Dark Souls: Troppo difficile?

Su un noto sito di videogiochi si è scatenata una forte polemica dopo l’annuncio di From Software (i creatori di Dark Souls) di voler forse implementare una modalità facile per questo gioco, date le numerose richieste dei videogiocatori. Da una parte c’erano i totalmente contrari a questo tipo di scelta perché snaturerebbe il gioco e dall’altra quelli che “non-ho-tempo-per-questa-difficoltà” e che volevano comunque finirlo. Io trovo che questo episodio apra un dibattito ben più largo del solo Dark Souls.

Evitando dietrologismi da 80enni, non starò qui a dirvi che prima era tutto meglio e cavolate del genere. È però un dato di fatto che l’apertura del mondo dei videogiochi ad un pubblico molto più vasto di quello di 10-15 anni fa, ha portato la maggior parte delle software house a ricalibrare le proprie priorità. Non si cerca più esclusivamente di fare un gioco divertente e accattivante, ma uno che possa accontentare un bacino più largo di persone. Quest’ultima prerogativa non è nuova, ma come già detto, molti anni fa il bacino dei videogiocatori era estremamente omogeneo e, passatemi il termine ormai abusato, hardcore.

Cos’è accaduto quindi? Oggi sempre più persone giocano e le software house non possono permettersi di perdere questa occasione. Sanno che lo zoccolo duro dei videogiocatori incalliti, a costo di giocare, si adatterà a qualsiasi cosa, mentre gli outsider, ormai in maggior numero, devono venir acchiappati con le giuste pinze. E allora vai con giochi sempre più semplici e generici. Vai con fotocopie dei giochi che hanno avuto successo. Non si osa innovare, per paura di perdere fette di mercato importanti. L’esempio è noto, ma come non parlare di saghe come Call of Duty? Anni e anni di fotocopie.

Insomma, cos’è successo è chiaro e davanti agli occhi di tutti. Di chi è la colpa? Beh, dire delle software house sarebbe scontato e parziale. Gran parte della colpa va ai loro finanziatori che scuotono la testa, ma annuiscono con il portafogli. Ma ricolleghiamoci all’inizio: Dark Souls. Questo gioco, uscito da poco anche su PC, è stato una vera e propria eccezione di questa generazione. È un gioco di una difficoltà impensabile per il videogiocatore medio, ma un tipo di difficoltà intelligente. Non vengono usati trucchi o CPU che barano per rendere più difficile la vostra avventura. Eh no! Le regole sono chiare e proprio queste decretano l’alta difficoltà. Ad esempio, non avrete una mappa e niente che vi possa indirizzare in maniera chiara verso il vostro obiettivo. Scordatevi freccette, HUD per ritardati, fatine rompiballe e qualsivoglia aiuto che ormai siete abituati ad avere. Dovrete imparare a mente la struttura dei livelli ed arrangiarvi. Inoltre, se morite, perdete temporaneamente tutta l’esperienza accumulata e non spesa. E se nell’andare a recuperare il vostro cadavere, morirete ancora, beh… ve lo lascio immaginare. I checkpoint? Rarissimi. Ma cos’è che rende davvero difficile Dark Souls? I combattimenti, senza dubbio.

In questo gioco non potete semplicemente lanciarvi tra 10 nemici, premere con il gomito su tutti i tasti del joypad mentre siete al telefono e godere del più disparato assortimento di prefissi davanti alla parola “combo”. Intanto dovrete accettare che il vostro miglior amico sarà lo scudo. La seconda cosa che dovrete accettare è che, sebbene esistano due tipi di parata, quella figa che vi permette il contrattacco serve solo a sottolineare quanto è ridicolo il combat system di Assassin’s Creed. Dopo 3-4 volte che tenterete di intercettare il colpo del nemico, le cicatrici sulla faccia vi faranno adottare la tattica giusta. Dicevamo quindi che dovrete viaggiare perennemente con lo scudo alzato e i nemici affrontarli uno alla volta. Due nemici insieme significano quasi morte certa. Tre nemici, suicidatevi. Quattro nemici, morite nella vita vera. Dovrete quindi imparare a dosare la parata e… l’energia. Non potrete infatti trincerarvi in difesa per sempre, dato che ogni colpo che il vostro scudo ammortizzerà, andrà ad erodere la preziosa barra dell’energia. Una volta che questa sarà finita, non potrete più parare (e presto parlare). Per evitare quindi che questo accada, dovrete alternare alla difesa, l’attacco. In Dark Souls ogni tipo di arma ha le sue peculiarità: spade, asce, randelli, tirapugni, lance… Ognuna ha un diverso tipo di attacco e brandire l’arma sbagliata può portarvi alla seconda situazione più frequente di Dark Souls: la morte. La prima è la bestemmia. In un corridoio, un’arma con un tipo di attacco molto largo, non farà che farvi udire il fastidioso suono del ferro che batte sul cemento. Contro un nemico veloce, un’ascia bipenne vi farà sentire come se Bolt vi avesse scippato la borsa. Brandire un pugnale contro un drago altro 3 palazzi, riuscirà invece a gratificarvi quanto un autogoal decisivo al 90°.

Per chiudere il cerchio, i boss. Questi sono veri e propri incubi. Affrontare un boss un centinaio di volte non sarà una pratica riservata solo agli impediti. Se non riuscite a capire bene come funziona il combattimento in questione, potrete morire all’infinito. E anche se riuscite ad elaborare una tattica, difficilmente vi verrà perdonato un errore o una piccola distrazione. Probabilmente la frustrazione sarà vostra compagna, ma fidatevi, quando quel dannato boss verrà giù alla 101° volta, i vostri vicini di casa vi denunceranno per schiamazzi notturni. Sempre notturni, perché le esultanze dureranno sempre molto.

Detto questo, sommiamo le due parti del teorema. Il pubblico vuole giochi semplici ed immediati, ma Dark Souls funziona perché è difficile. Il pubblico allora chiedere di introdurre una modalità facile. Ecco, beh, no. No. Questa è la versione corta. La versione un po’ più lunga dice che chi chiede una versione “semplice” di Dark Souls, sta chiedendo una cosa che non ha senso. Ed è inoltre una richiesta molto arrogante. Io suono il piano e se non so suonare un brano, non vado a chiedere all’autore di scrivermene una versione semplice “perché tanto a chi la sa suonare difficile non cambia niente”. Beh, non funziona così su ogni cosa. Semplificare un brano non significa togliere un paio di note a caso e allo stesso modo semplificare Dark Souls non può significare togliere qualche nemico o abbassare qualche danno. Dark Souls è stato studiato in questo dannato modo e funziona così. Se la difficoltà è troppo elevata per voi, la soluzione è assai semplice: cambiate brano. Non sta scritto da nessuna parte che tutti debbano essere in grado di fare tutto. Questa è un’illusione creatasi per il discorso fatto all’inizio, ovvero il brutto vizio che hanno preso le software house di creare prodotti adatti per la fetta più grande di mercato. Questo ha inflaccidito i pollici della maggior parte dei videogiocatori che ora si lamentano come delle checche: “eh, ma non ho tempo… io lavoro… non posso mettermi lì a finire il gioco…”. Sai cosa vi dico? Dark Souls non è il gioco per voi. E non prendetela sul personale. Direi la stessa cosa ad un tizio che è abituato a leggere 5 pagine al giorno e vuole mettersi a studiare un saggio di Dawkins. Non tutto è per tutti, fatevene una ragione.

In conclusione, chiedere di inserire a From Software una modalità facile per Dark Souls è un atto arrogante e semplicemente ridicolo dal punto di vista del gaming. Dark Souls è finalmente un gioco che soddisfa il tipo di utenza che ha bisogno di sfide ardue, che necessita di morire e che vuole un livello di attenzione sempre alto. From Software non deve affatto rendere Dark Souls più facile, ma anzi, stringersi la mano per la perfetta difficoltà (letteralmente) ottenuta. Per chi si lamenta, ci sono i Pennuti Arrabbiati.

UpdatebyItomi:
Pare che la frase in cui Hidetaka Miyazaki, il Game Director di DS, pareva indicare la creazione di un sistema a diversi livelli di difficoltà sia stata in realtà un errore di traduzione: Miyazaki ha chiarito che:

“Sto pensando come fare affinché tutti possano completare il gioco, pur mantenendo l’attuale livello di difficoltà ed inviando a tutti i giocatori i messaggi che si celano dietro ai nostri giochi”

Ok, “chiarito” è una parola grossa.

Fonte: Dark Souls: per Namco Bandai le dichiarazioni su una Easy Mode sono frutto di un fraintendimento (everyeye.it)

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