Silicon Biosystems, eccellenza italiana

Quando la microelettronica incontra la biologia nascono le nuovissime tecnologie chiamate lab-on-chip.
Si tratta di strutture tipicamente matriciali, integrate su silicio, che permettono l’analisi in parallelo di un array di migliaia/milioni di molecole o cellule contemporaneamente al fine di studiarne delle proprietà.

Le applicazioni sono molteplici. Un esempio ne sono i microarray “classici”, strumenti che permettono di ottenere il profilo trascrizionale di una cellula in maniera [quasi] immediata.

Ma volevo qui parlarvi di una realtà italiana. Sì, in mezzo a questo schifo, alcune ottime menti riescono ancora ad emergere e portare avanti idee geniali.
Si chiama Silicon Biosystems, e il loro prodotto di punta è il DEPArray.
Il device sfrutta il principio della dielettroforesi per ingabbiare le cellule in modo da identificarle e isolarle. Con questo strumento si possono studiare contemporaneamente fino a 100MILA cellule, identificare quelle di interesse in maniera programmabile ed isolarle spostandole in camere microfluidiche.
Foto del dispositivo:
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A cosa serve?
Due possibili applicazioni immediate sono:
1) Identificare cellule tumorali circolanti direttamente da un prelievo di sangue. In maniera velocissima si riesce a identificare il tipo di tumore a livello molecolare e scegliere adeguatamente la cura personalizzata specifica.
2) Identificare cellule fetali dal sangue materno. Durante la gravidanza (e fino a 2 anni dopo) nel sangue della madre circolano, in bassissimo numero, cellule fetali (del figlio). Isolarle da un semplice prelievo alla madre permette di svolgere le analisi genetiche sul nascituro senza il rischio di una amniocentesi o villocentesi (che causano nell’1% dei casi l’aborto).

Questa azienda ha fatturato nel 2010 400.000€ e prevede per il 2011 un fatturato di 4MILIONI di €, portando gli investimenti in ricerca dagli 1,8 milioni del 2010 a 3,9 milioni di € nel 2011.
E’ un esempio di coraggio nell’investire in ricerca, che ha pagato, sfama famiglie, premia l’eccellenza italiana in Italia e arricchisce il nostro Paese.

Fonti: Le Scienze, marzo 2011.
Posizioni aperte. Sì, proprio così, assumono ricercatori!

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