Corso sulle fotocamere per ignoranti 3/3

Prima parte | Seconda Parte

Ecco l’ultima puntata del Corso sulle fotocamere per ignoranti!
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Lo so, lo so.
E’ passato più di un mese dalla seconda parte, ma è da un mese che faccio avanti e indietro dall’ospedale.
Un po’ di pietà, d’accordo?
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Questa volta si parla del mondo delle reflex.

Che cos’è una reflex?
Le reflex sono fotocamere modulari.
Nel senso che a seconda delle varie combinazioni di obiettivi, flash, filtri, ecc ecc, ottieni una fotocamera diversa per ogni tipo di scatto.

Proprio per questo motivo sono le Fotocamere per eccellenza, non è il fotografo che si adatta alla fotocamera, è la fotocamera ad adattarsi al fotografo.

Che vantaggio si trae da tutto ciò?
Come detto prima con le reflex è la fotocamera ad adattarsi al fotografo, il vantaggio che si ottiene da ciò si chiama Creatività.

Con una fotocamera “normale” il fotografo segue uno schema mentale che io chiamo “Riesco a fare la foto che voglio?”.
In pratica egli si crea un’immagine mentale di come dovrebbe essere lo scatto desiderato, per poi pensare se la sua fotocamera è in grado di farlo.

Con le reflex questo schema si nullifica.
Il fotografo continua ad immaginarsi la sua immagine ideale, ma in seguito deve solo montare l’obiettivo e gli accessori adatti allo scatto.

Per farla breve, con le reflex viene evidenziata la creatività, il fotografo è stimolato a realizzare delle immagini che non siano sono la classica diapositiva “Io sono stato lì”, ma che siano soprattutto belle da vedere.

Ciao sono un fotografo wannabe e ho appena comprato una reflex come prima fotocamera, ho fatto bene?
No.

Ciao, ho usato nel corso del tempo varie compatte digitali e ora vorrei passare alle reflex, è possibile?
Si, ma bisogna avere la pazienza per imparare ad usarle.

Come si impara ad usare una reflex?
Usare una reflex non è immediato come usare una compatta digitale, ma con l’approccio giusto nulla è impossibile frase scontata.

Prima fase: l’approccio.
Il mio consiglio è di usare le impostazioni automatiche nel primo periodo di utilizzo. Non tanto perché non si sanno usare i settaggi più avanzati, ma per prendere confidenza con l’oggetto che tenete in mano.
Doppio senso FTW.
In questa prima fase l’obiettivo è capire come si comporta la fotocamera, qual è la foto media che scatta, come si comporta con tanta o con poca luce, ecc ecc.
Per farla breve, capire come funziona una Fotocamera.

Seconda fase: i primi timidi passi.
Dopo questo primo approccio si passa a sviscerare le modalità semi-automatiche della fotocamera.
In queste modalità la macchina lascia al fotografo la possibilità di gestire un parametro alla volta, per poi adattare automaticamente tutti gli altri settaggi per assecondare la vostra scelta.
Queste modalità sono:
Priorità all’esposizione: in questa modalità si regola l’esposizione dello scatto, ovvero quanto luminosa/scura verrà l’immagine. L’apertura e la velocità dell’otturatore vengono settati automaticamente. E’ la modalità “avanzata” più adatta agli utenti meno esperti.
Priorità al tempo di scatto: l’utente deve scegliere la velocità dell’otturatore. Questa modalità è adatta per scattare le “classiche” foto a lunga esposizione.
Priorità all’apertura: in questa modalità si deve modificare manualmente l’apertura. L’apertura, o f, serve a gestire la profondità di campo dello scatto.

Terza fase: full manual
Le prime due fasi erano una passeggiata nei boschi, ora arriva il bello.
Dopo aver padroneggiato tutte le impostazioni singolarmente non vi resta che fare gli sboroni e usarle tutti quante contemporaneamente.
Manualmente.

A questo punto vi potrei dare una pacca sulla spalla e augurarvi buona fortuna, per poi lanciarvi prepotentemente nel violento mondo della fotografia.
Ma dato che sono buono vi fornisco un piccolo vade-mecum:

Esposizione
L’esposizione indica quanto una foto è luminosa/scura. Il suo valore è espresso in Ev, ma dato che i produttori di macchine fotografiche hanno un briciolo di pietà per l’utente medio, di norma è indicata da una scala graduata presente nello schermo e nel mirino.
Su questa scala un’indicatore ci indica l’esposizione rilevata dall’esposimetro della macchina, se esso è perfettamente centrato nella metà della scala vuol dire che la luminosità dello scatto è ben bilanciata, né troppo scura né troppo chiara.
Ma sbilanciando l’esposizione si posso creare molti scatti ad effetto.
Ricordatevi solo due cose:
1_ La parte a destra della scala indica uno sbilanciamento verso il chiaro, la parte sinistra uno sbilanciamento verso lo scuro.
2_ Mai esagerare nello sbilanciarsi! Va bene cercare di creare delle foto “artistiche”, ma cercate sempre di rendere intelleggibile il soggetto dello scatto. Una foto completamente bianca o nera non piace a nessuno.

ISO
L’ISO indica la la sensibilità del sensore alla luce. In pratica un valore dell’ISO basso rende il sensore della fotocamera meno sensibile alla luce, un valore alto lo renderà molto sensibile.
A cosa serve tutto questo? Ad evitare di fare foto troppo chiare.
Di giorno non è necessario una ISO pari a 1600, la quantità di luce fornita dal nostro caro Sole rende più che sufficiente una ISO pari a 100/200.
Di notte il discorso è più complesso. Se scattate la foto senza flash è cosa buona e giusta impostare la ISO a 1600 ed oltre, sempre che non abbiate un cavalletto che permetta uno scatto a lunga esposizione. Se invece usate il flash di norma si usa una ISO pari a circa 200.
Se non sapete quale valore sia adatto al vostro scatto sappiate che il valore dell’ISO influisce sulla scala graduata dell’esposizione, tenetela sempre d’occhio e tutto andrà sempre bene forse.

Velocità di scatto
Questa velocità indica in quanto tempo l’otturatore si apre e si chiude. In pratica una velocità pari a 1/40 indica che si aprirà e si chiuderà in un quarantesimo di secondo, invece una velocità pari a 15” indica che rimarrà aperto per quindici secondi prima di richiudersi.
La velocità di scatto è strettamente legata all’esposizione, per farla breve più veloce è lo scatto meno luce raggiungerà il sensore della fotocamera.
Se state scattando una foto d’estate in spiaggia optate per tempi né troppo lunghi né troppo brevi, il valore giusto dovrebbe essere compreso fra 1/125 e 1/300.
Se invece state scattando con poca luce la velocità va ridotta fino anche a ⅛.
Ricordatevi che il flash va considerato quasi come luce solare.

Apertura
Questo valore serve a determinare la profondità di campo di uno scatto.
La profondità di campo indica l’intervallo di distanza in cui la macchina fotografica mette a fuoco il soggetto.
Le aperture, anche se è meglio chiamarli diaframmi, si distinguono in larghe (1.4, 2, 2.8…) e strette (11, 16, 22…).
I diaframmi larghi danno minore profondità di campo: sono a fuoco gli oggetti compresi in un intervallo di distanze piuttosto stretto.
I diaframmi stretti danno maggior profondità di campo: sono a fuoco gli oggetti compresi in un insieme di distanze più ampio.
Il valore dell’apertura varia da obiettivo ad obiettivo, non è che è un valore fisso per ogni modello di reflex.
Questo valore è riportato sul corpo dell’obiettivo assieme a tutti i suoi altri dati, di norma vengono riportati due valori dell’apertura. Il primo si riferisce a quando l’obiettivo è a “zoom” minimo, l’altro a quando è a “zoom” massimo.
Si potrebbe allora pensare che gli obiettivi diano la miglior resa ai diaframmi più piccoli, ma non è così; la resa migliore è di solito sui diaframmi intermedi. Per i diaframmi più stretti entra infatti in ballo l’effetto diffrazione che tende a creare un disco di confusione al posto di un punto di messa a fuoco chiaro e definito.
Nella messa a fuoco manuale sulle reflex è meglio usare la massima apertura: si ha la massima luminosità e ci si accorge più facilmente se l’obiettivo è fuori fuoco. Dopo aver messo a fuoco si può chiudere il diaframma all’apertura voluta. Questo metodo di messa a fuoco, il più antico, è detto stop-down.
In realtà il metodo stop-down oggi è usato solo in casi rarissimi. Negli obiettivi attuali poi, c’è un meccanismo autofocus che mette automaticamente a fuoco l’obiettivo, e la maggior parte dei fotografi oggi tende a dimenticare l’arte della messa a fuoco!
Ricordatevi anche che minore è l’apertura massima, più luminoso sarà l’obiettivo, riuscendo quindi a far passare più luce permettendo di scattare fotografie in condizioni di minore quantità di luce, a parità di tempo di esposizione.

Messa a fuoco
Sulla messa a fuoco manuale non sto a dire tanto, bisogna semplicemente farci la mano.
Ed è una cosa che bisogna reimparare ogni volta che si prende un obiettivo nuovo.

Sull’auto-focus invece bisogna chiarire una cosa.
Esistono due tipi “principali” di auto-focus:
AF classico: l’ormai conosciutissimo auto-focus dove premi a metà il pulsante di scatto e attendi il bip di conferma della messa a fuoco.
AF Servo: in questa modalità la macchina continua a mettere a fuoco senza soluzione di continuità finché non si preme completamente il pulsante di scatto.
Quest’ultima modalità è adatta per quando bisogna immortalare (attenti! Immortalare, non immolare) dei soggetti in movimento.

Obiettivi
Finora abbiamo visto il lato “software” delle reflex, invece adesso diamo uno sguardo alla loro parte “hardware”.

Gli obiettivi si possono distinguere in tre macro-categorie:

Grandagolo: angolo di visione molto ampio, zoom limitato. L’ottica adatta per scatti di grandi paesaggi e foto di gruppo, non adattissima alla ritrattistica.
I grandangoli sono l’ottica “base”, ovvero quella che di solito ti danno insieme alla reflex, hanno una lunghezza focale compresa tra i 10 e i 50mm.
Sono obiettivi molto luminosi e con un angolo di visione molto ampio, sono particolarmente adatti alle foto paesaggistiche e/o di gruppo.
Non sono adattissimi alla ritrattistica proprio per il loro angolo di visione, bisognerebbe avvicinarsi troppo al soggetto per fargli occupare una porzione degna di questo nome dell’inquadratura.

Teleobiettivo: angolo di visione ridotto, maggiore zoom. Adatta per i primi piani, i particolari o per riprendere soggetti lontani.
I teleobiettivi, o semplicemente tele, hanno una lunghezza focale superiore ai 50mm, e permettono elevati livelli di zoom.
Hanno un angolo di visione molto più stretto rispetto al grandangolo, per questo sono particolarmente adatti ai particolari e ai ritratti. Infatti permettono di inquadrare giustamente i volti senza dover fare una broncoscopia al soggetto, ovvero senza doversi avvicinare troppo.

A focale fissa: in pratica è un obiettivo senza zoom. Questo tipo di obiettivo è meno versatile del corrispondente zoom che includa la stessa lunghezza focale ma, in genere, la qualità ottica è superiore, è più leggero, compatto ed economico. Lo schema di lenti è più semplice per cui è meno soggetto ad aberrazione cromatica di un obiettivo zoom. L’apertura di un obiettivo a lunghezza focale fissa in genere è più grande degli zoom permettendo di scattare fotografie in condizioni di minore quantità di luce, a parità di tempo di esposizione.

Qual è la reflex più adatta all’utente medio?
Dipende.
Dipende da quanto si vuole spendere, dal perché serve una reflex, dalle caratteristiche che deve avere, ecc. ecc.
Non vi sto neanche a dire quali sono i marchi migliori perché ormai tutte le reflex (che appartengono alla stessa fascia di mercato) si somigliano fra di loro, io personalmente consiglierei le Canon, altri -non a torto- consigliano le Nikon, altri ancora le Pentax, alla fine è una scelta personale.
Se ti vuoi comprare una reflex prima ti devi fare un bell’esame di coscienza, perché non è il classico giocattolino che dopo una settimana finisce dimenticato nel cassetto.
Le reflex sono un investimento a lungo termine, e soprattutto costano. Costano tanto.
L’unico consiglio sensato che vi posso dare è scegliere due modelli di due marchi differenti e poi provarli con mano per vedere quale fotocamera vi soddisfa di più.

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