Kim Rossmo e il geographic profiling

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Kim Rossmo è un criminologo canadese, specializzato nel profiling geografico. Si è unito al Vancouver Police Department come impiegato civile nel 1978 e divenne un ufficiale giurato nel 1980. Nel 1987 ha conseguito un Master in criminologia alla Simon Fraser University e nel 1995 divenne il primo poliziotto in Canada ad ottenere un dottorato in criminologia. La sua tesi di ricerca ha portato ad una nuova metodologia criminale investigativa denominata profiling geografico, basata sulla formula di Rossmo.

Negli anni ’80 l’agente Rossmo, che coltivava parallelamente al suo lavoro l’interesse per la matematica utilizzò le sue conoscenze in questa disciplina e le sue modellizzazioni come strumento di investigazione. Riesaminando vecchi casi di killer o stupratori seriali costruì una formula, detta appunto formula di Rossmo, la quale permette di associare, una volta inseriti i parametri del caso, ad ogni punto di una mappa la probabilità che tale punto sia una base (residenza, luogo di lavoro) del criminale (a patto chiaramente che si tratti di un criminale di tipo seriale). Qualche tempo dopo sfruttando tale formula Rossmo costruì un programma, Rigel che costruiva le mappe del quale oggi il creatore si occupa, aggiornandolo e insegnandone il funzionamento alla Texas State University, dove tutt’ora è docente.

Grazie a questo nuovo metodo nel 2002 è stato arrestato Robert Pickton; ma anni prima che Rossmo iniziasse a lavorare a questo progetto, c’era già qualcuno che cercava “un centro di gravità” che gli facesse capire quale fosse l’area dove abitava un altro serial killer, lo squartatore di Yorkshire.

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L’assassino colpiva ormai già da quattro anni, quando nel 1979, un mitomane mandò un nastro registrato al capo della polizia George Oldfield, nel quale si sentiva un forte accento dell’area di Sunderland, e le indagini furono concentrate tutte in quella zona; ma di tutt’altra opinione era Stuart Kind (il nostro eroe), che sosteneva che l’assassino risiedesse nella periferia di Bradford, tra i sobborghi di Manningham e Shipley. Questa “ispirazione” gli era venuta osservando un irrigatore da giardino. Le gocce d’acqua si distribuivano su una vasta area, pur uscendo tutte dallo stesso punto, quindi studiando la porzione di prato bagnata, era possibile individuare il punto da cui le gocce erano partite. Allora Kind distribuì su un foglio i luoghi del crimine a partire dalle coordinate geografiche di ognuno, e accanto ad ogni punto indicò le ore di buio a disposizione per la fuga prima dell’alba. Ipotizzò che il killer doveva abitare più vicino ai punti in cui aveva colpito a notte avanzata (troppo rischioso tornare a casa con la luce del giorno rischiando di insospettire qualcuno). Per circoscrivere la zona, fece una media pesata delle coordinate, tenendo presente l’informazione sul tempo per la fuga. Consegnò il rapporto il 17 Dicembre 1980, e pochi giorni dopo il killer venne arrestato. Si chiamava Peter Sutcliffe e abitava tra Manningham e Shipley.

Mariano Tomatis su Crime & Scienza di Gennaio[/more]

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Questa qui sopra è appunto la formula di Rossmo; a sinistra dell’uguale, c’è anzitutto la probabilità di un punto appartenente ad una mappa alle coordinate i, j di essere una sede del killer (i e j vengono usati come indici per rappresentare la riga e la colonna). A destra, c’è una costante k, moltiplicata per la sommatoria dei casi conosciuti; e tutto ciò è moltiplicato per altri due termini. Il primo termine descrive l’idea di probabilità decrescente all’aumentare della distanza, il secondo termine si occupa del concetto di zona cuscinetto. La variabile φ viene utilizzata per dare più peso ad una delle due idee, mentre la variabile B descrive il raggio della zona cuscinetto.
L’idea è che la probabilità di crimini aumenta mentre ci si muove dalla “hot zone” attraverso la zona cuscinetto, per poi diminuire, dando così la possibilità di mappare il tutto, in modo da concentrarsi in una zona più specifica e ristretta.

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Blog di Mariano Tomatis

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