Ennio Flaiano, un genio a Roma


Ennio Flaiano (Pescara, 5 marzo 1910 – Roma, 20 novembre 1972) è stato uno scrittore, sceneggiatore e giornalista italiano. Specializzato in elzeviri, fu anche umorista, critico teatrale e cinematografico. Scrisse per Oggi, Il Mondo, il Corriere della Sera e altre testate.

Ennio Flaiano è uno dei grandi del nostro Paese e ho l’impressione che pochi lo conoscano come merita.

Sicuramente è stato uno dei maggiori sceneggiatori del nostro cinema, lavorando a stretto contatto con Fellini condividendone le avventure romane e collaborando alla scrittura di quasi tutti i film (Lo sceicco bianco, I vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La Dolce Vita, 8 e 1/2 ecc ecc), Monicelli (Guardie e ladri), William Wyler (Vacanze romane) e poi ancora Antonioni, Blasetti, Dino Risi, Lattuada, Soldati e tanti altri.

Ha scritto opere teatrali, romanzi (tra cui l’imperdibile Tempo di uccidere, quello da cui è stato tratto nel 1991 il film di Giuliano Montaldo con Nicholas Cage e Giancarlo Giannini), saggi e trasmissioni radiofoniche, ma il suo genio si è manifestato soprattutto nella sua sagacia, il suo sarcasmo feroce e l’abilità nel concepire aforismi (spesso citati senza saperne la fonte) degni di Woody Allen o Oscar Wilde:

Coraggio, il meglio è passato.
Ho poche idee, ma confuse.
L’inferno, che l’italiano si ostina a immaginare come un luogo dove, bene o male, si sta con le donne nude e dove con i diavoli ci si mette d’accordo.
L’Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.
L’italiano è una lingua parlata dai doppiatori.
Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura.
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
I fascisti sono una trascurabile maggioranza.
In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti.
Le dittature hanno questo di buono, che sanno farsi amare.
Ha una tale sfiducia nel futuro che fa i suoi progetti per il passato.
La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia.
In amore bisogna essere senza scrupoli, non rispettare nessuno. All’occorrenza essere capaci di andare a letto con la propria moglie.
L’unico modo di trattare una donna alla pari è desiderarla come uomo
Io non sono comunista perché non me lo posso permettere.
Oggi ho lasciato la mia famiglia perché ero stanco di sentirmi solo.
Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà.
In amore gli scritti volano e le parole restano.
Se i popoli si conoscessero meglio si odierebbero di più.
Si può chiedere tutto e l’avrai, poco e non l’avrai.
Leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto.
Sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole.

Se siete pigri potete anche sentirvi la lettura di Dario Vergassola a “Parla con me” della sua visione dell’Italia, vecchia di 35 anni ma spaventosamente attuale:
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