Al Cern di Ginevra ricreate le temperature del Big Bang.

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Evento storico nel fantascientifico acceleratore di particelle “Large Hadron Collider” di Ginevra: all’interno della macchina più grande del mondo, i ricercatori sono riusciti a ricreare temperature di migliaia di miliardi di gradi, simili a quelle che probabilmente c’erano nei primi istanti dopo il Big Bang, il fenomeno che diede origine all’intero universo.

Questa notte tra sabato 6 e domenica 7 novembre, tra circa la mezzanotte e le 4 del mattino hanno avuto luogo dentro gli esperimenti di LHC le prime collisioni tra due pacchetti di ioni piombo accelerati ad una energia di 1.38 TeV per fascio.
Si è trattato del primo test di collisione effettuato da LHC con ioni Piombo, quindi i fasci non erano dichiarati “stabili” e per motivi di sicurezza non tutti i rivelatori degli esperimenti erano accesi. “L’esperimento ALICE – spiega Maurizio Basile dell’INFN di Bologna – ha comunque registrato con i rivelatori centrali al silicio (ITS) circa mezzo milione di eventi di interazione che saranno analizzati nelle prossime ore”. Verso le 14,30 di oggi, sono state fatte altre collisioni con fasci instabili. La macchina ha poi ripreso il lavoro per arrivare a collisioni tra fasci stabili.

Federico Antinori, coordinatore dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn) della sezione di Padova non ha dubbi: “Con questi primi esprimenti abbiamo cominciato già a vedere qualcosa e può partire un programma di fisica per studiare il comportamento dell’universo nei suoi primi istanti di vita”.

Per il presidente dell’Infn, Roberto Petronzio,“E’ la prima volta che porzioni di materia più vaste rispetto a singoli protoni vengono sottoposte a temperature cosi’ elevate. Quello che si verifica in queste condizioni è una transizione di fase, ossia qualcosa di simile a quello che accade quando l’acqua diventa vapore o quando un metallo si scioglie”.

Ci sono voluti vent’anni e 9 miliardi di euro per realizzare l’acceleratore di particelle più grande e potente del mondo che corre per 27 km sotto la frontiera tra Svizzera e Francia ed ha la possibilità di lanciare particelle atomiche 11.245 volte al secondo prima di farle scontrare una contro l’altra a una temperatura 100mila volte più alta di quella che esiste al centro del sole. Da oggi, ognuno dei cinquemila fisici del Cern di cui circa 500 italiani, potrebbe dare una risposta all’origine dell’universo, alle sue dimensioni, scoprire le caratteristiche della materia oscura e perfino individuare la famosa particella di Dio, tutti misteri cui gli esperimenti dell’acceleratore di particelle potrebbero dare una risposta.

Insomma, questa macchina potrebbe aprire una nuova Era che cambierà la conoscenza scientifica e anche la percezione che l’umanità intera avrà dell’Universo in cui vive.

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