Seconds Apart

Buondì legaioli, anche oggi approfitto dell’apatia di agosto per segnalare un film horror visto recentemente che pur non avendomi soddisfatto appieno ha comunque avuto il pregio di lasciarmi stupito sotto il profilo della regia e della fotografia. Si tratta di Seconds Apart, ennesima rivisitazione in chiave malefica del mito dei gemelli dotati di caratteristiche speciali.

L’abusatissimo argomento dei fratelli gemelli cattivi e dotati di superpoteri ci è stato propinato da moltissime produzioni, talvolta illustri, come quelle di David Cronenberg con “Dead Ringers” (Inseparabili) o Brian De Palma col suo “Sisters” (Le due sorelle) fino ad arrivare più tardi alle varie pellicole giapponesi e coreane, alcune anche di discreta fattura ed efficacia.

A tornare sul tema troviamo Antonio Negret, regista di origini colombiane con all’attivo poche pellicole, che dimostra una grande finezza dietro la telecamera.

Seth e Jonah (i fratelli Edmund e Gary Entin) sono due gemelli dotati di capacità di controllo mentale. I due decidono di sfruttare la loro dote per realizzare quello che per tutta la durata del film viene chiamato “il progetto”, sorta di documentario video le cui finalità saranno svelate solo nell’ultima inquadratura del film. Il progetto consiste nell’ indurre al suicidio senza un apparente motivo una serie di persone sfruttando le loro paure e i loro traumi più nascosti. Ad indagare sulle morti misteriose arriva il detective Lampkin (Orlando Jones – lo scienziato scalzacane di Evolution), semi alcoolizzato poliziotto consumato dalla perdita della moglie perita durante un incendio. A complicare ulterioriormente la situazione sarà poi Eve (Samantha Droke), che seminerà la gelosia nel rapporto tra i due gemelli facendo la corte a Seth.

Quel che si apprezza sin dal primo minuto di pellicola è la capacità del regista di creare situazioni surreali, asettiche, alternando questi momenti di calma apparente, in cui si percepisce una tensione incredibile, a situazioni di puro delirio. Tanto per capirci, il film inizia durante una festa di liceali dove dei ragazzi, intenti a parlare delle tette delle loro compagne di classe, improvvisamente iniziano a spararsi in testa intanto che i sopravvissuti a questa folle roulette russa, passandosi l’arma di mano in mano, continuano a fare commenti piccanti. Dal fondo della sala dove si svolge la scena si colgono i volti pallidi di Seth e Jonah che con un’esoressione a metà tra sadica soddisfazione e attenzione critica riprendono tutto con una videocamera. Le luci, i colori, le espressioni sono quanto di più ricercato ci si possa aspettare da una scena di questo livello. Davvero notevole lo sforzo visuale.

Purtroppo però il film trova una grande penalizzazione nell’eccessiva lentezza di alcune vicende eccessivamente ancorate ai momenti di delirante surrealità che stridono moltissimo con la dinamicità generale del prodotto. Ad appesantire ulteriormente l’andamento della trama ci sono i flashback del detective Lampkin che fanno ripercorrere la perdita della moglie e pur essendo inseriti a giustificazione dello stato di alcoolismo del personaggio finiscono col rompere inutilmente il poco ritmo che il film piano piano tenta di guadagnare.

Curati gli effetti speciali, per quel poco che sono stati impiegati, e curatissimi gli incubi ad occhi aperti delle vittime dei gemelli. Chiaramente l’intento del regista non è quello di inorridire lo spettatore con ciò che viene mostrato quanto creare il più possibile un lento climax di terrore attraverso un crescendo di tensione continuo. Ciò nonostante non si può fare a meno di apprezzare l’inserimento di tre scene “de paura” piuttosto ben congegate che spezzano molto bene l’apatia generale dando una discreta scossa all’insieme.

Seconds Apart è comunque un prodotto discretamente originale nonostante l’abusata figura del poliziotto alcolizzato e della coppia malvagia.
L’innovazione forse la si trova nel tentativo di Negret di rendere assolutamente credibili le situazioni in cui si consumano gli orrori della pellicola. La festa di adolescenti non è il classico rave party all’americana con siliconate mezze nude, la scuola cattolica frequentata dai ragazzi è perfettamente coerente nel suo bigottismo ed anche le relazioni interpersonali tra Seth ed Eve sono affrontate più che dignitosamente tenendo conto del legame fraterno senza però eccedere in maniera caricaturale.

Ci si domanda come mai il regista abbia voluto dedicare così tanta attenzione al detective relegando ad un’unica scena la giustificazione dell’assurdo rapporto genitori/figli che si vede per tutto l’arco del film. Probabilmente Negret ha volutamente lasciato in incognito l’aspetto per cercare di stupire lo spettatore sul finale. Peccato però che tutti gli indizi disseminati lungo il dipanarsi della trama anticipino di gran lunga la risposta. Resta però l’ultima scena a svelare il motivo che ha protato i ragazzi a sviluppare il proprio “progetto”.

Purtroppo l’idea non è sufficientemente originale e alla fine Seconds Apart risulta semplicemente un film ottimamente confezionato che brilla di un abbozzo di originalità capace di mantenere lo spettatore in attesa dell’effettivo decollo della trama che però non si solleva mai sino in fondo. Non il classico film horror estivo, da vedere con i popcorn ed il cuscino per coprirsi gli occhi, ma qualcosa di più ricercato e purtroppo non del tutto riuscito.

Il trailer
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