L’altra faccia del diavolo – recensione

L’avevo giurato eppure ho ceduto.
Ancora una volta non ho resistito e mi sono arreso alla legge del mercato del cinema andando a vedere l’ennesimo mockumentary a sfondo horror.
L’ho fatto perchè vedendo i trailer de “L’altra faccia del diavolo” pensavo che finalmente avrei assistito a qualcosa di differente rispetto a “L’ultimo esorcismo” ma nisba, anche a questo giro son rimasto deluso.
Il motivo è sempre lo stesso: la scontatezza che ormai sta raggiungendo questo tipo di cinema.

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Uno spettacolo povero, fatto di riprese con camera a spalla e finte interviste che trascinano la trama verso un massimo momento di climax che si risolve frettolosamente cercando di dare allo spettatore il consueto trauma di finale tragico e sospeso.
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Si, so che sto spoilerando a manetta, ma purtroppo la pellicola di William Brent Bell non asseconda nulla di quel che ci si poteva aspettare dal viral marketing e dai trailer che ne hanno preceduto la distribuzione.
Il “film che il Vaticano non vorrebe mai che tu vedessi” racconta la storia di Isabella, giovane statunitense di origini italiane che si reca a Roma per realizzare un documentario sull’esorcismo. La ragazza vuole indagare sul fenomeno perchè vent’anni prima sua madre, donna di Chiesa, altruista e generosa, ha commesso un triplice omicidio e si trova ricoverata presso un istituto psichiatrico del Vaticano perchè si presume che sia posseduta dal demonio.

Isabella incontra due giovani preti che praticano esorcismi con l’aiuto di strumenti tecnico-medici. Con loro assiste al primo esorcismo della sua vita e nonostante il forte trauma accusato dall’esperianza, chiede ai due uomini di Chiesa di tentare di esorcizzare la madre direttamente nella stanza ospedaliera. Ovviamente la donna rivela la sua effettiva possessione, nonchè l’intenzione del demonio che abita dentro di lei.

Onestamente non serve aggiungere altro perchè il prosieguo della pellicola è costituito da prevedibili colpi di scena e scontatissimi cliché sul tema che difficilmente riescono a regalare veri momenti di suspence.
In più di una scena si hal’impressione di assistere a scene palesemente rubate dai vari Paranormal Activty e Rec di turno e nemmeno l’ottima interpretazione delle due protagoniste riesce a far saltare dalla sedia lo spettatore più impressionabile.

Del resto abbiamo ormai fatto il callo alla piccola Regan e alle oscenità che proferiva nei confronti di Padre Merril e la visione di una ragazza accartocciata su se stessa in preda agli spasmi, seppur ottimamente realizzata, è comunque un deja vu onnipresente in tutte le pellicola del genere.
Insomma, L’altra faccia del diavolo soffre della mancanza di originalità ed è davvero triste vedere un prodotto così mal sviluppato visto che, considerata l’ambientazione e il tema trattato si poteva davvero utilizzare lo strumento del mokumentary per creare finalmente qualcosa di diverso.

Se devo pensare ad uno degli ultimi film post Esorcista (classe 1973!) che ritengo esser stato realizzato al meglio delle sue possibilità mi viene in mente “L’esorcismo di Emily Rose” che consiglio di noleggiare come alternativa a questa pellicola che, a mio personale parere, non merita certo la visione cinematografica.

Pubblicato in contemporanea su schermosplendente

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