Aloe Barbadensis Miller (Aloe vera)

Disclaimer: l’articolo trattato è stato creato SOLO per scopo informativo. L’uso improprio, o non autorizzato, e l’acquisto di semi o sostanze trattate non rendono l’autore dell’articolo responsabile di eventuali conseguenze fisiologiche.

Pianta grassa della famiglia delle Aloeacee, originaria del centro Africa, cresce principalmente in zone dove il clima è caldo e secco, come nel Mediterraneo o paesi orientali come l’India, Messico, Stati Uniti, Venezuela, Oceania e nelle isole dell’Oceano Indiano.
Di aloe ne esistono più di 250 specie, di cui solo poche usate in ambito fitoterapico e sono, oltre quella enunciata precedentemente: Aloe Arborescens, Aloe Ferox, Aloe Chinensis e quella di cui parlerò tra poco.

Storia: l’Aloe Vera ha trovato applicazioni sin dall’antichità, si parla che i sumeri furono i primi ad utilizzarla in ambito fitoterapico, testimoniate da alcune tavolette.
Si dice che nell’antico Egitto, Cleopatra e Nefertiti usassero la polpa della pianta come crema idratante (infatti dalla pianta si possono estrarre sia il succo che il gel che vedremo più tardi), ma non solo, in alcuni papiri, risalenti al 1500a.C. furono trovate varie formule per usare in modo poliedrico la pianta. Raffigurata nei muri di alcuni templi era definita la pianta dell’immortalità, ed era usata nella pratica dell’imbalsamazione. Usanza tramandata fino ai giorni nostri è quella di piantare una pianta di aloe nei pressi della propria casa, come simbolo di felicità e lunga vita.
In Oriente si trovano testamenti risalenti all’epoca Sung, in Cina intorno al 1276a.C. , dove esaltano le sue virtù terapeutiche.
Cristoforo Colombo in uno dei suoi diari annotava che l’estratto dell’aloe veniva usata come una medicina tuttofare, curando la maggior parte dei mali che colpivano i marinai lungo le traversate oceaniche.

Caratteristiche: la droga della pianta, (e per chi non lo sapesse con droga in ambito fitoterapico si intende la sostanza che contiene il principio attivo della pianta), si ottiene tagliando le foglie alla base, per poi lasciare colare il succo di colore giallastro e dal gusto amaro. Questo è il metodo per estrarre il succo, mentre come detto prima, dall’aloe si può estrarre anche il gel in questo modo: si possono ottenere in vari modi, ma quello basilare è ottenuto attraverso la spremitura o estrazione con solventi, ricorrendo a trattamenti chimici o fisici.
Da notare che il succo e il gel contengono gli stessi principi ma in percentuale diverse tra loro.

I principi attivi della pianta sono costituiti da antrachinoni catartici, dei veri e propri antibiotici naturali in gradi di debellare qualsiasi virus o germi di qualsiasi malattia, composti da C-glicosidi, in particolare dalla barbaloina.
La maggior parte delle specie ne contiene una percentuale che varia tra il 10% e il 20%, fino a raggiungere il 30%. Si scoprì un’aloe della Sri Lanka che nel succo ne conteneva fino a un 57% di barbaloina. La concentrazione è alta nelle foglie mature, e scende nelle foglie più vecchie e nella base della pianta.
La composizione del gel non è ancora molto chiara, anche se si è scoperto che contiene più di un tipo di polisaccaride (contenenti xilosio, galattosio e arabinosio), principi ad attività antibiotica come sostanze minerali e saponine di tipo “ormoni cicatrizzanti”.

Ma vediamo il suo uso fitoterapico: le sue proprietà, oltre quelle elencate precedentemente, sono quelle di: antiinfiammatorio, dove contenendo acidi grassi, campestrolo e B-Sisterolo controlla e debella le infezioni, come gli agenti antisettici naturali. Effetto rigenerante, data dalla presenza di enzimi che oltre a penetrare nel tessuto che ha subito il trauma liberano la ferita dai tessuti morti, mentre gli amminoacidi presenti hanno effetto cicatrizzante, rigenerando il tessuto. Secondo un nutrizionista americano la chiave del potere dell’aloe è la presenza di zuccheri a lunga catena conosciuti come mucopolisaccaridi (mps), presente nel nostro organismo fino a una certa età, nei primi anni di vita, dove riusciamo a fabbricarlo. Poi dobbiamo affidarci a fonti esterne per approvigionarci questa sostanza.
Altre sue proprietà sono quelle di immunostimolante, dove grazie all’acemannano si ha la riattivazione del sistema immunitario e la riattivazione dei macrofagi. Depura l’organismo grazie al gel dove agisce sul sistema digerente e penetra nei tessuti. E’ un valido alimento, visto che contiene proteine, vitamine, amminoacidi, enzimi carboidrati e sali minerali.

Oggi il suo uso commercialo è principalmente come ingrediente nelle tinture composte di benzoino (dove in natura è presente per esempio nella mandorla), usato per la cura della pelle viste le sue proprietà benefica sulla cute.
Come prodotto erboristo viene venduto come bevanda; prodotto con il gel di aloe, diluita con acqua, mischiata con acido citrico e conservanti. Raramente il questi prodotti contengono una grande quantità di succo di aloe.

Curiosità: in America il gel fresco di aloe viene chiamato “pianta di primo soccorso” perchè utilizzata per facilitare la cicatrizzazione delle ferite, visto che riesce a penetrare all’interno dei tessuti colpiti e alleviarne il dolore. E’ un metodo casalingo molto diffuso.
Sotto un esempio della pianta tagliata in due con il liquido al suo interno [more]

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Controindicazioni: L’aloe vera contiene l’aloina, una droga antrachinonica con effetto lassativo e irritativo del colon e (si ritiene) abortivo in gravidanza. Per questo motivo è sconsigliato assumere per bocca preparati a base di aloe vera prodotti in modo artigianale. Presa direttamente da wiki qui e grazie al suggerimento di Kryss.

Se volete approfondire l’argomento vi mando ai link più alcuni più uno dettagliato che ne spiega meglio la parte tecnica ed è questo. Gli altri link utilizzati per la stesura dell’articolo sono qui, quo, e qua.

Bouns del giorno (se lo volete definire bonus):
Nei meandri oscuri delle biblioteca degli Alchimisti è stata trovata recentemente una raffigurazione di uno degli adepti della Lega risalente agli inizi 900. Sotto spoiler la raffigurazione [more]

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Radice di Astragalo (Huang Qi)
Il Cinabro
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