Il Piccolo Fisico. Nucleare

Per un decennio, tra il 1940 e gli anni ’50, l’americana Gilbert Company ha prodotto il più completo set al mondo dell’Atomic Energy Lab, versione “nucleare” del “piccolo chimico”. Conteneva campioni di piombo-210 (radiazioni alfa e beta), rutenio-106 (beta), zinco-65 (gamma), polonio-210 (alfa), oltre a provette riempite di polvere d’uranio e altro ancora… Tutti i tipi di radiazione si potevano insomma ritrovare nella confezione.
Tra gli accessori, uno in particolare ebbe un successo strepitoso e fu venduto in quegli anni, anche separatamente, in migliaia e migliaia di esemplari: lo spintariscopio, o rivelatore a scintillazione. É un oculare, come di un microscopio, dove da una parte era montata una lente al solfuro di zinco – che faceva da schermo fluorescente – e dall’altra una piccola quantità di radio o di uranio: ciò che si vedeva avvicinando la lente all’occhio era un fuoco d’artificio di strisce luminose provocate dal decadimento del radio o dell’uranio.

All’inizio del ‘900 nessuno pensava che la radioattività potesse essere pericolosa, finché i ricercatori non cominciarono a morirne.
Nel frattempo però: PIÙ BELLE DI NOTTE Il marchio francese Tho-Radia immette sul mercato una serie di prodotti farmaceutici e di bellezza. Rosso vivo, rosso fuoco, arancio… Il rossetto radioattivo a base di torio e radio donava alle labbra tonailità speciali e una bellezza fuori dal comune.

Ma anche dentrifici, creme solari, preservativi “rivitalizzanti” e.. supposte radioattive.

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