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Modi di dire – Seconda parte

Qualche brutto scansafatiche ha pensato bene di abbandonare la nostra rubrica linguistica perciò ho deciso di continuare QUESTO post sui modi di dire. :-D

Saltare di palo in frasca
Questo modo di dire, nonostante risalga almeno al 1549, è ancora estremamente comune e significa passare da un argomento ad un altro senza seguire nessun nesso logico, causando all’interlocutore molta confusione e qualche sporadico “Checazz?!?”

Il palo era il simbolo araldico di un casato nobiliare il quale veniva posto in prossimità del ponte levatoio che portava al castello mentre frasca è un altro nome (utilizzato ancora oggi) per indicare un’osteria.
Dunque saltare di palo in frasca rappresentava il passare da un simbolo della nobiltà a uno plebeo, cambiando quindi completamente e bruscamente contesto.

Salvare capra e cavoli
Il detto si riferisce a chi, con scaltrezza e furbizia, è capace di risolvere una situazione che apparentemente avrebbe imposto il sacrificio di uno dei due interessi opposti appartenenti a essa.

Questo detto nasce da un famosissimo gioco di logica, in cui un contadino deve portare da una parte all’altra di un fiume un lupo, una capra e un cavolo su una barca che, in un viaggio, può trasportare solo una di queste cose senza lasciare che il lupo mangi la capra o la capra mangi i cavoli. Assumendo che il lupo non mangerà i cavoli perché carnivoro e che nessuno mangerà niente in presenza del contadino bisogna trovare la giusta sequenza di movimenti.
Trovare la soluzione può impegnare qualche minuto nella riflessione o qualche secondo nella lettura dello spoiler
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Assumiamo come A la riva di partenza e come B quella di arrivo.
Le mosse in totale sono 7:
1) Portare la capra da A a B (lasciando in A lupo e cavolo);
2) tornare in A;
3) portare il cavolo da A a B;
4) portare la capra da B ad A (così non mangerà il cavolo);
5) portare il lupo da A a B (così non mangerà la capra);
6) tornare in A;
7) portare la capra da A a B.
[/spoiler]

Avere la coda di paglia
Si dice che uno ha la coda di paglia quando si discolpa senza mai esser stato accusato, non avendo la coscienza tranquilla, dopo aver commesso qualche stupidaggine per la quale ha paura di essere schernito.

Questo modo di dire nasce da un’antica favola che racconta di una giovane volpe caduta per errore in una tagliola. La volpe riuscì a trarsi in salvo sacrificando però la coda che rimase impigliata nella trappola. Essendo notoriamente la bellezza delle volpi nella coda la sfortunata aveva molta vergogna nel mostrarsi così, senza la sua parte migliore. Tutti gli animali che la conoscevano ebbero pietà e cercarono di rimediare costruendole una coda di paglia promettendo di mantenere il segreto, tutti tranne un galletto che confidò il segreto a qualcuno e, di confidenza in confidenza, la cosa fu saputa da tutti i padroni dei pollai, i quali accesero un fuoco davanti ad ogni stia. La volpe quindi, per paura di bruciarsi, doveva sempre stare sul chi va là.

A proposito…

Stare sul chi va là
Stare sul chi va là è un altro modo di dire stare in guardia, ovvero stare attenti a tutto ciò che succede intorno.

Questo detto trae chiaramente origine dalla frase chi va là?, pronunciata dalle guardie che sospettano della presenza di qualcuno in un posto off-limits, che hanno il compito di sorvegliare, quindi essa non è altro che una sollecitazione a rivelare la propria identità.

Niente fonti in questo post perché è il risultato delle mie conoscenze unite a qualche ricerca. :-)

Scrabble Nerd è la rubrica sulla linguistica che parla di come sono nati e cosa significano alcuni termini e modi di dire italiani

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