Federico Faggin, l’inventore del microprocessore

Federico Faggin nasce nel 1941 a Vicenza dove si diploma perito industriale nel 1960. Iniziato subito a lavorare alla Olivetti, una delle aziende più importanti al mondo per quanto riguarda l’elettronica a quell’epoca, dove collabora allo sviluppo di un computer, va a Padova a laurearsi nel 1965 in Fisica e lì rimane due anni come assistente del laboratorio di elettronica. Nel 1967 viene assunto alla SGS-Fairchild dalla quale viene mandato in California a lavorare in una consociata: qui sviluppa tecniche e circuiti integrati costituiti da transistori di tipo MOS, tra cui la più importante innovazione del gate di silicio, che permise di creare circuiti integrati su grande scala.

Nel 1970 passa alla ancora esordiente Intel dove entrerà nella leggenda: l’anno precedente un produttore di calcolatori giapponese, la Busicom, aveva chiesto alcuni chip logici per dei calcolatori programmabili e una prima architettura era stata proposta ma l’idea di Ted Hoff era stata messa in pausa giungendo quasi alla rescissione del contratto poichè i vertici aziendali consideravano il progetto poco affine alla mission relativa alle memorie a semiconduttore. Faggin da Aprile per 11 mesi si mise a risolvere tutti i problemi architetturali e a progettare fisicamente quello che diventerà il primo microprocessore della storia, il 4004 (citato sulla Lega qui). Successivamente, quando Faggin lasciò l’Intel per fondare la Zilog, i dirigenti rosicarono tanto da mistificare questa storia ed attribuire la paternità al già citato Hoff, incoraggiando collaboratori minori a prendersi meriti non loro.

Del progetto giapponese venne fuori la famiglia MCS-4, un chipset contente i moduli con codice 4001 (ROM da 256B), 4002 (RAM da 40B), 4003 (shift register da 10 bit per l’I/O) e 4004. Quest’ultimo modulo venne ribattezzato microprocessore.

Questo chip che uscì il 15 Novembre 1971 era inserito in un package a 16 pin e conteneva 2300 transistor, aveva un clock di 740 kHz, 46 istruzioni, 16 registri da 4 bit ed era alimentato a 12V: era già più potente del padre dei computer, l'ENIAC. Sul chip si vede anche la firma ‘F.F.’ (altro che silicon art). Per la cronaca, il 4004 è ancora attivo ed è parte del più lontano manufatto umano: il Pioneer 10.

Nei tre anni successivi ci fu spazio per l'8008, il primo processore ad 8 bit, con clock che poteva arrivare fino a 1,2MHz ed incluso in un package a 40 pin e l'8080, un mostro da 4500 transistor e 2MHz di clock e, cosa più importante, il primo ad accettare gli interrupt, segnali asincroni che comunicano al processore degli eventi -usati in particolar modo per segnalare lo stato di una periferica, al contrario in precedenza il processore doveva farsi carico di andare a vedere lo stato ogni tot tempo.

Qui i due protagonisti si dividono: Faggin lascia a causa di divergenze di prospettiva sul finire del 1974 l’Intel (che pensava ancora ai processori come accessori) per fondare un altro pezzo di storia, la ‘latest integrated logic’ ovvero la ZiLOG.
Nel 1978 l’Intel completa la derivazione dell’8080, chiamata 8086, il capostipite dell’architettura x86 -che infatti è compatibile con l’assembly dell’8080-.

Faggin, dicevamo, fonda la ZiLOG, e nel 1976 viene introdotto lo Z80, il processore più usato di tutti i tempi -dopo che i processori passarono ai 16 bit, venne usato come microcontroller, in totale siamo oltre un miliardo di pezzi venduti-, grazie al cospicuo investimento della Exxon, di cui diventerà una controllata finchè non l’azienda non verrà ricomprata dai dipendenti.

Lo Z80 è in pratica un 8080 migliorato: ha un set di istruzioni compatibile e più completo, nuovi registri, interrupt più semplici, alimentazione semplificata, e tutto ciò a prezzo più basso del concorrente. La fortuna di questo oggettino è stata quella di essere onnipresente in oggetti diversi: dai pc casalinghi, alle console (il Gameboy aveva uno Z80 customizzato), ai sistemi militari, anche perchè la Zilog concedeva il progetto a qualunque società su licenza senza pagamento di royalty, per questo motivo comparve in prodotti Toshiba e nel già citato Gameboy; uscì dal mercato dei computer quando l’IBM iniziò a spingere l’8086 a causa dei suoi contrasti con la Exxon, vivendo della rendita derivata dallo Z80 e le sue applicazioni.

Nel 1980 Faggin abbandona la sua creatura e si dedica alle telecomunicazioni fondando la Cygnet Technologies, da cui uscirà nel 1986. Un’altro pezzo di storia infatti porta anche la sua firma: la Synaptics, azienda produttrice di gran parte dei touchpad sotto i vostri polpastrelli. Nata come azienda di ricerca sulle reti neurali nel 1986, lanciò il primo chip OCR al mondo nel 1991 e nel 1994 il Touchpad (con la maiuscola).

Adesso lavora come CEO della Foveon, innovatrice nel campo dei sensori per fotocamere.

Il 17 Novembre 2010 è stato insignito insieme a Marcian ‘Ted’ Hoff e Stanley Mazor da Barack Obama della ‘National Medal Of Science And Technology And Innovation’ (Medaglia nazionale per la Scienza, la Tecnologia e l’innovazione):


(skippate verso gli ultimi 5 minuti per vederlo anche se Obama che spara cazzate è spettacolare, notizia sulla Lega)

Una intervista successiva al premio concessa ad Antenna 3 Nord Est fa salire anche un po’ di amarezza per cosa è diventata l’Italia.

Tiriamo le conclusioni della storia: se Faggin fosse tornato in Italia dopo lo stage, cosa sarebbe successo? Avremmo computer prodotti dalla Olivetti con processori italiani? La Microsoft esisterebbe?

Fonti:
INFN
www.alfonsomartone.itb.it
Intel4004
TomsHW
ItalianiDiFrontiera

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