Every day the same dream

“Every day the same dream è una variazione esistenziale sul tema dell’alienazione e del rifiuto del lavoro. L’idea era di caricare la natura ciclica della maggior parte dei videogiochi con un qualche significato (il “gioca ancora” non è un game over). E sì, c’è una fine, il gioco si può finire.“ – Paolo Pedercini, Molleindustria
Every Day the same dream è un piccolo videogioco “vagamente esistenziale” (come lo definisce il suo creatore), realizzato in solo 6 giorni per l'Experimental Gameplay Project dalla Molleindustria.
Semplice, minimale, ciclico, avvolgente, delicato e profondo: per “finirlo” ci vorranno circa 20 minuti, che vi consiglio di dedicargli, magari di sera, prima di andare a dormire. Non voglio dirvi di più. Enjoy.
In approfondimento qualcosa di più sulla Molleindustria.
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I videogiochi sono ormai diventati un fenomeno di massa. […] L’intrattenimento elettronico è ora usato per fini pubblicitari, per l’indottrinamento religioso e per reclutare giovani da mandare al macello. E’ chiaro che non possiamo più considerarlo un componente marginale nella produzione di senso, dobbiamo riconoscerlo come un nuovo terreno di scontro culturale e politico.
Occorre mettere in discussione la presunta innocenza dell’intrattenimento. I videogiochi sono vettori di ideologie, espressioni di modelli culturali ben precisi. Fra le righe di ogni codice possiamo intravvedere un sistema di valori che nella maggior parte dei casi è quello nordamericano, bianco, consumista e reazionario.
MolleIndustria non ama i videogiochi, per questo motivo li crea.
Per chi non la conoscesse già, la Molleindustria è lo pseudonimo sotto cui si cela l’unico sviluppatore Paolo Pedercini, pioniere italiano del gaming indipendente e decisamente “politicizzato”. Dal suo sito ufficiale è possibile giocare ad una serie di giochi dall’inconfondibile carica irriverente nei confronti del potere, della società del consumo, dei rapporti tra Chiesa e Stato, tutti con un approccio decisamente ironico e dissacrante. Segnalo per esempio il recente Oligarchy, teso a dimostrare l’insostenibilità di una politica basata sullo sfruttamento del petrolio; Operazione: pretofilia (no comment); il classico Tuboflex, sulla condizione del precariato italiano. Per capirne di più invece delle tensioni sociali e culturali che animano il progetto, consiglio di fare un salto sulla pagina Theory.[/more]