Il St. James Infirmary blues

Prima di Burzum, prima di MM, prima dei Led Zeppelin, prima di Justin Bieber, l’unico genere musicale che poteva fregiarsi del titolo di “maledetta” era (ed è) il Blues.

Scrivere sul Blues, su tutti i suoi generi e sottogeneri, sui suoi eroi ed antieroi, sui suoi idoli di carta e d’oro è un compito difficile e quasi impossibile; parlare di Blues è come tessere un lungo elogio funebre dedicato a Mr. Hyde, vivere il Blues è come bere un caffè amaro corretto al fiele ogni mattina.

Di tutte le sue malinconiche sfaccettature, il St. James Infirmary blues è il più funereo e languido.

Per usare termini meno desueti, possiamo identificare il S.J.I.B. in una sorta di meme sonoro in cui sia il testo, sia lo stile esecutivo viene modellato sul gusto dell’ esecutore, senza però intaccare il nucleo triste e doloroso che lo contraddistingue.

Prende il nome dal St. James hospital di londra, un nosocomio specializzato nella cura del morbo di Hansen, chiuse i battenti nel 1532, dopo che Enrico VIII ne acquistò la proprietà per trasformarlo nel St James’s Palace.

La canzone è una sorta di dialogo tra due amici in cui il più triste e depresso dei due, seduto in un bar, racconta una terribile scoperta: aver trovato la sua amata morta proprio all’interno di quella sofferente struttura.

Nonostante, come abbiamo già ribadito, il testo e gli orpelli sonori cambiano di versione in versione, il testo “base” è quello scritto da Louis Amstrong:

I went down to St. James Infirmary,
Saw my baby there,
Stretched out on a long white table,
So cold, so sweet, so fair.
Let her go, let her go, God bless her,
Wherever she may be,
She can look this wide world over,
But she’ll never find a sweet man like me.

La versione che introduce questo post è quella creata da Cab Calloway per il corto animato “Betty Boop is Snow white” (spezzone oserei dire inquiedelico).

Qui sotto una breve lista di link delle versioni più belle ed importanti, molti infatti sono gli artisti che si sono cimentati in arrangiamenti sul tema.

Louis Amstrong

Danny Barker

The White Stripes

Hugh Laurie

Scatman Crothers

RE:Generation
The Raconteurs - Carolina Drama. Live in studio
The Johnny Cash Project
Hugh Laurie, da House al Blues
The White Stripes
R.I.P. Gary Moore
Rock me Baby