I bambini di Golzow
Questo articolo è stato scritto da sommo Giumini, di cui io non sono che l’imperfetto tramite per trasmettere a voi il Verbo.
A partire dal 12 marzo e per altri 12 sabati su Rai tre, all’interno del programma Cose mai viste, stanno trasmettendo “I Bambini di Golzow” (Die kinder von Golzow), il film documentario più lungo della storia del cinema.
Qui sotto un assaggio:
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Lungo più di 42 ore, “I Bambini di Golzow “ è stato girato nell’ex Germania dell’est tra il 1961 e il 2007 dai coniugi Winfried e Barbara Junge; con questa opera, commissionata dal dipartimento documentari della Defa (gli studi cinematografici dell’ex Germania dell’est), l’intenzione del Partito era quella di dimostrare come, grazie al socialismo reale, fosse possibile trasformare una piccola zona arretrata (un piccolo paese a confine con la Polonia) in una area modello.
Una volta affidatogli il progetto i due registi decisero di dimostrare l’ipotesi dei gerarchi producendo la più ampia biografia cinematografica della storia. A cavallo tra un Truman show ante litteram e un esperimento sociologico, i coniugi Junge filmarono e intervistarono i bambini di Golzow scelti per il progetto e li seguirono dai loro primi anni di vita fino all’età adulta, raccontando con le loro vite tutto ciò che accadeva nel mondo e nel loro pensiero visto dagli occhi di persone che vivevano all’interno del modello del socialismo reale tedesco.
Le storie raccontate sono sia di uomini che di donne, accomunati dal fatto di essere cittadini della Repubblica Democratica Tedesca e dell’essere fieri di appartenere a quest’altra parte di mondo dove i valori della famiglia, dello Stato, della società e del lavoro sono il fulcro su cui porre le basi dell’esistere quotidiano.
Sono storie comuni, ma cariche di quel fascino della vita di ogni uomo: bambini che crescono diventano adolescenti, si sposano e affrontano l’esistenza raccontando allo stesso tempo una fetta di storia e di politica Europea.
