Primus @ Vigevano

Domenica 26 giugno 2011.
I Primus sbarcano in Italia.
Poteva mancare la delegazione di Lega Nerd?

I Primus visti da BoyOfTime

Visto che siamo ggiovani dentro, ci svegliamo dalla devastazione della notte precedente (“Nerdstock shapeshifted my soul” [auto-cit.]) e dopo aver dormito 3 ore partiamo alla volta di Vigevano con il buon Drugo.
La Drugo-mobile divora i chilometri che è una vera meraviglia nonostante il navigatore faccia cagare.
(Hey! Non è colpa mia se la tecnologia mi odia! N.d.Drugo)

Arrivati in quel pittoresco borgo medievale che è Vigevano, notiamo subito una scottante quanto superflua verità: a Vigevano hanno tutti dei cani di merda.

Ci facciamo strada tra i suddetti, ci facciamo dare indicazioni da un babbo natale in crisi mistica e arriviamo alle spalle del castello sforzesco (dove si svolgerà il concertone).
Tò…guardandoci un po’ intorno chi è che c’è… eh sì…invidiateci pure a morte… Les Claypool e Larry LaLonde intendi ad ammirare scorci medievali…

Drugo: “mr. Claypool?”
BoyOfTime: “Les?”
Drugo: “Sorry mr. Claypool?”

…non ci caga neanche di striscio e scappa via. Ci lanciamo all’inseguimento con la macchina fotografica spianata manco fossimo un gruppo di bimbeminkia ad un concerto di Justin Bieber.
E come si può vedere nella gallery, alla fine we made it! EPIC WIN!

Certo che Les se la tira proprio un sacco..non ci ha neanche rivolto la parola… anyway, passano le ore. Ci rifocilliamo (salamella e birrozzi). Evitiamo le migliaia di cani di merda che infestano il luogo. Ci piazziamo sotto il palco (su cui troneggiano due giganti gonfiabili di Armstrong e Aldrin in tuta da astronauta)…

HOT HEAD SHOW
Al giovane trio fuoriditesta tocca l’arduo compito di aprire il concerto. A me sono piaciuti troppo: completamente ingestibili.

Ritmiche folli (mi hanno ricordato un pò i Don Caballero…un po’ lo Zappa di Leather). Sezione ritmica notevole. Chitarrista/cantante (che scopro adesso essere nientepocodimenochè il figlio di Steward Copeland…) incomprensibile anche durante i discorsi tra un pezzo e l’altro.
Suoni marci e una valanga di tempi dispari e stacchi non-sense.

Consiglio a tutti i fan di Zappa, Captain Beefheart e Primus stessi di dare un ascolto a The Lemon, il loro debut album in uscita ad agosto.

PRIMUS
La bolgia. Si poga dal primo all’ultimo pezzo. Sono arrivato dalla ventesima alla prima fila senza capire come…ho perso tutti…
Si comincia con Those damned blue-collar tweekers e si continua con un susseguirsi di pezzi nuovi (forse troppi?), pezzi storici e qualche problema tecnico.

A parte un paio di grandi assenti (John the Fisherman e My name is Mud tra tutte imho), i Primus propongono live, tutti abbastanza diluiti, capolavori a raffica: Harold of the rocks, American Life, Groundhog’s day, Duchess and the Proverbial Mind Spread, Frizzle fry, Jerry was a race car driver (!!!).
Les ha una presenza sul palco pesantissima e non smette mai di stupire/sperimentare/cazzeggiare.
Un’ora e venti di delizie per le mie orecchie che si chiude degnamente (e ovviamente) con Tommy the Cat.

Concludo dicendo:

Ah baby do you wanna lay down with me?
Say Baby
SAY BAAAABYYYY!!!!!!!!!!!

I Primus visti dal Drugo

Domenica mattina.
C’ho ancora tanto alcool Nerdstock nel sangue, ma cascasse il cielo si parte per i Primus!!!!1!!11!ONE!!

Recupero due scoppiati di Forlì e si parte per Vigevano.
I chilometri filano lisci, fra un mini epic meal al Burger King, l’aria condizionata fissa a 18°C e qualche puntatina ai 180 in autostrada.

Giunti finalmente a Milano recuperiamo BoyOfTime e un suo amico, e qui inizia il dramma.
Improvvisamente al mio navigatore gli gira di farci fare tutti gli svincoli della tangenziale ovest. Comprese le aree di sosta.
Al grido di fanculo Google Navigator iniziamo ad orientarci usando i cartelli stradali e un sestante.

Nonostante i vari tentativi del gps di portarci in Norvegia finalmente giungiamo nella ridente cittadina medievale di Vigevano.
La popolazione del borgo è caratteristica. Gli abitanti si suddividono in pheeghe proprietarie di cani di merda dal dubbio gusto estetico e Babbi Natali adibiti alle indicazioni stradali.

Vagando alla ricerca dell’ingresso al concerto incrociamo un curioso tipo occhialuto che scrutava ferocemente un cartello turistico sulla storia del castello. Eppure mi sembra di averlo già visto…

”Mister Claypool?” Disse Gatta (uno degli scoppiati di Forlì).

Orco Zio! E’ proprio Les Claypool!

Da bravi stalker iniziamo a girargli attorno come degli squali, lanciando ogni tanto un fugace ”Les? Mister Claypool?”.
Les rimane imperturbato come uno scoglio durante una tempesta.
Ma in un momento di distrazione approfitta di un varco e riesce a scappare. Ma BoyOfTime lo insegue manco fosse un ghepardo.

Messo alle strette vicino a un canale Claypool è costretto a subire il classico rito della foto con ii fan.

Dopo un’altra mezz’oretta di vagabondaggio intorno alle mura riusciamo finalmente a trovare l’ingresso, nascosto, del concerto e provvediamo a rifocillarci.
Boy e il suo amico si separano, noi andiamo a saggiare la bontà degli alcoolici locali.

Finalmente i cancelli si aprono e da bravi bimbiminkia ci appostiamo in prima fila sotto il palco, costantemente sorvegliati dal Nerboruto Gino, la Bodyguard.
In attesa del concerto organizziamo i turni per la sosta tattica al cesso chimico e per il riempimento delle bottiglie del vino.
Piccola nota di merito alla birra rossa artigianale che vendevano lì dentro. Semplicemente sublime.

Hot Head Show
Il concerto inizia con questo trio che non avevo mai sentito prima.
Veramente fantastici.

Cambi di tempo assurdi. Una chitarra e una batteria potentissime. E un cantante, figlio del buon vecchio Copeland, che cantava e parlava a circa 120 parole/secondo.

Le 5/6 canzoni che hanno fatto erano veramente bellissime, poco cantate e tanto musicate. Un sound che è piaciuto tanto a me quanto alle 3000 persone che erano venute per i Primus.

Si sono presi una cascata di applausi più che meritata.

Primus
Poco dopo l’uscita degli HHS sulla visiera degli astronauti gonfiabili vengono proiettati dei filmati.
Da buon nerd non ho potuto fare a meno di gridare:
Oh mio Dio! Stanno proiettando Salad Fingers!

Se il mio cuore già batteva a 220bpm, le note iniziali di Those damned blue-collar tweekers hanno seriamente rischiato di farmi venire un infarto.

Che dire del concerto? BoyOfTime vi ha già detto tutto.
I Primus in live sono devastanti, si è sentita la mancanza di alcuni pezzi storici, il fonico era un incompetente e la conclusione con Tommy the cat è stata un’apoteosi del trionfo di questo epico gruppo.

Devo ammettere che questo è stato il primo concerto in cui ho pogato di gusto, e non per vendetta verso quelli che mi sbattevano contro.
Fra gente lanciata sul palco, gomitate varie, joint che giravano più di una giostra e tipe ubriache che ti si strusciavano addosso si respirava un’aria viziata di epicità per tutta la durata dello spettacolo.

Che dire? I Primus sono semplicemente epici.

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