William Gibson, Neuromante


Appena ho inziato a leggere Neuromante dentro di me pensavo “ma come catso ha fatto a immaginarsi internet in questo modo?!?!” e dovevo andare a controllare la data di pubblicazione (1984!) dall’incredulità.

William Gibson è l’inventore del concetto di cyberspazio, un uomo dalle capacità visionarie perlomeno impressionanti.

Neuromante parla di Case, un cowboy del cyperspazio appunto, un uomo il cui cervello sfatto dalle droghe sintetiche è un terminale di comunicazione con la rete, è un cane sciolto il cui lavoro consiste nel cavalcare le praterie di dati della realtà virtuale (che lui chiama matrice, vi ricorda niente?) per trovare il modo di penetrare le difese informatiche delle corporation.

Neuromante è la base di tutto, dopodichè la fantascienza che ha a che fare con la rete poteva anche smettere di esistere…

Fa parte della cosiddetta doppia trilogia dello sprawl, assieme a Giù nel ciberspazio (Count Zero, 1986), Monna Lisa Cyberpunk (Mona Lisa Overdrive, 1988) e i racconti della raccolta La notte che bruciammo Chrome (che include Johnny Mnemonic).

L’arte dell’inganno, K. Mitnick
L’arte dell’inganno, K. Mitnick