Fuori Orario (After Hours)

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Un timido impiegato, Paul Hackett, trascorre una notte di terrore e mistero tra le strade più malfamate del quartiere newyorkese Soho, passando attraverso omicidi, suicidi e personaggi grotteschi…


Wikipedia: Fuori Orario (After Hours) è un film del 1985 diretto da Martin Scorsese.

Presentato in concorso al 39º Festival di Cannes, ha vinto il premio per la regia.

Produzione
Interpretato da Griffin Dunne, Rosanna Arquette e Linda Fiorentino, il film è nuovo capitolo nel viaggio intrapreso dal regista italo-americano all’interno di quella grande metropoli (New York) che ha ritratto nelle sue più celebri pellicole, da Taxi Driver fino al recente Gangs of New York.

Originariamente il film doveva essere diretto da Tim Burton, ma Scorsese lesse la sceneggiatura mentre stava avendo problemi finanziari per la realizzazione de L’ultima tentazione di Cristo: Burton rinunciò senza problemi alla regia del film quando Scorsese espresse il desiderio di dirigerlo personalmente.

Fu il primo film di Scorsese, dopo parecchi anni, a non includere Robert De Niro nel cast, ma soprattutto fu il film che, a causa dell’insuccesso commerciale di Re per una notte (1983), costrinse Scorsese ad avvalersi di una produzione indipendente.


Titolo originale: After Hours
Paese: USA
Anno: 1985
Durata: 96 min
Distribuzione: Pic
Cast: G. Dunne (Paul Hackett), R. Arquette (Marcy Franklin), V. Bloom (June), T. Chong (Pepe) e L. Fiorentino (Kiki Bridges)
Genere: thriller/commedia grottesca
Regia: Martin Scorsese
Soggetto e Sceneggiatura: Joseph Minion
Fotografia: Michael Ballhaus
Montaggio: Thelma Schoonmaker
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Jeffrey Townsend

Trama di cinemadelsilenzio a cura di Andrea Olivieri.

Insignificante, normale. E, proprio per questo, colpevole: la storia di Paul incomincia con la più banale delle occhiate, quella alla bionda. Un numero di telefono, l’invito a raggiungerla nella sua abitazione; il tono è quello della commedia, un attimo sopra le righe, perché Rosanna Arquette induce addirittura il protagonista a pensare agli afrodisiaci. E siamo nel taxi: la lunga notte che ci aspetta incomincia a destare qualche inquietudine. Dopo tutto non può essere soltanto perché il tassista guida ad una velocità folle scendendo Manhattan; e nemmeno perché il nostro unico biglietto da venti dollari si è involato dal finestrino aperto. No, piuttosto è il “modo” con il quale Scorsese filma questo prologo, a suggerirci qualche dubbio: sono dei primi piani su degli oggetti apparentemente innocui, delle panoramiche verso delle direzioni immotivate, a sottolineare “vaghe” incertezze.
Eppure, sotto qualche sprazzo d’irreale, tutto ciò rimane tremendamente vero. “Fuori orario” è la cronaca di una notte di piacere, che si trasforma in una notte da incubo. L’itinerario scorsesiano è il medesimo. Quello del brav’uomo (troppo bravo) che vive il proprio calvario. Che, per ottenere la redenzione, deve espiare fino in fondo la propria normalità, la paura di affrontare le proprie inibizioni.
Storia di un’avventura galante; “Fuori orario” è l’incontro con le proprie fobie: dall’impotenza alla castrazione, dall’omosessualità a quella paura della donna che, sotto forme diverse e apparentemente caricaturali, costruisce nel film una galleria di personaggi eguali e dissimili. La perversa, l’isterica o la possessiva.
Costruito su una sceneggiatura perfettamente circolare e conseguente, animato da un’invenzione registica che avvicina perfettamente l’autore a quel burattinaio del bene e del male, “Fuori orario” è un labirinto comicamente assurdo e angosciosamente metafisico. All’interno di questo labirinto si sente vivere, animato da una voglia di creare e di liberarsi, un uomo di cinema. Con una vitalità e una felicità che confortano lo spettatore nell’epoca di tanti effetti così poco speciali.

E’ tra i miei 10 film preferiti :)

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