Last Call: il primo film horror interattivo

E’ un vecchio cliché dei film horror: nello scappare dal proprio assassino la protagonista di turno, spaventata, in stato confusionale e spesso mezza nuda, farà di tutto per infilarsi in un vicolo cieco o per finire fra le braccia della morte, mentre lo spettatore non può fare altre che urlare allo schermo: “imbecille non salire le scale che dal tetto non puoi scappare!” oppure “non scendere in cantina, l’assassino è là sotto, non la senti la musica!?”.

Ebbene, ora il giudizio di tutti i disturbatori da film slasher saranno messi alla prova, perché in Last Call i loro suggerimenti saranno realmente ascoltati e modificheranno la storia del film. Realizzato da 13th Street, Last Call è un film sperimentale dalle premesse molto interessanti (magari più per chi al cinema ci va per il semplice divertimento).
Prima della proiezione del film gli spettatori avranno la scelta di lasciare il proprio numero di cellulare su un flyer.

Una volta in sala e durante il film, troviamo la protagonista in fuga da un assassino, e per decidere come scappare dal suo inseguitore lei chiamerà proprio voi. Uno spettatore a caso presente in sala sarà chiamato sul cellulare, e inizierà un dialogo (fittizio) con la protagonista, che chiederà alla persona all’altro capo del telefono come comportarsi in ogni fase del film. “L’assassino mi insegue, devo scendere o salire le scale?”oppure “devo aiutare quell’uomo oppure continuo a scappare?”, e lo spettatore, tramite un sistema di riconoscimento vocale, potrà dare dei semplici comandi come “scappa!”, “destra”, “sinistra” e così via.

A seconda delle decisioni della platea, il film andrà incontro a differenti finali, alcuni buoni e altri meno.
Il problema potrebbe sorgere, nel caso in cui il telefono suonasse ad un tipo come me xD… insomma, imprecare pesantemente sulla protagonista intimandole di mostrarci tutto ciò che ha di più intimo, sarebbe una tentazione troppo grande… non so ancora come la produzione ha pensato di arginare il fenomeno “psiche Laida”, ma immagino, una fine quasi istantanea del film, e probabilmente, anche giustamente direi, il rimborso del biglietto agli spettatori… potrebbe essere un deterrente.

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