nota dolente: solo un cambiamento degli uomini può portare infine alla pace.
(Per la cronaca trovo entrambi i messaggi idioti).
Se volete il mio consiglio leggeteli entrambi, ne vale la pena, se dovete sceglierne uno io punterei Haldeman ma i gusti sono gusti.
Per i veri nerd in Haldeman ci sono molte chicche sullo spazio tempo ad esempio a volte i combattimenti avvengono con navi che arrivano dal passato o dal futuro in base a quanto hanno viaggiato e quindi hanno vantaggi decisivi in termini tecnici.
Oppure se un computer sbaglia rotta l’equipaggio è autorizzato a tornare guidando manualmente saltando da una collapstar all’altra, un viaggio di 3 mesi effettivi ma che sulla Terra corrispondono a 150.000 anni, infatti ci sono diverse “navi perdute” di cui si aspetta il ritorno nei secoli successivi.
Ultima nota, ho tolto mezzo punto ad entrambi per il finale.
Heinlein nella mischia finale utilizza un artificio che me lo scade a livello della Troisi: il personaggio prende una botta in testa e si risveglia a battaglia finita, tristezza a badilate.
Haldeman dopo uno struggente addio tra il protagonista e la sua ragazza (uno dei punti più emozionanti del libro) alla fine si scopre che la donna è sopravvissuta e che ha continuato a viaggiare avanti e indietro tra le collapstar per mantenersi giovane in attesa del suo ritorno… non commento nemmeno. [/spoiler]