Nano e felice di esserlo

Bentornati a Curiosità Spaziali! La rubrica che vorrebbe essere periodica, ma che preferisce essere sporadica.

Per darvi la buonanotte – o il buongiorno se siete già a nanna- stavolta vi racconto di un pianeta felice di essere considerato un nano.

Plutone

Lovecraft, Lowell e Tombaugh

Fino a quasi la metà del ‘900 l’astronomia era un campo molto vago.
Le tecniche erano quelle che erano, gli strumenti erano quel che erano, ma soprattutto, l’astronomia era considerata più un hobby che un vero mestiere.

Gli astronomi si sentivano come degli indagatori dell’occulto mischiati a una maggioranza che preferiva guardare la terra invece del cielo.
E questi indagatori del mistero adoravano il calcolo delle orbite.

Molti pianeti, come Nettuno, sono stati scoperti con questa tecnica.
Ma alla fine del XIX secolo un mistero rifiutava di farsi svelare.

I calcoli teorici delle orbite di Urano e Nettuno differivano fortemente con le loro orbite reali.
Ma cosa causava questa discrepanza?

Molti personaggi illustri, come Percival Lowell e il nostro amato H.P. Lovecraft, ipotizzarono l’esistenza di un nono pianeta. Secondo loro era l’attrazione gravitazionale di questo sconosciuto pianeta a perturbare le orbite dei due giganti gassosi.
Ma oltre ai loro calcoli non avevano gli strumenti in grado di confermare questa teoria.

Nel 1930 però questi strumenti erano disponibili.
Interessato da queste teorie Clyde Tombaugh, un astronomo impiegato presso l’Osservatorio Lowell, si mise a scrutare la volta celeste alla ricerca del pianeta mancante.
Finalmente, il 18 febbraio 1930, egli annunciò la scoperta del nono pianeta del sistema solare, Plutone.

Curiosamente si venne a scoprire in seguito che la teoria di Lowell e compagnia era totalmente sbagliata.
Le missioni Voyager rivelarono che la massa di Urano e Nettuno era stata calcolata in maniera errata. Quindi le loro orbite non sono influenzate in alcun modo da Plutone.
Difatti è difficile che una caccoletta come Plutone possa disturbare questi due giganti.

Un errore permise di scoprire una parte molto importante del nostro quartiere siderale.

Come sei fatto mio caro Plutone?

Plutone è uno sputo in confronto a praticamente tutto quello che esiste nel sistema solare.

Il suo diametro maggiore misura 2300 Km, meno di quello della nostra Luna e di molte altre lune presenti intorno ai giganti gassosi.
La sua orbita è molto inclinata rispetto tutti gli altri pianeti del sistema solare.
La sua atmosfera è composta principalmente da metano e la sua superficie è composta da un miscuglio non omogeneo di ghiaccio d’acqua, metano ghiacciato e detriti vari.

Sembra quasi storpio rispetto agli altri pianeti.

Ma il problema maggiore è che sappiamo veramente poco di Plutone.
Le uniche informazioni che abbiamo su di lui si devono a delle immagini scattate dal telescopio Hubble.

Per questo il 19 gennaio 2006 è stata lanciata la sonda New Horizons.
Questa sonda dovrebbe raggiungere il nostro amato pianetino il 14 luglio 2015, ma purtroppo non si fermerà a lungo.
Il viaggio è troppo lungo e il carburante troppo poco per poter permettere a New Horizons di orbitare intorno a Plutone.

Potrà solo effettuare un fly-by a circa 9000 Km di distanza. Lontano, ma comunque abbastanza vicino da permettere di capire finalmente come è fatto questo strano pianeta.
La sonda poi proseguirà verso la Fascia di Kuiper al fine di scoprire tutto quello che c’è da sapere su questa parte poco conosciuta del sistema solare.

Fun Facts
A causa della massiva distanza tra noi e Plutone, la sonda invierà a i dati registrati a una velocità molto bassa circa 800 bit/s. Quindi ci varranno molto mesi affinché ci invii tutti i dati che registrerà.

Per poter raggiungere il lontano pianetino, al momento di abbandonare l’orbita terrestre, la sonda ha raggiunto i 58536 Km/h. Ciò l’ha resa l’oggetto artificiale più veloce che abbia mai abbandonato il pianeta.

Plutone e i suoi amici

Provate a indovinare. Quanti satelliti ha Plutone?

Scommetto che molti di voi hanno detto uno solo, Caronte.
Plutone ha ben 4 satelliti.
Caronte, Notte, Idra e P4.

Caronte, scoperto nel 1978, è il più grande di essi, è grande circa la metà di Plutone.
E con esso forma un sistema binario unico nel sistema solare.
Tutti e due ruotano in sincrono l’uno con l’altro, mostrandosi sempre la stessa faccia.
Si pensa che Caronte abbia avuto un’origine simile a quella della nostra Luna. Ovvero che sia il risultato di un immenso impatto avvenuto al momento della formazione del pianeta principale.

Notte e Idra sono stati scoperti solo nel 2005 grazie a delle foto scattate dall’Hubble. E le loro dimensioni, sono grandi all’incirca 100 Km ciascuno, fanno capire il perché di questo tardo avvistamento.

P4 invece è il più piccolo di tutti, appena 40 Km di diametro, e indovinate come è stato scoperto?
Esatto, sempre grazie al fidato Hubble.
La scoperta di questo satellite è stata annunciata meno di 24 ore fa -visto? Oltre alle curiosità vi faccio anche un servizio di cronaca in quasi diretta- quindi non ha ancora un nome ufficiale. Ma gira voce che verrà chiamato Cerbero.

Nano fra i nani

Il 24 agosto 2006 L'Unione Astronomica Internazionale ha deciso di riclassificare Plutone come un Pianeta Nano.

Ma perché? Perché Plutone non merita di essere considerato come un pianeta vero e proprio?
Per due semplici motivi.

Uno. Plutone è piccolo, molto piccolo.
Ci sono tantissime lune nel sistema solare che lo superano nelle dimensioni.

Due. Citando la definizione di pianeta nano:

Un pianeta nano è un corpo celeste di tipo planetario orbitante attorno ad una stella e caratterizzato da una massa sufficiente a conferirgli una forma sferoidale, ma che non è stato in grado di “ripulire” la propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni confrontabili

Plutone si trova nella Fascia di Kuiper, praticamente la nursery delle comete. E nel corso della sua esistenza questo pianetino non è riuscito a ripulire dalla sua orbita tutti questi oggetti. Al contrario del resto dei pianeti del sistema solare.
Pensate che l’orbita di Plutone interseca in un punto quella di Nettuno.
Mi sembra un po’ difficile che Plutone ripulisca Nettuno dallo spazio.

Tra l’altro Plutone non è neanche il più grande dei pianeti nani.
Eris è circa 100 Km più grande di lui.

Povero Plutone, non è neanche il più grande nella sua stessa categoria.
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Nuovi amici

Non so voi, ma a me sembrano un po’ troppo fredde, troppo scientifiche, le motivazioni date dall’Unione Astronomica Internazionale.
Preferisco di gran lunga quello che disse Neil deGrasse Tyson quando lo vidi un paio di anni fa a un simposio qui in Italia.

Prendiamo Plutone, e mettiamolo nell’orbita terrestre.
Cosa succede?
Inizia ad evaporare. Inizia a formare una coda.
Di certo i pianeti non hanno una coda!
Quello che penso io è che adesso Plutone sia più felice.
Perché adesso è insieme ai suoi simili.
Plutone non è più lo zimbello del sistema solare. Adesso è insieme a qualcuno uguale a lui.
Ha trovato dei nuovi compagni, dei nuovi amici.

Links
Plutone
Pianeta Nano
P4
Why Pluto is no longer a planet

[Curiosità Spaziali] è la rubrica di Lega Nerd sulle curiosità e notizie riguardanti spazio e astronomia.

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