Devo dire la verità, per leggere questo libro sono partito con vari pregiudizi. Un autore italiano? mah, mai sentito… Un libro ispirato da Pinocchio? Ma siamo sicuri?
Poi ho letto la prima pagina. Poi la seconda, poi sempre più rapidamente la terza, la quarta… e in poco tempo sono arrivato a metà con gli occhi spalancati e la mente in subbuglio.
Perché qui di Pinocchio c’è troppo e troppo poco, perché nulla è come mi aspettavo.
Perché qui di Pinocchio c’è troppo e troppo poco, perché nulla è come mi aspettavo.
La storia è narrata in prima persona dal burattino, anche se sarebbe meglio chiamarlo “droide di legno” e racconta il suo risveglio in una camera con due strani figuri e un cadavere, un figuro con il corpo ricoperto una fulva pelliccia sporca e appiccicaticcia di sangue e il muso da volpe, l’altro con una maschera di ceramica e scintillanti gemme verdi al posto degli occhi, mentre il cadavere sventrato di un vecchio ha tatuaggi di martelli, seghe ed altri strumenti sulle braccia e sul corpo. Vi ricorda nulla?
Da qui parte poi un viaggio di andata e ritorno in un mondo da sogno e da incubo, dove la violenza è alternata solo a cose bizzarre e disgustose.
Man mano che la lettura procede scopriamo grazie al grillo parlante, che qui è più che degnamente interpretato da un Tarlo saccente che non sta mai zitto (sicuramente il personaggio migliore del libro), la storia del mondo. Un mondo dove gli umani hanno appreso l’arte di modificare il mondo reale con il pensiero, diventando come divinità e finendo quasi per distruggere il pianeta. Queste “persone” decidono quindi di dormire per evitare di plasmare coscientemente il mondo intorno a loro, diventando i Sognatori, ognuno con una sua area di influenza.
Oltre ai Sognatori ci sono i desti, cioè quel che resta del genere umano, per la maggior parte assoggetati dai sogni dei Sognatori e il resto ridotto a barbare civiltà che vivono di stenti. A metà strada invece ci sono i Sonnambuli, che non hanno i poteri dei Sognatori, ma comunque sono qualcosa più che umani.
Il nostro amato protagonista senza nome compirà un viaggio per sfuggire al suo destino: diventare umano.
Tornando alla storia, il nostro amato protagonista senza nome compirà un viaggio per sfuggire al suo destino: diventare umano. Ma sfuggire al proprio destino, si sa, è impossibile e più si sforzerà di fuggire, più gli eventi lo porteranno alla fine non desiderata, fino alla completa comprensione della reale situazione e del suo motivo di esistenza, concludendo in un finale per nulla scontato.
La scrittura è semplice e ci fa immergere completamente nel mondo strano e bizzarro creato dall’autore, e i più grandi pregi di questo libro sono appunto la fantasia e la capacità di stupire, pagina dopo pagina, oltre alla profondità della trama che è discreta.
Bellissime le citazioni di Tarlo, che spaziano dallo scientifico alle spade laser di Star Wars passando anche da Tolkien.
Concludo dicendo che si, c’è anche la balena, ma, come avrete capito, tutto in questo libro non è come ce lo possiamo immaginare.
Voto: 5/5
Titolo : Il sentiero di legno e sangue
Autore : Tarenzi Luca
Pagine : 144
Anno : 2010
Editore : Asengard
Edizioni disponibili : brossura, ebook