A rischio Chrome OS


A rischio Chrome OS: il sistema operativo sarà terminato o fuso con Android
Brutte notizie per Google Chrome OS. Almeno secondo Paul Buchheit. Colui che ha creato la tecnologia AdSense, e guida il team di sviluppo di Gmail, ha pubblicato un post inquietante nel suo profilo di FriendFeed: “Predizione: Chrome OS sarà ucciso l’anno prossimo (o “fuso” con Android)” (http://friendfeed.com/paul/1af77944/prediction-chromeos-will-be-killed-next-year-or). Una semplice frase che ha generato un’onda d’urto di commenti e valutazioni. Per ragioni differenti. Innanzi tutto perché il sistema operativo del colosso di Mountain View è già nell’occhio del ciclone. Il suo ritardo, per quanto minimizzato dalla società, non è passato inosservato.

Un anno fa veniva promettesso un debutto in grande stile per la fine del 2010 e ora sono disponibili circa 60mila unità di test distribuite a utenti selezionati. L’approdo commerciale è rinviato di un semestre. Altra questione aperta è il rapporto tra Chrome OS e Android: come evolveranno? Saranno simbiotici oppure troveranno altri equilibri? Queste alcune delle domande al lancio della piattaforma derivata dal browser Web per Windows, Linux e Mac OS che ha più che raddoppiato la sua diffusione nell’ultimo anno (oggi ha una quota di mercato superiore al 10%). Ebbene il commento di Buchheit dà voce a una delle ipotesi: che prima o poi Android e Chrome OS sarebbero diventati una cosa sola.

Oppure che uno dei due dovrà ritirarsi per lasciare strada all’altro. Il post dello sviluppatore di Google imbocca la strada più facile, perché fa vincere il sistema operativo più voga e in crescita del momento (Android). Chrome OS non è certo una scommessa facile: obbliga l’azienda a cimentarsi in un mondo, quello degli Oem e del supporto a produttori e utenti, che è più impegnativo di quanto fatto finora. Anche per questo è stata “limitata” la compatibilità hardware della piattaforma con i computer. Senza contare tutte le problematiche di affidarsi a un ecosistema tutto sommato nuovo e un mercato che è in continuo movimento per quanto riguarda i dispositivi “always on”. Difficile stabilire se la frase di Buchheit sia stata fatta per creare un seguito di voci e commenti, oppure si tratta di un’analisi generata da ragionamenti personali, oppure supportati da informazioni interne non pubbliche, o ancora sarà smentita nelle prossime ore, settimane o mesi. Fatto sta che mette l’accento su alcune questioni lasciate in sospeso da Google. Tanto basta per renderla interessante.

Via IlSole24Ore
[spoiler]Mi scuso per l’assenza di un’immagine più bellina, ma purtroppo ho il tempo agli sgoccioli visto che domani inizio lo stage :D[/spoiler]

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