Ho un virus nel PC

Il pianista ingenuo: «Ho un virus nel pc»
E scatta la truffa da 20 milioni di euro

Roger C. Davidson raggirato dai tecnici di un negozio
di assistenza: «Sei vittima di un complotto mondiale»

MILANO – Gli ingredienti per un romanzo di Dan Brown ci sono tutti: l’Opus Dei, un gruppo di sacerdoti polacchi e un misterioso virus informatico. Il personaggio principale di questa incredibile avventura è Roger C. Davidson, un pianista e compositore di New York. I cattivi, o meglio gli impostori, due tecnici di un negozio di assistenza per computer. La trama: un fantomatico complotto internazionale. Che parte da un remoto villaggio dell’Honduras. La storia finisce con due arresti e un “conto” da 20 milioni di dollari.

VIRUS NEL PC – La vicenda, resa nota in questi giorni dal New York Times, inizia nel 2004. Roger C. Davidson, ricco erede dei magnanti del petrolio Schlumberger Ltd che tra le altre cose ha anche prodotto un disco vincitore un Latin Grammy nel 2007, si era recato nel centro assistenza per pc Datalink Computer Products di Mount Kisco nello stato di New York. Voleva far rimuovere un virus informatico dal disco rigido e mettere così al riparo i suoi preziosi file musicali salvati nel computer, un lavoro di anni. E qui entrano in scena i due gestori del negozio: Vickram Bedi e la sua compagna Helga Invarsdottir. Che con una storia assolutamente assurda riescono a convincere l’uomo di essere parte di un autentico complotto. I due, insomma, capiscono subito che quel cliente è decisamente benestante e ancor più ingenuo. Facile da trarre in inganno con un po’ di furbizia.

RICCO POLLO – Il virus informatico, favoleggia la coppia, proviene da un misterioso server situato in un remoto villaggio dell’Honduras, nell’America centrale. Qui, un gruppo di preti polacchi appartenenti all’Opus Dei starebbe pianificando un complotto contro lui e contro il governo degli Stati Uniti. Per farla breve, la coppia di impostori riesce con molta astuzia e qualche ingrediente da spy story a convincere l’autore di Brazilian Love Song di essere in serio pericolo, bersaglio di ministri di culto senza scrupoli. Da bravi venditori hanno però la soluzione a portata di mano: propongono infatti di proteggere il 58enne e i suoi famigliari e, naturalmente, i file musicali. Grazie anche alle loro conoscenze negli ambienti della Cia. Ma la protezione personale dalla terribile minaccia polacca ha un costo: 160 mila dollari al mese. Per sei lunghi anni il ricchissimo «pollo di turno» avrebbe sborsato senza battere ciglio tra i sei e i 20 milioni di dollari complessivi.

LAVAGGIO DEL CERVELLO – La notizia, certo, lascia davvero increduli. E viene commentata con non poco sarcasmo da blog e giornali. «Come abbia potuto credere ad una storia simile è un mistero», commenta Gawker. La scorsa settimana sono scattate le manette; i due impostori erano pronti per partire verso l’Islanda, il Paese d’origine di Invarsdottir. «I sospettati hanno dapprima isolato la vittima e poi cercato di controllare sostanzialmente ogni singolo dollaro che possedeva», ha spiegato il capo della polizia di Westchester, Anthony Marraccini. «Lo hanno fatto in modo sistematico infiltrandosi in ogni aspetto della sua vita, quasi una sorta di lavaggio del cervello».


Via Corriere.it

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