Cool Story Mix

E facciamo vedere che questa sezione della Lega esiste ancora! Per chi non si ricordasse, CoolStoryBro è lo spazio letterario che accoglie scritti degli utenti di Leganerd, sia sul blog che nell’apposito gruppo del forum.
Dopo il grande successo dei due concorsi lanciati ed organizzati da @hank, l’ultimo dei quali ha avuto anche ricchi premi e cotillon per il primo classificato, si è un po’ spenta la partecipazione, ed ecco quindi questo articolo che vi propone tre racconti brevi apparsi nella sezione ma mai pubblicati (lo so, sono un admin fancazzista).
[spoiler]Vabbè ringraziamo anche che @abbo ha minacciato di pubblicare articoli contenenti sue barzellette rendendo necessario questo articolo. :rofl: [/spoiler]

L’ultima bicicletta

Questo aborto racconto l’ho scritto per partecipare a un mini-concorso che aveva come tema la bicicletta e come limitazione il non sforare le 1800 battute -infatti sono 1400 :D -. Sul forum si trova qui.

“Nonno, si e’ bucata di nuovo la ruota davanti, questa camera d’aria non ce la fa più…”
“Eh cavolo, devi stare più attento figliolo, lo sai che è l’unica che ci è rimasta.”
“Perché l’abbiamo solo noi, nonno?”
“Siediti che ti racconto una storia.
Quella bicicletta l’ho costruita io un sacco di tempo fa per tuo padre: dovresti andar orgoglioso di possederla ancora.
Ti chiedi perché la città è così desolata, perché c’è così poca gente… Ebbene tutto risale al 2021: in quell’anno finì il petrolio. Nessuno aveva fatto niente per proporre un’alternativa utilizzabile ai trasporti, alle industrie e all’economia. Il mondo era d’improvviso calato in un medioevo post-tecnologico.
Gli unici mezzi che ancora funzionavano, eccetto quelli a trazione animale, erano giusto le biciclette: prima vennero requisite per gli utilizzi dello stato e infine adoperate durante l’ultima guerra, quella che segnò la dissoluzione delle Nazioni e di quell’idea di mondo che conoscevamo nonché la completa sparizione di questi comodi mezzi di locomozione.
Se non fosse stato per tuo padre, che è riuscito a far sparire dalla circolazione quel poco materiale che ci era rimasto da quando avevamo razziato quel negozio di biciclette, tra gomme, camere d’aria e catene, non saresti qui a lamentarti di quanto spesso si sgonfino le ruote.
Quella che stai usando è l’ultima bici funzionante del mondo e la devi tenere d’acconto.”

[more]Già che dovete flammarmi per avervi ucciso gli uochi con roba nerdtrash (cit), beccatevi questo breve componimento uscito da qui con almeno due citazioni, :cookie: per chi becca a cosa stavo pensando senza spiare il forum.

L’ultimo uomo sul nostro pianeta
stava camminando su un spiaggia
quando lesse, presso la sua meta,
“Suicidati, fa una scelta saggia”.
“Ohibò non ci penso neppure” disse
poco prima che un meteorite
cadendo dal cielo lo colpisse,
terminando l’ultima delle vite.

[/more]

La notte (di @diegostamigni)

Pubblicata originariamente in questo topic del forum.

Quando fa troppo caldo e non riesco a prendere sonno di solito infilo un jeans, una t-shirt, prendo il pc e scendo di casa.
Erano le 2 di notte.

Ehi dove cavolo è finita la maglietta Google?

Sicuramente l’aria fresca della notte mi aiutava a ragionare. Non che avessi di problemi alquanto gravi, ma amavo pensare a problemi, perché adoravo risolverli.
Camminai lungo il viale, non c’era un cane in giro, ma di puttane se ne vedevano. Decisi di andare a prendere una birra.

Perché diavolo mettono le mani nel mio guardaroba ?

Arrivai al Lounge Bar e collocai il culo sulla prima sedia libera. C’ero solo io. Ordinai una birra forte, fruttosa. Bionda. La cameriera era bionda, forse volevo lei.

Che culo.

Tirai fuori il pc. Fottuto Chromebook, avevo trovato un modo per migliorare i Cursor in quella dannata app, dov’è Eclipse ?

La bionda mi portò una Bionda, fredda, forte, come piaceva a me. Pensai che avrei dovuto muovermi a berla prima che diventasse aspra da vomito. Lei si sedette al tavolo con me. Chiese che pc avessi, era bianco, con il simbolo di Chrome e non aveva la mela.
La guardai, probabilmente non feci neanche caso ai suoi occhi e credo di averle raccontato la storia di Google. Forse le accennai anche dei fottuti cursor, ma l’unica cosa che le interessò fu Angry Birds preso dal market.

Gran figata

Chiese se lavorassi per Google, perché avevo quella t-shirt. Pensai che avevo scelto la maglia giusta, la prima che mi capitò per le mani fu quella con il logo di GNU. Non mi piacciono gli zoo. Puzza.
Volle giocare con quel fottuto gioco idiota che non so neanche per quale motivo fosse installato sul mio sistema. Mi girai una sigaretta guardandola e pensando che il senso della gravità non è comune proprio a tutti.
Ricordo ancora il suo profumo, fu l’unico a svegliarmi. Un profumo dolce. Un’altro fottuto sogno.

E finalmente… la donna perfetta!

Pubblicato originariamente qui l’autore purtroppo si è cancellato, quindi non posso accreditarlo. Ho leggermente editato con accapi per renderlo più leggibile.

Era una sera di fine estate. Faceva caldo, ma neanche troppo, l’autunno era alle porte. Solita compagnia d’amici, più qualche faccia nuova. Facce nuove tra le quali vidi lei! MERAVIGLIOSA! Pelle abbronzata da una vacanza finita da poco in chissà quale posto esotico del mondo. Alta, due gambe chilometriche in mostra grazie a una gonna più corta di quanto qualunque padre accetterebbe. Il duo fianchi-vita disegnavano due curve geometricamente perfette, per poi salire, ed arrivare a un seno sodo, abbondante ma non troppo. Due labbra carnose, ma proporzionate. Un naso giusto un po’ aquilino, ma niente di esagerato. Un sorriso, poi, di un bianco che, se Michael Jackson avesse avuto quei denti, nessuno si sarebbe accorto dello sbiancamento! E poi quegli occhi. Dio che occhi! Un verde unico! L’ho cercato pure su Photoshop, ma niente che si avvicini a quella tonalità! Immaginatevi il verde più bello che ci sia… Ecco! Di quel colore! Tutto questo a condire un viso armonioso, con appena un filo di trucco per niente volgare, sotto una chioma di capelli neri lunghi fino al fondoschiena.
In disparte chiesi: “Luca… ma quella?!” e lui “Bella eh? Si chiama Daniela! Ma lasciala perdere, è una preda impossibile!”
“Eh lo so…” risposi.
“No, non sai, poi ti spiego!”.

Andammo a mangiare cinese. Ci sedemmo e cominciammo a fare conversazione. Il locale era stranamente più pieno del solito e di conseguenza il servizio fu più lento. Il che diede tempo al sottoscritto, decisamente impossibilitato dalla gentile Madre Natura a poter contare sul suo aspetto fisico, di sfornare le sue battute migliori alla disperata ricerca di fare lo splendido davanti a quella dea!

Serata gradevole. Uscimmo dal ristorante e ci si separò. Il mio amico Luca mi disse: “Wè, l’accompagni tu la Dani a casa? Tanto abita qui vicino”. Saluti collettivi e… la bella e la bestia erano soli!
I primi cento metri filarono lenti e in silenzio.
Poi, per fortuna, fu lei a rompere il ghiaccio: “Il tuo gruppo preferito?” e io “Eh?!”.
Le scappò una risata dolcissima, e ripeté: “Qual è il tuo gruppo preferito?”.
Risposi: “Mmh… direi i Pink Floyd” e lei: “Nooooo! Anche io li adoro! Dicono tutti che è musica da vecchi, ma a quanto pare non sono la sola ad ascoltarla!”.
Aggiunse: “Il mio colore preferito è il verde!”. Realmente è tutt’oggi il mio colore preferito, quindi: “Anche il mio, giuro!”.
Poi dissi: “Film preferito: la trilogia di Ritorno al Futuro!” e lei urlò: “GRANDE GIOVE! Anche il mio!”!
E lì basta. Accendete il forno a 200°C. Metteteci dentro un pollo e lasciatelo cuocere qualcosa come 25 anni. Ecco, io ero cotto più o meno così! Ma il giochino andò avanti!
Lei: “La mia pizza preferita è la quattro formaggi, però…” la interruppi e aggiunsi: “SENZA pomodoro!”
Scoppiò a ridere: “Ma è assurdo!”
“Paranormale, oserei dire!” risposi.

E niente, che ci crediate o no, fino al portone di casa sua andammo avanti ad esporci le nostre preferenze nei campi più disparati, con un’impressionante e unica risposta: “Anche io/a me/ecc ecc!”!
Mentre frugava nella sua borsetta in cerca delle chiavi di casa, il mio stato d’animo era qualcosa di indescrivibile! E nonostante, appena la vidi, a inizio serata, mi sembrò irraggiungibile, ero ormai certo di un invito a salire da lei: finalmente la ruota girava! Dopo innumerevoli due di picche, rifiuti e umiliazioni, ero in cima al mondo!
Infatti: “Senti… ti va di salire? Voglio scoprire se esiste qualcosa su cui non siamo d’accordo! Ti va?”
“Ma certo! Dai vai avanti!”. (Tachicardia a mille! Ero a un passo dall’infarto!)
Infine disse: “A me piacciono le donne!” e io: “Anche a me! Ma ti rendi conto di quante cose abbiamo in comune? Sei la mia donna ide… buonanotte, devo andare…”.
Corsi via. Sentii un “Ehi, ma…”, ma, con in testa le parole di Luca, “Preda impossibile” e “Poi ti spiego”, chiusi il portone alle mie spalle e non la sentii più… proprio più…

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