Il caldo non vi fa dormire? L’insonnia vi fa vagare per casa come delle entità ectoplasmatiche? La noia è schiacciata tra la vostra guancia ed il palmo della mano? Bene! Ci penso io a rovinarvi definitivamente la nottata raccontandovi (per chi non ne fosse ancora a conoscenza) la storia di Ricardo Lopez.

“E chi cazzo è? E che cazzo di connessione c’è tra una canzone di Bjork e un cazzo di titolo senza senso?” si starà domandando qualcuno di voi; leggete e lo capirete.

Tutta la storia si è svolta nel 1996 in Florida, fu lì che il giovane Ricardo si trasferì da Atlanta per lavorare come commesso.

Ricardo è un ragazzo introverso, disordinato, timido, grasso, ma soprattutto solo; un ragazzo di 21 anni che ha come unica passione, come unica devozione, come unica attenzione Bjork.

Nonostante Ricardo non avesse mai incontrato Bjork di persona, egli vide nella famosa cantante una vera e propria ragione di vita, ragione di vita che si trasformò in ossessione sfociando nella follia più cieca.

Ricardo visse da solo in un piccolo appartamento ad Hollywood, cominciò col tappezzare le pareti di quel buco con foto, poster, cartoline, articoli di giornale e tutto ciò che verteva intorno alla cantante dai lineamenti inuit.

Il 14 Gennaio 1996, Ricardo Lopez cominciò a registrare il suo videodiario. Lo scopo era quello di documentare il suo fine ultimo, la pianificazione degli ultimi giorni di Bjork… e dei suoi.

La molla che fece oltrepassare la soglia tra ossessione e pazzia nel soggetto è da associarsi all’unione sentimentale tra Bjork e il musicista di colore Goldie, questo avvenimento, usando le sue stesse parole fu “unacceptable”.

Cosi Ricardo decise di costruire un pacco bomba a base di acido solforico per la sua beniamina, un libro, un dono di un fan sconosciuto, un tomo che, una volta aperto, avrebbe dovuto investire la cantante in pieno volto con il suo letale contenuto.

La decisione venne presa con lucida fermezza, la dimostrazione sta proprio nel suo video diario. Oltre 20 ore di girato che mostrano l’ideazione, la preparazione, e l’invio del suo regalo mortale.

La parte più angosciante e shockante del diario è sicuramente legata al giovane folle, che nel giro di meno di un anno, perde totalmente la ragione sprofondando nella depressione e nella follia giorno dopo giorno.

La maggior parte dei video li girò nudo (anche quando maneggia l’acido), insultandosi, mortificandosi, esibendo la calibro 38 che userà alla fine del suo progetto.

Il 12 Settembre del 1996 Ricardo spedì il pacco, tornò a casa e cominciò l’ultima parte del suo folle e macabro piano.

Cominciò spogliandosi (e te pareva), poi si rase capelli e sopracciglia, dipinse la sua faccia di nero e rosso e dopo aver scritto un messaggio sul muro per l’ F.B.I., ne scrisse un altro su una tela che mise dietro di se.

Ricardo si mise tra la videocamera e la tela per pronunciare le sue ultime parole “This death is for you, Bjork. No… excuse me. For you to see it. And some compensation for the pain that I cause you” [cit.]

“The best of me” recitava la tela, ed alle 2.53 dopo aver ascoltato per l’ultima volta “I miss you” Ricardo premette il grilletto.

Nel 2000, il regista semisconosciuto Sami Saif, sintetizzò le 20 ore di diario in un documentario di circa due ore intitolato [i]The video diary of Ricardo Lopez[/i]; Ana Lagator nel 2009 montò un corto dal titolo “The best of me”.