Internet: un modo per far crescere il PIL


New report from Ericsson says mobile data traffic will grow 10-fold between 2011 and 2016, mainly driven by video
Mobile broadband subscriptions grew by 60 percent in one year and are expected to grow from 900 million in 2011 to almost 5 billion in 2016
By 2016, users living on less than 1 percent of the Earth’s total land area are set to generate around 60 percent of mobile traffic.

Entro il 2016: 10 volte gli abbonati e 40 volte il traffico

Ericsson, multinazionale svedese che produce gran parte degli apparati che permettono ai vostri cellulari e telefoni di casa di comunicare tra di loro, ha pubblicato un report molto interessante, sopratutto per i non addetti ai lavori.

Il report (introdotto nel video qui sopra) si intitola “Traffic and market data report” e analizza lo stato attuale e le previsioni di traffico Internet attraverso i dispositivi fissi e mobili (PC, smartphone, tablet etc).

Ci potete trovare indicazioni sui trend previsti nelle tecnologie e nei modi d’uso della rete, sia in “casa” che in mobilità.

La banda ultra-larga

Su :ln: abbiamo già parlato di reti di telecomunicazioni (quel qualcosa che molti di noi spesso dimentichiamo esista quando parliamo di Internet gratis) e di banda larga (secondo l’ITU-T per “banda larga” si intende una connessione ad Internet ad una velocità superiore ai 2Mb/s).

Il punto era sempre che l’Italia si trova troppo in basso in tutte le classifiche sia sulla diffusione della banda larga, cioè la disponibilità per gli utenti, sia sulla velocità di accesso.

Ebbene oggi, per essere competitivi con i Paesi OCSE serve avere la cosiddetta banda ultra-larga, cioè una tecnologia di accesso alla rete con velocità superiore a quelle garantite dai migliori ADSL in circolazione (obiettivo 50 – 100Mb/s), non resta che rimboccarsi le maniche, metter mano al portafogli e realizzare la NGN, la Next Generation Network basata sulla fibra ottica (quello che Fastweb ha fatto, sebbene su aree limitate).

Si tratta una infrastruttura piuttosto costosa (nell’ordine di 8 miliardi di Euro per coprire il 50% della popolazione italiana, ma ne vale la pena.

E non solo per scaricare pornazzi a velocità mai viste prima, ma per far crescere il PIL del Paese!

L’impatto di Internet sull’economia e sul lavoro

Lo studio di Ericsson, svolto in collaborazione ai consulenti di Arthur D. Little, evidenzia come:
1) Il raddoppio della velocità media di connessione alla rete in un Paese aumenta il PIL dello 0.3%

2) Ogni 1000 nuove connessioni alla rete si creano 80 posti di lavoro.

3) Per ogni incremento del 10% della penetrazione della banda larga il PIL aumenta di circa l’1%

Ora capite come in un momento come questo la NGN potrebbe essere più utile al Paese di “grandi opere” quali autostrade, TAV o ponti sullo stretto?

Anzi, proprio grazie alla banda larga ci sarebbe meno bisogno di far spostare le persone (telelavoro, telemedicina, conferenze online, formazione a distanza, vendita via web etc), con i benefici che potete immaginare.

Ma non è solo questo, la rete crea posti di lavoro, impresa, aumenta la competitività e l’apertura delle imprese ai mercati internazionali.

I risultati di Ericsson, in realtà, ricalcano altri prodotti da analisti quali ad es. McKinsey (Internet matters: the Net’s sweeping impact on growth, jobs and prosperity), A.T. Kearney (Viable Future Model for Internet) etc, e c’è ormai consapevolezza ovunque nel mondo che la rete è effettivamente uno strumento potentissimo per la crescita.

Nei giorni scorsi anche AltroConsumo ha inviato un appello al Parlamento indicando una serie di misure anticrisi tra le quali:

Banda larga e sviluppo digitale
L’aumento della penetrazione della banda larga può comportare una crescita considerevole del Pil. L’Europa del futuro sarà sempre più digitale, l’Italia è indietro e non può perdere il passo. Nell’immediato dobbiamo affrontare la crisi, ma questo non ci deve fare abbandonare il progetto di creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile nel medio-lungo termine. Quello sul digitale e banda larga può essere un formidabile investimento per uscire dal guado. L’accesso a Internet a banda larga, oltre a essere considerato un servizio universale, deve essere inteso anche come bene comune, al mantenimento e allo sviluppo tecnologico del quale tutti gli operatori dovranno contribuire. Occorre creare la società della Rete sostenuta anche da fondi della Cassa depositi e Prestiti e lanciare un grande e ambizioso progetto di passaggio da una rete oggi in rame a una in fibra ottica.

Le scelte politiche in Italia

Se vi ricordate, qualcuno aveva promesso che gli sforzi del Paese si sarebbero orientati sulle “3 I”: Inglese, Impresa e… Internet.

Tralasciando i primi due, avrete notato che per Internet non si è fatto pressochè nulla, il piano Romani è rimasto sulla carta e il digital divide è sempre lì.

Io (ma sono confortato da diversi CEO di Operatori e ISP italiani) penso che si sia preferito investire sulla televisione digitale terrestre piuttosto che su Internet per tenere sotto controllo un concorrente assai scomodo e pericoloso: la rete stessa, ovvero Google e la sua YouTube!

Se voi foste a capo di un impero fondato sulle televisioni, cosa pensereste di notizie tipo Three YouTube Channels Exceed 17M Viewers Each (ci sono almeno 3 canali di YouTube che fanno più audience del programma Sunday Night Football della NBC) ?

Take Machinima for example. Its 17.7 million viewers in August exceeds the average number who watch NBC’sSunday Night Football. The mostly under 35, male-skewing Machinima audience sticks around, too, for a monthly average of 70 minutes per viewer. And that doesn’t count the additional millions who watch its videos on Machinima.com. Its most popular shows include Warner Bros.’ Mortal Kombat: Legacy and the Machinima original zombie apocalypse series Bite Me.

Ma per la serie Meglio tardi che mai, sembra che nella Legge di Stabilità, sperabilmente probabilmente l’ultima azione legislativa dell’attuale Governo, conterrà misure per lo sviluppo della banda larga.

La stessa Unione Europea da tempo spinge il Governo italiano in questa direzione e questa volta sembra voglio vederci chiaro.

Sebbene i soldi per la banda larga siano apparsi e subito scomparsi già diverse volte negli ultimi tempi, diciamo che da oggi si apre uno spiraglio di speranza.

Report di Ericsson
Report di McKinsey
Report di A.T. Kearney
Digital.it
Appello di AltroConsumo

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