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Ieri ricorrevano i 39 anni del ritrovamento di Shoichi Yokoi dopo 28 anni di vita nella giungla.

Shoichi Yokoi (横井 庄一) era membro dell’esercito nipponico, che venne inviato dal suo comando militare, durante la seconda guerra mondiale, nell’arcipelago delle Marianne, nel Pacifico, ed assegnato al corpo di stanza presso l’Isola di Guam, conquistata dalle forze del Sol levante nel 1941. L’isola fu riannessa alla sovranità americana nel 1944, con una massiccia operazione militare delle forze statunitensi: fu a quel punto che Yokoi, assieme ad altri due commilitoni, per non cadere prigioniero di guerra, continuò la sua lotta nascondendosi sulle montagne dell’isola, sfruttando la densa vegetazione.

Per ventotto anni, si è nascosto in una caverna sotterranea della giungla, durante i quali, anche dopo la morte dei suoi commilitoni, morti 8 anni prima del ritrovamento, continuò a portare la divisa imperiale, a nascondersi ed a cibarsi di radici, cortecce e frutti del luogo. Logoratasi la divisa, iniziò a fabbricarsi abiti utilizzando le foglie e le parti morbide degli ibiscus, usando a tal fine gli utensili in dotazione come militare.

La sera del 24 gennaio 1972 Yokoi è stato scoperto nelle giungle di Talofofo da Jesus Duenas e da Manuel DeGracia, due uomini del luogo, e successivamente rimpatriato.

Al rientro in giappone lo choc fu grande, in 25 anni la sua nazione si era radicalmente trasformata. Fedele al primo comamdamento impartito ai membri dell’Armata Imperiale (“Mai arrendersi!”) Yokoi in Patria fu subito considerato un eroe nazionale: dichiarò – appreso l’esito infausto della Guerra per il Giappone e la tragedia di Hiroshima – che doveva vergognarsi a tornare nel suo Paese vivo, perchè evidentemente non aveva fatto abbastanza per difenderlo.

Nel novembre del ’72 si sposò ( le nozze furono combinate, secondo l’usanza locale) e scambiò la sua grotta solitaria a Guam con una vera casa nella prefettura di Aichi dove andò a vivere con la sua nuova moglie Mihoko.
In seguito scrisse un best seller sulla sua esperienza, partecipò a parecchie trasmissioni televisive e, nel 74 corse senza successo per una poltrona alla camera alta del parlamento giapponese e si guadagnò da vivere tenendo corsi di sopravvivenza estrema.

Morì per un attacco di cuore nel 1997, ad 82 anni nel suo villagio di origine, cioè Saori. E’ sepolto al cimitero Nagoya, nella tomba preparata per lui da sua madre nel 1955.

Il suo rifugio è divenuto attrazione turistica e molti dei suoi oggeti utilizzati nella giungla sono ora in esposizione alla biblioteca pubblica di Hagåtña, Guam.

Fonti [url=http://almanaccodelgiorno.wordpress.com/2008/01/23/24-gennaio-1972-shoichi-la-guerra-e-finita/]qui[/url], [url=http://paginedellastoria.splinder.com/post/23936227/shoichi-yokoi-lultimo-giapponese]que[/url], [url=http://www.worldlingo.com/ma/enwiki/it/Shoichi_Yokoi]quu[/url].