Scontro fra titani

Di solito tra due contendenti voce uno soltanto. Quando due titani si scontrano in una lotta all’ultimo sangue, se le danno di santa ragione fino alla fine, fino a che uno dei due soccombe, esce in silenzio e viene dimenticato. Per una lotta di questo genere le due fazioni si caricano di gente volenterosa pronta a fare di tutto per far vincere il proprio concorrente: tutti cercano la strategia migliore, analizzano le variabili e se scoprono qualche debolezza si adoperano per colmarla. Frequentemente, però, capita che le debolezze sono molte e per sopperire a tali mancanze vengano utilizzati sistemi avulsi dalle regole di una sana competizione; d’altronde i tifosi in delirio ricorderanno per sempre il vincitore, poco male se ha vinto disonestamente.
Così, quando sullo sfondo compare una notizia imponente e pericolosa, ecco che torna necessario creare un avversario, qualcosa che possa contenderle i primato sui giornali e sulle bocche della gente e se il nemico è davvero forte, inattaccabile, ecco che si rende necessario che lo sfidante sia più forte di lui.
Spesso accade, quindi, che l’opponente più bravo, forte, preparato e meritevole, soccombe.

Perciò se io dico che il Bacchiglione ha fatto un gran casino, ecco che molti di voi non sapranno di cosa parlo, mentre se esordisco con “Ruby”, “Minetti”, “Escort” o “Orge con minorenni a base di cocaina” mi riapproprio della vostra attenzione.
Eppure il Bacchiglione è esondato e ha allagato Vicenza e dintorni.
Le cause sembra vadano ricercate in una serie di fatalità: un repentino cambiamento di temperatura ha comportato il veloce scioglimento della neve sui monti sovrastanti, l’eccezionale quantità d’acqua piovana caduta sulle Prealpi Vicentine in un arco di tempo così breve (450-500mm in 48 ore, 92mm a Vicenza fonte Arpav), il vento di scirocco ecc ecc.
Eppure c’è chi non la pensa così, perciò mentre Ruby è su tutti i giornali, Laura Treu del Movimento 5 Stelle punta il dito contro la costruzione della Base Americana in Dal Molin dicendo:

[…] l’area su cui sorge ora la nuova base americana avrebbe potuto fungere da bacino di raccolta dell’acqua come avveniva in passato, invece ora l’estesa cementificazione di quel territorio (584 mila metri quadrati) si aggiunge ad un’urbanizzazione forsennata adoperata nell’ultimo decennio in tutto il territorio provinciale. Nonostante l’argine del fiume si sia rotto alcuni km più a monte, i lavori sul confine nord-est della base hanno previsto l’innalzamento dell’argine a discapito del limitrofo Comune di Caldogno, uno dei più colpiti. Si sa inoltre che è in atto una compressione della falda sottostante il Dal Molin, dovuta alle migliaia di pali piantati per le fondamenta che sottraggono un grande volume utile all’immagazzinamento dell’acqua, come più volte denunciato.

Indangando, infatti, si scopre che qualcosa di drammaticamente vero c’è:
Il sito web del Comintato “No Dal Molin” riporta le parole dell’Ing. Guglielmo Vernau che racconta di come provvedimenti apparentemente sconsiderati presi sul letto del fiume Bacchiglione possano essere stati determinanti per la tragedia.

l’aver alzato gli argini ha impedito che l’acqua trovasse sfogo nell’area del Dal Molin; essa, quindi, ha proseguito la sua corsa devastante verso sud aggravando la situazione delle aree urbane di Viale Diaz, Viale Trento e Villaggio Produttività. In poche parole, la nuova base ha impedito che l’area del Dal Molin costituisse una sorta di camera di compensazione che ritardasse e attenuasse le conseguenze dell’alluvione nella parte abitata della città

La Base Militare, quindi, sarebbe completamente all’asciutto grazie ad un provvedimento preso dal Genio Civile e pagati con i soldi degli Italiani, e mentre Vicenza, Padova e limitrofe sguazzano nel fango e fanno la conta dei morti, nell’area de Dal Molin pare si sia già ripreso a costruire.
Sembra una di quelle storie uscite a posteriori solo per far polemica eppure il Giornale di Vicenza, come riporta lo stesso sito, già il 31 Gennaio 2010 pubblica un monito del Consigliere Comunale Cinzia Bottene della lista civica “Vicenza Libera” nel quale spiega, con un anno di anticipo, che

nel portare avanti una serie di lavori volti alla risistemazione degli argini ha pensato bene di alzare l’argine sinistro (quello verso l’area Dal Molin), lasciando più basso il destro (quello verso la statale Pasubio). In questo modo, in caso di piena, il fiume esonderà verso le residenze dei cittadini poste sulla riva destra del fiume e non rovinerà la meravigliosa oasi naturalistica della Nuova base statunitense in costruzione. Con buona pace del commissario Costa e del Generale William Garrett

Tutto ciò, però, in Tv e sui giornali non trova molto spazio. Provvidenzialmente ha trovato un avversario bello pompato che gli ha tolto spazio. Presto del Dal Molin ce ne dimenticheremo di nuovo e torneremo a parlare della prostituta di turno, ma approfitto degli ultimi squilli di un improvviso e fugace clamore per lasciarne una traccia in rete.

EDIT: qui un articolo de “Il Fatto Quotidiano” di ieri che anche se non strettamente correlato amplia l’orizzonte sul tema trattato.
Grazie a fiolosofodacamera per la segnalazione.

L'Italia delle Emergenze che guarda il dopo e mai il prima
L'Italia delle Emergenze che guarda il dopo e mai il prima
Italia Unita per la Scienza
Italia Unita per la Scienza
La Piena del Mississippi
Rudy VS Ruby
Rudy VS Ruby