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Il 10 settembre 1992 faceva la sua comparsa nei negozi il Minidisc, supporto digitale magneto-ottico prodotto dalla Sony, che avrebbe dovuto (potuto) rivoluzionare il mondo della musica.
[quote]Il disco è integrato in una custodia di plastica rigida di 7x7cm che lo protegge dagli urti, dai graffi e dalla polvere e può contenere circa 145 MB di informazione digitale. Grazie all’algoritmo di compressione audio ATRAC di tipo lossy proprietario della Sony (analogo all’MP3) su di un minidisc si possono memorizzare circa 74-80 minuti di audio (il doppio se la registrazione è effettuata in mono). Sebbene sia stato pensato come il successore digitale della musicassetta, il minidisc non ha goduto di una vasta diffusione, a causa del successo del compact-disc (CD) come supporto e dell’MP3 come algoritmo di compressione audio.
Il principale vantaggio del MiniDisc rispetto ai supporti digitali precedenti è che, collegato all’impianto di riproduzione (generalmente un lettore portatile che funziona anche da masterizzatore), è totalmente riscrivibile. Pertanto questo conferisce al MiniDisc una grande versatilità, e si pensava che questa fosse la frontiera ultima della musica su dispositivo portatile, almeno fino all’avvento dei lettori MP3, che hanno una notevole capienza, combinata con una trasmissione file molto più veloce, dato che non implica alcuna masterizzazione di disco.[/quote]
A mio avviso Compact Disc e MP3 hanno solo dato il colpo di grazia ai Minidisc, ma il vero responsabile del suo fallimento è probabilmente stata una errata politica commerciale praticata da Sony che ha tentato di mantenere il monopolio della vendita sia dei supporti che dei lettori, impedendone di fatto una diffusione al di fuori degli ambienti professionali.
[url=http://it.wikipedia.org/wiki/Minidisc] Sony Minidisc (wiki)[/url]