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Negli anni ’70 e ’80 era molto facile imbattersi in questa pubblicità che reclamizzava la possibilità di allevare questi misteriori animaletti dando un senso di onnipotenza ai poveri bambini illusi da quei disegni.
[quote]Il miracolo della vita istantanea![/quote]
[quote]Possono perfino essere ammaestrate![/quote]
Con qualche migliaio di lire ci si poteva sentire dei creatori dando vita ad un piccolo ecosistema di minuscoli abitanti acquatici, a cui elargire il libero arbitrio per poi rimanere ad osservarli mentre si sarebbero rincoglioniti da puntate del Grande Fratello marino e autodistrutti da guerre di conquista.
Invece la verità era un’altra e a quei tempi non c’era una regolamentazione sulla pubblicità ingannevole.
Ciò che si andava ad acquistare era una bustina contenente le uova di un piccolo crostaceo d’acqua salata dal nome di Artemia Salina e dei sali marini.
La particolarità di questi crostacei sta nel fatto che quando la salinità dell’acqua supera una certa soglia (identificabile intorno al 4 per mille), la riproduzione avviene per via partenogenetica, con uova incistate criptobiotiche protette da un guscio isostatico rinforzato, in grado di rimanere in uno stato di quiescenza (criptobiosi) per lunghi periodi – vari anni – fino a quando non si ripresentano condizioni favorevoli al loro sviluppo.
In America sono molto diffuse tanto che hanno un loro sito specifico: http://www.sea-monkeys.com/
Curiosità: Di «scimmie di mare» tratta pure il settimo episodio della sesta stagione di South Park (I Simpson l’hanno già fatto) dove, per l’immissione di sperma umano nell’acqua del loro acquario, le artemiae si evolvono e fondano una civiltà, che avanza fino al punto di autodistruggersi.
Fonti: [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Artemia_salina]Wikipedia[/url] e siti vari