[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_044435.jpg[/image]

Oggi ti vado a mettere a posto lo scantinato di casa, apro uno scatolone e che vi trovo dentro? Quasi 14 chili di heavy metal puro di 81 anni fa! Dopo una bella sessione di aria compressa e lucidatura è come nuova, scorre perfettamente e scrive ancora che è una bellezza, senza mai incastrarsi. Felice come un pupo mi metto a scrivere qualche paginetta col sorriso sulle labbra, il rumore secco e netto dei martelletti che premono sul nastro… il “ding” del campanello a fine corsa… Beh, confesso che mi son quasi commosso.

Un po di note storiche sulla Olivetti M40…

L’erede della M20 e della M1, rispettivamente la seconda e la prima macchina da scrivere prodotta in serie in Italia dalla Olivetti, era ancora prodotta ed assemblata a mano ad Ivrea, registrando ogni suo albero con minuziosità certosina. I primi modelli come il mio richiedevano ben 12 giorni l’uno per essere completati (a differenza degli oltre venti per la M1 del 1900), mentre quelli dal ’39 in poi circa 5 giorni l’uno, complici la complessità diminuita e l’impossibilità di registrare gli alberi.

La linea elegante, classica e funzionale fu così ben accolta da incrementare la produzione della macchina a livello inimmaginabile, tanto che quasi ogni testata giornalistica ne aveva almeno una decina. L’ergonomicità fu messa in primo piano, ponendo per esempio il selettore di colore del nastro sulla parte anteriore della macchina, in posizione comoda e intuitiva, di solito esso veniva posto sul fianco del nastro.

I nastri monocolore si invertivano automaticamente una volta usurati tramite un occhiello che li invertiva automaticamente una volta terminato, scavallandolo e invertendolo durante il trascinamento del carrello. I margini anche erano totalmente impostabili, e una spina di gomma in una scanalatura regolabile permetteva di registrarli con un’ottima precisione.

Le più ricercate attualmente sono le Olivetti Pre-200000 numero seriale, quelle prodotte con materiali di pregio e rifiniture, in quanto l’avvento della seconda guerra mondiale fece proseguire la produzione a regime diminuito, sostituendo lacche e materiali usati con pezzi più economici. L’elemento che spicca di più tra le due “annate” è la scritta in smalto dorato “Olivetti” posta sull’alimentatore del carrello, in corsivo quella della prima serie, in un più rigido e formale Courier quello delle successive.

Disponibile anche nella versione a carrello lungo per formati cartacei differenti, la M40 è stata LA macchina da scrivere che ha dettato la fama e la fortuna dell’Olivetti.

E ora una piccola galleria, nella quale si vede chiaramente (ultime foto) la differenza tra una M40 pre bellum e una M40 prodotta negli anni della guerra.

Ps, dato che non so perchè ma non mi fa inserire una gallery o non riesco a capire io come si fa ora, vi rimando a questo sito dal quale ho pescato le foto.