È cominciato alle 19:09 di oggi, ora italiana, il keynote di Facebook, aperto da una delle musiche più truzze che si siano mai sentite, degne di un film d’azione di serie c (sperando che questo non anticipi l’uscita di Blade 4), in uno scenario di finte piante tropicali e divanetti color crema di quel tessuto che trattiene la polvere meglio dei battiscopa.
Dan Rowinski, giornalista di Read Write Web, si premura di descrivere la situazione cinguettando in un ReTwit:
Rapporto uomini – donne: 100 to 1. Nerd contro non-nerd: 100 to 1. Miliardari- Non miliardari: 1 to 100
Alle 19.15 appare finalmente il CEO Mark Zuckerberg, ma in realtà si tratta di un simil sosia con una carica degna dello Steve Ballmer dei vecchi tempi, e parodiando un altro Steve scalda la folla urlante al grido di “Cambieremo il mondo“. Non si è mai visto uno sketch così triste. Nemmeno quando, dopo 5 minuti di pagliacciate, si presenta sul palco il vero Zuckerberg, costretto in una gag su chi sia il vero milionario.
Il live strema raggiunge le 100.000 persone e si comincia a fare sul serio.
Come si era vociferato nei giorni scorsi ci troviamo davanti ad un mayor redesign del Wall.
[title]La Bacheca Timeline [/title]
The story of your Life:
All your stories
All your apps
Express who you are
Se fossi il creatore del twenty ten WordPress Theme mi sarei leggermente offeso nel non vedermi citato nei credits.
Di primo acchito infatti sembra di trovarsi in un ambiente completamente diverso da quello al quale Facebook ci ha abituato fino ad oggi (e per questo emulato senza troppi sotterfugi da Diaspora e da G+). Sembra più una pagina web o effettivamente un incrocio tra myspace dei tempi che furono e un blog.
Distacca un header impegnativo, nel senso che abbraccia buona parte della testata con un immagine che dovrebbe definire la personalità del proprietario del profilo.
Questa infatti è la mission del nuovo Facebbok. Per usare le parole di Zuckerberg:
Nessun fatto è troppo grande o troppo piccolo per poter essere condiviso
Quello che cambia radicalmente è la concezione delle dimensioni in cui ci si muove nei profili. Nel senso che ad altezza e larghezza viene aggiunta una terza dimensione che non è la lunghezza (anche per loro evidentemente il 3d ha cotto il razzo), bensì il tempo. La bacheca è scorrevole tramite scroll down e permette di ripercorre temporalmente tutte le attività dell’utente saltando di anno in anno. Anche i contenuti adesso si possono visualizzare come una content timeline (foto, video, addirittura le mappe dei posti frequentati)
[title]Le Apps Open Graphs [/title]
Sicuramente questo è il cambiamento più grosso (anche se potrebbe non sembrare).
Riportando ancora una volta le parole di Zuck:
OPEN GRAPH
A new class of apps
– Frictionless experiences
– Realtime serendipity
– Finding patterns
Le Apps vengono suddivise in 4 categorie.
Comunication, Games, Media e Lifestile.
Il concetto che sta alla base di questo cambio è che anche le apps debbano servire per raccontare la storia della propria vita, con la differenza che d’ora in poi non romperanno più le scatole tra i feed degli utenti (già, non voglio sapere quanti km avete corso con Nike Plus o quanti maialini avete sgozzato a Farmville). Verrà aggiunto un box chiamato tackle che servirà da aggregatore di tutte le notizie relative a tutti gli ambiti di open graph.
La gamba è lunga, e il passo ancora di più. Il pulsante “like” verrá presto soppiantato dai concetti read, watch, listen.
You don’t have to like a book, you can just read a book
M. Zuckerberg
Non vi sto a tediare su tutto ciò che è stato raccontato nei dettagli (tanto tra un po’ lo proverete in prima persona o per chi avesse impostato l’inglese come lingua si può notare già qualche cambiamento), ma vi basti sapere che è stata resa meno “frictionless” la condivisione dei contenuti e per favorire il tutto sono stati presi vari accordi commerciali per potenziare questi aspetti.
Per quanto riguarda i media, stiamo parlando fondamentalmente di tre ambiti: musica, televisione e news.
Sul versante musica è stato finalmente rivelato il tanto chiacchierato accordo con Spotify (con tanto di cameo del CEO di Spotify Daniel Ek). La condivisione sarà automatica e si potranno ascoltare direttamente da Facebook le canzoni che stanno ascoltando i propri contatti in tempo reale. Discorso analogo vale per la televisione, con la differenza che su questo versante l’accordo è stato preso con Netflix. Per quanto riguarda le news prevale la logica di cercare di non far uscire gli utenti a caccia di link dal sito di facebook: si aprirá un pop up con l’articolo condiviso nell’angolo in basso a sinistra dello schermo.
Per quanto riguarda i giochi, ne è stato semplificato l’accesso. Facendo click sull’icona di un gioco condiviso da un contatto e apparso nel tickle, il gioco si avvierá in un pop-up sulla sinistra dello schermo.
Lifestile invece è l’ambito più trasversale e, a detta di Zuck, abbraccia tutto quello spettro di applicazioni che si occupano di condividere il percorso di jogging quotidiano, il piatto preferito, il sonnellino pomeridiano e così via. Il tutto integrato perfettamente nelle applicazioni mobile del caso (la facebook app per iPhone 4 appare varie volte nella presentazione).
Per tirare le fila del discorso sulla nuova visione delle apps, si può dire che Facebook stia cercando di renderle maggiormente “friends friendly“, o meglio, più orientata alla condivisione tra contatti.
Per quanto riguarda la time line comincia oggi il beta periods per gli sviluppatori.
Per Open Graph la beta è ancora in roll out e si dovrá aspettare ancora un pochino, ma condivisione music tv dovrebbe essere già disponibile.
Lo so che un buon articolo avrebbe bisogno di qualche conclusione, ma potete rendervi conto dei cambi radicali che questa nuova evoluzione di Facebook comporti. Se mi lasciate qualche giorno proverò a scrivere un altro articolo perché un cambiamento di questa portata comporta per forza grosse conseguenze sia a livello di esperienza utente sia sugli equilibri di mercato (soprattutto con Google e Apple).
Se nell’attesa volete farvi una idea potete andare direttamente sulla pagina di F8 e vedervi i video del keynote, o in altenativa Repubblica.it avrà sicuramente già pubblicato qualcosa.