[vimeo]24412432[/vimeo]

[quote]Japan has always been on the forefront of cutting edge robotics. Its roots can be traced back 200-300 years during the Edo period when skilled craftsmen created automata (self-operating machines). Using nothing more than pulleys and weights they were able to make the Karakuri (Japanese automata) perform amazing tasks.
Japans modern day robots can be traced back to the Karakuri. Today Hideki Higashino is one of the few remaining craftsmen who is determined to keep the history and tradition of Japanese Karakuri alive.[/quote]

In Giapponese la parola [i]Karakuri[/i] significa “meccanismi” o “inganni”. [i]Ningyō[/i], invece, è composto da due parti separate: “persona” e “forma”. [i]Karakuri ningyō[/i] può essere quindi tradotto come “burattino” o più letteralmente come “meccanismo dalle fattezze umane che inganna”.

Il padre dei Karakuri è Tanaka Hisashige (18 settembre 1799 – 7 novembre 1881), conosciuto come una sorta di Thomas Edison nipponico. Egli costruì il suo primo automa a 20 anni e lo rese capace di movimenti relativamente complessi, servendosi di meccanismi idraulici. A 21 anni intraprese un tour del Giappone per esibirsi con le sue bambole meccaniche.

Tra i principali tipi di Karakuri esistono:
● I Butai Karakuri, usati nelle rappresentazioni teatrali, che influenzarono il teatro Noh, Kabuki e Bunraku.
● I Karakuri Dashi, impiegati per rievocazioni di miti e leggende tradizionali, durante le feste religiose.
● Gli Zashiki Karakuri, più piccoli e usati come soprammobili nelle abitazioni.

Oggi il più comune esempio di un Zashiki Karakuri è l’automa arciere ([url=http://www.youtube.com/watch?v=7PiG-FA11UM]Yumihiki Doji[/url]) o quello per il servizio da tè (Chahakobi Ninjyo). Questo inizia a muoversi in avanti quando una tazza è collocata su una piastra nelle sue mani. Si muove in linea retta per una determinata distanza, muovendo i piedi come se camminasse, e poi si inchina. Questo segnala che il tè è pronto per essere bevuto; il burattino, infatti, si ferma quando la tazza è rimossa. Quando quest’ultima viene posata, il robot alza la testa, si gira e ritorna da dove proviene. È in genere alimentato da una molla fatta con un fanone della balena, mentre le azioni sono controllate da una serie di leve.

[b]More[/b]:
Karakuri ningyō
Tanaka Hisashige
[url=http://www.dslrnewsshooter.com/2011/05/31/filming-japans-robot-ancestors-using-the-sony-f3-for-aljazeeras-frames/]DSLR News Shooter[/url]
[url=http://vimeo.com/user2932471]Matthew Allard on Vimeo[/url]

Edit: mi scuso per la svista, ma non avendo notato l’articolo in sospeso già scritto da @Steph (con il quale mi congratulo), ho integrato tutto quello scritto da lui e la gallery. Purtroppo non ho potuto pubblicare a nome suo, poiché non è ancora autore, quindi se un admin provvede, va benissimo.