Maria

Ho finito di scrivere questo racconto il giorno dell’immacolata. Però non sapevo che fosse l’immacolata, giuro.
Pare che non si capisca un cazzo, della storia. Questo perchè è estremamente artistica e tormentata.
La foto è mia, ed è stata esposta nello studio di miocuggino.

Maria ha gli occhi grandi, blu come il mare. E’ pallida, di carnagione chiarissima, con dei capelli castano chiaro che riflettono le luci al neon e un vestitino azzurro tutte pieghe di quelli che si possono comprare per due soldi nei mercatini o prosciugando una carta di credito in una boutique. Il suo lo ha acquistato in una boutique, ma non le ha prosciugato la carta di credito, no.
Le fa risaltare gli occhi, blu come il mare, spalancati.
Maria è morta.

Maria è morta per le conseguenze di due violenti colpi di accetta, il primo al collo e il secondo al petto, di taglio sul cuore.
E’ così magra, nel suo vestitino azzurro, che non si direbbe possa aver partorito solo tre mesi fa. Tre mesi nei quali Maria è rimasta in casa, provvedendo ad ogni bisogno della sua ragione di vita, diventando ogni giorno di più una madre.
Oggi no, oggi non voleva stare a casa. Oggi sentiva il bisogno di respirare aria fresca, di indossare un vestito nuovo, da lì l’esigenza di entrare in una boutique, da lì, la decisione impulsiva di indossare immediatamente il vestito, da lì la lunga passeggiata sul mare, buste alla mano, inciampando nei sandali troppo alti e ridendo, ridendo di gusto. Quant’era bella…

Poi l’incontro. L’uomo, un tipo strano, scuro, con la faccia di chi ha troppi pensieri e poche soluzioni, vestiti di poco conto e un’aria minacciosa. Lei sembrava stupita di vederlo, forse persino impaurita. Ma prima o poi arriva sempre quel momento in cui la tensione si risolve, e in quel momento Maria gli correva incontro, e lo abbracciava. Si chiama Ricardo. Viene dal Nord del Brasile. I due non si vedono da almeno sei mesi.

[more]Un anno prima, Maria sosteneva di essere la madre di Dio.
Tu lo sai, Signore, io sono sterile, e lo sono sempre stato. Quando Maria, un anno fa, venne da me, io… Io non seppi cosa fare, cosa dire. Maria era sempre stata buona con me, non mi aveva mai dato motivi di pensare cose strane, sbagliate. Quando venne da me e mi disse di essere incinta, io pensai che lei mi tradisse, mentre lei chiamava il miracolo. E i dottori, tutti i dottori che i soldi potessero comprare, li chiamammo discretamente, che non si pensasse nulla di male, fuori, sostenevano che Maria era incinta, e che psicologicamente, mentalmente, sembrava dicesse la verità. Pensammo anche ad uno stupro, ma era troppo allegra, troppo felice.

Allora chiamai un investigatore, per farla seguire durante la gravidanza. E scoprii che lei segretamente incontrava questo Ricardo. I due sembravano conoscersi molto bene, diceva l’investigatore, ma io non volli crederci, fino ad oggi, quando sul lungomare ho visto Maria corrergli incontro e gettargli le braccia al collo. E quando i due si sono lasciati, io l’ho seguita fino a casa, e ho chiamato Ricardo, volevo spiegazioni. Vedere Ricardo, lì, con le mani nei suoi capelli, e il sangue , così brillante che ci si poteva specchiare, e il suo bianco colletto da prete oramai completamente rosso, l’accetta nelle mani… Ho chiamato la Polizia. Ho detto loro di aver sentito strani rumori, in casa, ho detto di avere paura di scendere.
L’ultima cosa che ricordo, tra le lacrime, sono i poliziotti che spingevano Ricardo, in manette, dentro la 159 bianca e blu, con il piccolo, tra le braccia della tata, che piangeva senza sapere per cosa, per ora.

Signore perdonami perchè ho peccato, Signore perdonami per aver ucciso la madre di tuo figlio.
Io, non sapevo, non immaginavo! A casa, Maria tentò di spiegarmi, di parlarmi di Ricardo. Ma io non ascoltavo, non volevo ascoltare. L’accetta, l’avevo già in mano, e prima che potesse finire di pronunciare il suo nome, io l’avevo già colpita alla gola. Mentre moriva, a terra, sembrava così lontana. E mi disse: “Io ti perdono”.
“Stupida troia!” pensai “Non hai nulla da perdonarmi.”

I poliziotti non sono riusciti a portar via il cadavere. “Manca il fotografo” hanno detto. Nel frattempo è arrivata anche una lettera. Il mondo scorre, là fuori. Ho mandato a casa la tata e son rimasto seduto a guardare Maria. Ha gli occhi grandi, blu come il mare.

E la lettera, quella lettera maledetta. Se solo fosse arrivata al mattino. L’investigatore alla fine aveva fatto bene il suo mestiere, era semplicemente arrivato tardi.
Signore, perdonami, crescerò tuo figlio come se fosse mio, abbi pietà di me.
Quella lettera, breve, concisa, diceva solo una cosa: E’ il fratello.
Signore, abbi pietà di me.[/more]

[CoolStoryBro] è la rubrica di Lega Nerd dedicata alla letteratura amatoriale

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