Come tutte le storie anche questa ha un inizio. Era un triste pomeriggio di metà dicembre quando, spossato dalla vita sedentaria che solo un impiego nel campo dell’IT può dare, mi ritrovo a spiegare per la millemillesima volta il concetto di pixel ad un profano della divina scienza:
«Non posso mettere questa foto come sfondo al sito» dissi.
«Ma come mai?’»
«Per due motivi. Primo, è del formato sbagliato. Secondo, è di 300×400 pixel e il sito è largo 980 pixel.»
«…»
«Sai i pixel…la dimensione dell’immagine…»
«…»
Meravigliosa la mente del bambino è
Alla spossatezza si aggiunsero chili e chili di frustrazione. Così mi dissi:
Ma se devo soffrire così tanto per guadagnarmi 2 soldi, che almeno mi portino un sacco di felicità, come quando ero bambino!
Dopo qualche ricerca su internet, capii che quel sacco di felicità aveva le sembianze di una scatola rettangolare di grosse dimensioni contenente circa 3800 pezzi di lego.
La grandezza non conta; guarda me: giudichi forse me dalla grandezza?
Eh no, sommo maestro Yoda, questa volta hai torto. La scatola che mi ritrovo a casa è mastodontica, tanto che nessun parente ci crede veramente che lì dentro ci sia un set di Lego.
D’altra parte, se un Natale da bambino deve essere, la prima cosa per la quale un ragazzino giudica un pacco regalo sono le dimensioni!
Ma veniamo al dunque. Lì dentro ci trovo non due, non tre ma quattro scatole bianche contenti i pezzi. E un manuale d’ istruzioni grosso quanto l’antico testamento ma rispetto a quest’ultimo decisamente più utile.
Iniziamo con gli omini quindi, come sempre si fa. Cosa?! non vi piace il termine ‘omini’?
Beh ragazzi, io mi rifiuto di chiamarle minifigures, sappiatelo! Sono 30 anni che le chiamo omini e ci sono affezionato.
Comunque sono 22, più di qualsiasi altro set mai prodotto se non ricordo male.
Tra questi, due guardie imperiali piuttosto rare, il droide di protocollo tutto nero (molto bello) e il caro vecchio papa ratzinger con i fulmini di padre nostro che escono dalle mani.
Oltre a questi abbiamo anche il mouse droid, l’interrogation droid e Dianoga (il mostro del compattatore di rifiuti, ricordate? Ovviamente col cazzo che ricordavo il nome, ho cercato per l’occasione….) che alcuni considerano omini ma che omini non sono.
Numeri alla mano è il secondo set Star Wars più grande mai prodotto, dietro all’ inarrivabile Millennium Falcon UCS.
Per quanto riguarda la costruzione niente da dire, potete trovare migliaia di stopmotion su youtube, quindi non mi dilungo.
Veniamo invece alle chicche di questa “Star Wars dollhouse”, come è stata definita non ricordo dove.
Riproduzione di numerose scene dei due film nei quali compare la nostra amata Morte Nera:
- Compattatore dei rifiuti
- Stanza del trono di papa ratzy
- Hangar con tie-advanced (un po’ forzata la cosa, nei film non si vede mai il tie-advanced nell’hangar. Ma il Falcon non ci stava….)
- Sala delle conferenze
- Prigioni
- Baratro dove Luke e Leila saltano aggrappati ad una corda
- Cannoni di difesa
- Arma principale
- Stanza del raggio traente
- Sala di comando
Interazione tra le scene:
- Ascensore principale che mette in comunicazione i 3 piani
- Botola per fuggire nel compattatore rifiuti
- Porta scorrevole del compattatore rifiuti che porta all’ascensore principale.
- Porta scorrevole dell’ hangar.
- Montacarichi che porta all’ hangar.
Fighetterie varie:
- Arma principale mobile
- Passerella traballante nella sala di Palpatine
- Tie-advanced, piccolo ma fatto discretamente
A tutto queste si aggiungono una serie di stanze non propriamente riuscitissime:
- una specie di magazzino al piano inferiore
- un non ben precisato locale di riparazione droidi (alcuni sostengono sia il luogo dove è stato “trasformato” Anakin in Dart Fener ma sinceramente ne dubito, non dovrebbe essere sulla morte nera quel locale…)
Tutte queste scene sono rappresentate in maniera perfetta e messe in confronto ai film sono davvero impressionanti a livello di dettagli.
Arduo da vedere il lato oscuro è
Specialmente in questo caso, maestro Yoda! Volete sapere qual è il lato oscuro di questo set? Il prezzo, sicuramente.
320 croccanti euro si sentono, e si sentono tutti! Li vale? Non so rispondere a questa domanda… ma io li rispenderei altre cento volte.
Un altro punto oscuro è certamente quello legato alle proporzioni. So già che alcuni di voi avranno da ridire sul fatto che il tutto non è in scala e per carità, la critica è giustificata.
Il tutto secondo me sta nel capire che senso ha questo set: non è un caso che questa gigantesca Death Star non sia un UCS, dei quali non ha la precisione e la pulizia nelle linee.
Sembra piuttosto una caricatura super-deformed della più grande arma mai creata dall’impero.
Ma vi assicuro che se prendete la macchina fotografica e fate una macro a una delle scene di cui sopra, otterrete una riproduzione Lego, fedele al 100% e dettagliatissima, dei capolavori di Lucas. Per questo motivo concordo appieno sulla definizione di poco sopra: questa è una casa delle bambole di Lego Star Wars. Ed è un capolavoro se la consideriamo tale.
Concludendo, pensando alla mia collezione di Lego Star Wars, questa Morte Nera si gioca il primato con un altro set-capolavoro, la shuttle imperiale 10212. Più bello da vedere il secondo, più bella e basta la prima.
Se siete dei nerd amanti di Star Wars, degli eterni bambini o dei fan della Lego questo set fa decisamente per voi. Se come me siete tutto questo assieme beh, facilmente il lato oscuro plagerà le vostre deboli menti!
Fonti:
pagine ufficiale lego shop con info&reviews: qui.
video stopmotion ficherrimo: quo
bella recensione in italiano: qua