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Edmund “Big Ed” Kemper III – The Co-ed Killer

Per la mirabolante Rubrica BdS: Bagno di Sangue , ecco a voi Edmund “Big Ed” Kemper III, soprannominato The Co-ed Killer (Il Killer delle Studentesse), omicida seriale che ha colpito indisturbato la California, tra il 1963 e il 1978.

Il “buon” Big Ed, era da molti considerato un gigante buono, un ragazzo grande, grosso e intelligente, che passava le giornate al Jury Room, un bar di Santa Cruz frequentato prevalentemente da Agenti di Polizia, con i quali il timido Edmund parlava di pregi e difetti di armi da fuoco e munizioni (una passione che porta dietro dall’adolescenza).
Le persone di Santa Cruz non potevano pensare che quel ragazzone di 2,07 metri fosse in realtà un folle omicida, che prima di compiere 16 anni uccise gli anziani nonni paterni, e durante la maturità sei autostoppiste, la madre, e un amica della madre. Omicidi compiuti senza pietà e pianificati con grande attenzione e cura nei particolari, senza un indizio ad incolpare quel timido e impacciato ragazzo.

Atto I – L’infanzia e l’Ospedale Statale di Atascadero.

Edmund Emil Kemper III nasce a Burbank, California, il 18 dicembre 1948 e la sua infanzia è molto simile a quella di altri omicida seriali.
Dopo la separazione e il divorzio dei genitori, Clarnell e Edmund Emile Kemper Jr., Edmund III a 13 anni si trasferisce con la madre, una donna severa e dominatrice, che trova sempre occasione per disprezzarlo e ricordargli delle dimensioni sproporzionate. Allo stesso modo le sorelle lo trattano in malo modo, e per anni è costretto a dormire in cantina, in quanto sarebbe indecente fargli condividere la camera con una ragazza, seppur una propria sorella.

Nonostante l’impegno che entrambi i genitori mettono per assicurare ad Ed una buona istruzione, il ragazzo rimane comunque difficile, fatica a fare amicizia, ha paura che gli altri bambini possano fargli male, e il dolore del divorzio dei genitori lo rende un bambino introverso, che precocemente inizia a sviluppare fantasie sessuali violente che sfoga su piccoli animali raccolti per strada, che prima tortura e poi uccide, e infine fa a pezzi.
Dopo che la madre si arrende alle stranezze del ragazzo, Ed viene mandato a Los Angeles dal padre e la seconda moglie, per essere poi spedito nel 1963 a North Fork, California, a vivere con i nonni paterni che gestiscono una fattoria di 17 acri.

Il ragazzo sembra migliorare, e la situazione con i nonni è migliore che con i genitori, nonostante essi lo trovino sconcertante, ma Ed non si distingue per atti problematici o violenti, spiccando solamente per l’imponenza della sua stazza fisica. Il regalo da parte del nonno, un fucile calibro .22, diventa la valvola di sfogo della violenza di Big Ed verso conigli, tartarughe, e selvaggina.

Dopo una breve visita estiva in Montana dalla madre, Ed torna cambiato, più scontroso e cattivo, le fantasie violente tornano con protagonista Maude, la nonna, che diventa poco tempo dopo la sua prima vittima: il 27 agosto del 1964 Edmund la coglie alle spalle con tre colpi del suo fucile calibro .22, uno alla testa e due alla schiena.
Dopo aver avvolto il corpo in un telo da bagno, e averlo trascinato in camera da letto, si mette in attesa del nonno, uscito per commissioni, che al suo ritorno fa solo in tempo a scendere dall’autocarro, prima di venire colpito da un colpo di fucile direttamente alla testa.

Su consiglio telefonico della madre Ed abbandona il suo piano di nascondere i cadaveri e spargere la notizia che i nonni sono partiti, e si costituisce. Alla polizia confessa di aver spesso desiderato la morte della nonna, mentre l’uccisione del nonno è stato solo un gesto caritatevole: voleva risparmiargli un attacco cardiaco nel vedere la moglie morta. Gli psichiatri diagnosticano Edmund Kemper come psicotico paranoico e lo fanno rinchiudere nell’Ospedale Statale di Atascadero. È il 6 dicembre 1964, e Ed deve ancora compiere 16 anni.

Durante il soggiorno in Ospedale, Edmund è orgoglioso di poter aiutare i medici a guarirlo, e stringe amicizia con altri ricoverati all’istituto, soprattutto stupratori seriali, iniziando così ad avere una concezione del sesso incentrata sulla dominazione e sulla violenza. Nel 1969 si converte al Cristianesimo e dimostra di essere una persona normale, uscendo così nel mondo esterno, che non ha particolari impatti negativi sulla sua vita, e inizia a studiare in un college locale sotto la supervisione della Youth Authority.

Atto II – Il sogno della Divisa

Sono gli anni ’70, e mentre attorno a lui vivono spensierati gli hippy, con i loro capelli lunghi e il loro disprezzo per l’autorità, Edmund Kemper va in giro vestito elegantemente, con i capelli corti e i baffi tagliati in modo impeccabile, con il sogno della carriera in Polizia ben in mente. Le sue speranze di carriera vengono ben presto spente da quel maledetto fisico sproporzionato che lo perseguita dalla nascita: Ed supera di molto l’altezza massima richiesta per diventare un agente e, deluso e amareggiato, si consola comprando una moto del modello usato dalla polizia statale. Nonostante l’incidente di percorso, Ed continua con i progressi negli studi, ma la CYA decide di rimandarlo a Santa Cruz, contro il volere degli psichiatri di Atascadero, mandandolo in affidamento alla madre, uscita con un altro divorzio da un secondo matrimonio.

Clarnell Strandberg lavora all’università Californiana di Santa Cruz, è conosciuta e rispettata, ma al ritorno di Edmund i cattivi rancori tornano prepotenti: i due litigano continuamente, tanto da far allertare spesso i vicini. E’ in questo periodo che Ed inizia a frequentare il Jury Room, e ancora affascinato dalla divisa stringe amicizia con gli agenti assidui frequentatori del bar, parlando di armi e munizioni, ed proprio da loro che arriva il nomignolo affettuoso di “Big Ed”.

Trova lavoro nella Società Autostrade, riesce a trovare una casa in cui vivere separato dalla madre, e acquista un’auto dello stesso modello di quello utilizzato dalle forze dell’ordine, che modificherà con una ricetrasmittente in modo da farla assomigliare ancora di più ad un’auto della Polizia.

Inizia così l’hobby che lo porterà a commettere 6 cruenti omicidi, quello di raccogliere autostoppiste per studiarne il modo di comportarsi, e dopo diverso tempo in cui mette a tacere le stesse fantasie violente che l’hanno “perseguitato”, decide che è ora di metterle in pratica. Modifica l’auto in modo che lo sportello del passeggero non si possa aprire dall’interno, custodisce nel bagagliaio borse di plastica, coltelli, pistole, e coperte, e arriviamo così al 7 maggio 1972.

Mary Ann Pesce ed Anita Luchese sono due studentesse del college di Fresno, che dopo una vacanza a Berkeley voglio andare alla Stanford University in autostop: non arriveranno mai a destinazione. Dopo averle rassicurate e scorazzate per qualche chilometro, Ed ha estratto una pistola da sotto il sedile e le ha prese in ostaggio, dirigendo l’auto verso un’area disabitata dove rinchiude Anita nel bagagliaio, mentre Mary Anna viene ammanettata. Cerca di soffocarla, ma la ragazza si difende ed è costretto a pugnalarla ripetutamente, tagliandole infine la gola per sicurezza. Poi passa ad Anita, facendole fare la stessa fine.
I due corpi vengono decapitati e violentati, Mary Ann è stata portata a casa, sezionata e sepolta a pezzi nella stessa busta di plastica in cui Ed aveva cercato di soffocarla. Il corpo e la testa di Anita invece non sono mai stati ritrovati e non si sa che fine abbiano fatto.

Nessuno sospetta minimamente di Bid Ed, un ragazzo sfortunato ma pulito, gentile e “per bene”, così Edmund continua il suo hobby.

Quelli che seguono, sono gli altri omicidi compiuti dal nostro “amabile” Big Ed, data la lunghezza inserisco come approfondimento, ma se avete qualche minuto da buttare via, vale la pena continuare a leggere.

[more]È la sera del 14 settembre 1972, Aiko Koo è una ballerina 15enne di origini coreane, in viaggio per un concorso di ballo. L’autobus che la ragazza dovrebbe prendere è molto in ritardo e lei è stufa di star ad aspettare, così decide di fare l’autostop. Verrà caricata da Ed.
L’uomo dice alla ragazza che ha deciso di suicidarsi e che, se lei vuole sopravvivere, non deve fare gesti inconsulti né mandare segnali ai passanti. La ragazza obbedisce e l’assassino la porta in una stradina sperduta di montagna. Nuovamente tenta di soffocarla, questa volta con indice e pollice contro le narici, ma la cosa si rivela un’impresa titanica: ci vogliono numerosi tentativi, ma alla fine la ragazza perde i sensi. Ed la violenta e la strangola nuovamente con una sciarpa, per essere sicuro della sua morte, quindi la chiude nel bagagliaio e si reca ad un locale a farsi un paio di birre.

Qualche ora dopo Edmund va anche a casa della madre. Ogni tanto esce con una scusa, apre il bagagliaio e ammira la sua conquista.
Tornato a casa seziona Aiko sul proprio letto come aveva già fatto con Mary Ann, poi si libera dei pezzi, ma in maniera sparsa: il corpo da una parte, la testa da un’altra parte, le mani e le braccia ancora altrove. Molto poco sarà ritrovato del corpo della ballerina coreana, e nessuno penserà di mettere in relazione la sua morte con la scomparsa delle due autostoppiste.

”Effettivamente ho divorato in parte la mia terza vittima. Ho tagliato dei pezzetti di carne che avevo messo nel congelatore. Una volta scongelata, ho cotto la carne in un pentolino con delle cipolle. Poi ho aggiunto della pasta e del formaggio.”

Passano quattro mesi, gli altri due serial killer della Bay Area hanno cominciato a mietere vittime, l’opinione pubblica è terrorizzata e all’erta ma nessun sospetto è ancora ricaduto su Edmund Kemper.
L’8 gennaio 1973 Big Ed compra una pistola nuova, calibro .22, anche se per i suoi precedenti gli sarebbe vietato. È felice dell’acquisto, ma ha paura che la polizia lo arresti per possesso illegale d’arma da fuoco, così decide di sfogarsi compiendo un nuovo omicidio.
A chiedere un passaggio questa volta è una certa Cindy. Kemper la porta nelle colline vicino a Watsonville e le spara un colpo in testa con la pistola nuova. Poiché Ed si è recentemente trasferito da sua madre, per potersi portare il cadavere in casa e stuprarlo è costretto ad aspettare il mattino dopo, quando Clarnell va a lavorare.
Cindy viene sezionata nella vasca da bagno, con un’accuratezza disarmante: Edmund fa sparire ogni piccola traccia, le rimuove anche il proiettile dal cranio e poi seppellisce la testa nel giardino della madre. Il corpo viene raccolto in diverse borse di plastica e lanciato da una rupe, eppure verrà ritrovato solo 24 ore dopo. Kemper ne prende atto ma non se ne preoccupa affatto, è stato accurato in maniera straordinaria ed è pronto a uccidere nuovamente.

Nella notte del 5 febbraio 1973, Edmund e Clarnell hanno un litigio più violento del solito, Ed esce di casa infervorato e pronto per colpire. Raccoglie per prima Rosalind, conversa con la ragazza, fanno amicizia e si fermano a caricare un’altra autostoppista, Alice. La ragazza entra in macchina senza nessuna trepidazione, rassicurata dalla presenza di Rosalind e dallo stemma dell’University di Santa Cruz che Clarnell ha attaccato alla vettura.
Questa volta Kemper ha in mente una novità: non vuole fermare la macchina per compiere i suoi omicidi. Dopo aver girato per un po’ di tempo, Big Ed dice a Rosalind di guardare il paesaggio che è meraviglioso e, appena la ragazza volge lo sguardo incuriosita, le spara un colpo alla testa. Alice non ha nemmeno il tempo per reagire perché Edmund punta la pistola nel retro e scarica tutti i proiettili che gli sono rimasti, tranne uno, che riserva nuovamente alla testa di Rosalind.
I cadaveri vengono trasferiti nel bagagliaio e, dopo una sosta al benzinaio, Ed si reca nuovamente a casa della madre. Con la scusa di andare a comprare le sigarette, l’uomo ri-esce subito dopo, prende i corpi e li decapita.
Il mattino dopo, come era successo con Cindy, Ed porta i cadaveri in camera, leva i proiettili dalle teste, li stupra e li seziona. La maggior parte dei pezzi vengono abbandonati a Santa Cruz, mentre teste e mani finiscono a Pacifica.
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Atto III – L’epilogo

È il week-end di Pasqua, è passato un mese dall’ultimo doppio brutale omicidio, ed Edmund ha deciso che è giunto il momento di sbarazzarsi di quell’antipatica di sua madre.
Mentre la donna va a letto e si addormenta, Big Ed rimane seduto sul proprio letto, a meditare sulla situazione e a pianificare accuratamente il suo ennesimo omicidio, quello più a lungo pregustato e atteso. Alle 5:15 di mattina prende un martello in cucina e si dirige alla camera da letto di Clarnell. La colpisce una volta sola, con violenza inaudita, quindi le taglia la gola.
Dopo qualche minuto di riflessione decide di decapitarla, rimuovendole quasi chirurgicamente la laringe nell’operazione. Pulisce ogni traccia, nasconde il cadavere nell’armadio e butta la laringe nella macchina trita rifiuti: il fatto che questa la risputi fuori non sorprende per niente Edmund, al contrario l’uomo comprende benissimo il macchinario, anche lui lo avrebbe fatto.

”Mi sembrava appropriato dato che non aveva fatto altro che urlare, strillare e inveire contro di me per anni.”

Il pomeriggio seguente Ed passa le ore meditando sul da farsi, cercando un modo per uscirne, soprattutto sa che, se qualcuno trovasse il cadavere di sua madre, la colpa ricadrebbe immediatamente su di lui. Così quando alle 17.00 una collega di Clarnell, Sara Hallett, chiama a casa per parlare con la donna, Ed si affretta a invitarla a cena, dicendo che è una sorpresa in onore della madre.
Appena Sara arriva, viene strangolata, prima a mani nude, poi con la sciarpa di Aiko. Il cadavere di Sara viene disposto, nudo, sul letto della madre e Edmund Kemper lo violenta tutta la notte.

La fuga di Ed inizia la mattina successiva, 18 ore di guida verso Est prima con la macchina di Sara, e poi con una in affitto, fermandosi solo per rifornimenti di cibo e benzina, ma quando esausto arriva a Pueblo, Edmund si ferma ad una cabina telefonica, chiama la centrale di Polizia di Santa Cruz, e confessa tutti i cruenti omicidi commessi, fornendo particolari, e successivamente portando gli investigatori ai vari luoghi di deposizione dei cadaveri.

Edmund “Big Ed” Emile Kemper III, viene condannato per 8 omicidi di primo grado, e dopo una breve permanenza in clinica medica, viene spedito al carcere di massima sicurezza di Folsom. Nonostante la richiesta della pena di morte (sospesa all’epoca), fu condannato all‘ergastolo. Kemper da parte sua, non ha mai mostrato nessun segno di rimorso e non ha mai chiesto scusa ai genitori e parenti delle sue vittime. Anzi è parso addirittura orgoglioso del suo acume criminale e del fatto che per arrestarlo, la polizia abbia dovuto attendere che fosse lui stesso a costituirsi.

Dal 1973, anno della condanna, Ed Kemper si è laureato e insegna informatica in carcere e partecipa attivamente a un programma di trascrizione di opere letterarie in alfabeto Braille per i ciechi. Queste attività gli hanno procurato diversi premi dall’amministrazione carceraria americana. Nonostante la buona condotta e l’aver scontato quasi quarant’anni di detenzione, Edmund Kemper è tutt’ora imprigionato nella California State Prison, di Vacaville, California, ma il serial killer ha fatto sapere che presenterà una richiesta per il rilascio su parola nel 2012.

Qui e qui un paio di foto del ragazzone.

Fonti:
occhirossi.it
Wiki

[BdS] – Bagno di Sangue è la rubrica di Lega Nerd che racconta i delitti più efferati, assurdi, curiosi e famosi della storia

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