meteor

Un asteroide dal diametro stimato di 17 metri, e dal peso di 10000 tonnellate, è entrato nell’atmosfera terrestre ad una velocità di circa 65000 Km/h.

L’enorme calore sviluppato dalla compressione dell’aria davanti all’oggetto ha portato il bolide ad esplodere violentemente sopra i cieli della Russia ad un’altezza di circa 15/20 Km. Sviluppando un’energia pari a 500 chilotoni.

 

 

 

Chelyabinsk meteor size comparison

Image © TheObjectReport.com

 

Praticamente è successa la stessa cosa che causò l’Evento di TunguskaFortunatamente l’evento di Chelyabinsk non è stato della stessa potenza di quello del 1908.

L’onda d’urto è stata causata dalla frammentazione del corpo principale del bolide, e non dal repentino impatto con l’atmosfera come si pensava inizialmente. A conferma di ciò ci sono due prove.

La prima è che non c’è stata un’unica esplosione, ma una serie di esse. Come confermano i numerosi boati udibili nei vari video che circolano sulla rete.

La seconda è che i frammenti ritrovati appartengono ad una condrite di tipo L. Asteroidi dal basso contenuto ferroso (7-11% della massa totale) che tendono appunto a disintegrarsi a contatto con l’atmosfera terrestre, rilasciando la tipica scia visibile, appunto, nei video.

Per quelli che si sono annoiati alla prima riga di dati: Una roccia dal cielo c’è venuta incontro veloce veloce. Ma si è scaldata tanto tanto e ha fatto un boom grosso grosso. Facendo fare la pupù a tanti russi.

 

 

Cosa non è successo

Come al solito, i servizi d’informazione si son lanciati in mega-articoloni in cui cercavano di spiegare il fenomeno senza alcuna base scientifica. (Qualcuno ha detto Voyager?)

 

Post hoc, ergo propter hoc 

Ovviamente la prima cosa a cui hanno fatto riferimento i mass media è stato il seguente passaggio ravvicinato dell’asteroide 2012 DA14. E, ovviamente, Chelyabinsk e 2014 DA14 non c’entrano nulla l’uno con l’altro.

Orbite 2

Come potete vedere dall’immagine soprastante, le orbite dei due oggetti sono completamente differenti.

E diciamo che, in astronomia, le orbite sono a dir poco importanti. Anche piccole differenze possono rivelare origini diverse. E in questo caso, è più che evidente ciò.

L’evento di Chelyabinsk è il classico esempio di come il sistema solare sia un posto piuttosto affollato.

Per quanto la mente umana si sforzi a trovare correlazioni in tutto ciò che vede, spesso la realtà è più semplice dei nostri viaggi mentali. Si è trattata semplicemente di una casualità. Due asteroidi che casualmente hanno incrociato l’orbita terrestre in un breve lasso temporale. Uno ci ha sfiorati, l’altro c’ha beccati. Niente di più niente di meno.

 

 

L’avevamo anche visto

Eggià, l’asteroide del 15 febbraio era stato avvistato da un telescopio prima del suo ingresso nell’atmosfera.

 

Okno, in russo, vuol dire “finestra”. LOL

Per l’esattezza, è stata proprio un’installazione russa ad avvistarlo.

L’installazione Okno, in Tajikistan, appartenente alla VKS, l’aveva avvistato poco prima che entrasse nell’atmosfera.

Ma il protocollo impone che un allarme venga diramato solo in caso di attacco da parte di forze straniere.

Dato che l’asteroide era un elemento naturale e non un’arma straniera, gli addetti alla stazione Okno se ne sono sbattuti allegramente e son tornati a bere vodka come se non ci fosse un domani.

Ci sarà un motivo dietro al crollo dell’URSS, no?

 

 

La morale della storia

La morale è semplice: stavolta i russi son stati fortunati.

 

Bastava poco: un asteroide leggermente più grosso, una diversa composizione dello stesso, un angolo di entrata nell’atmosfera più ripido, ecc ecc

Insomma, bastava che cambiasse anche un solo singolo dato e la storia avrebbe avuto un risvolto ben più tragico.

Ma bisogna pensare positivo. Eventi del genere sono estremamente rari (uno ogni cento anni), e finché si contano i feriti invece dei morti si può solo tirare un sospiro di sollievo.

Concludo qui, ci si sente al prossimo mancato armageddon!