Il penultimo tassello di Google

Il Next Cube di Tim Berners-Lee usato come primo Web Server

Il Next Cube di Tim Berners-Lee usato come primo Web Server

Premetto innanzitutto che stravedo per Gmail, Wave e mille altre cose di Big G[im].

Visto che gli ultimi post sono dedicati a Google Chrome, e come non si potrebbe in effetti, ne approfitto anch’io per dire la mia perchè voglio sentire qualche campana e qualche nerd sull’argomento.

L’argomento parte dalla lettura di: L’architettura del nuovo web di Tim Berners-Lee. Tutti voi lo conoscerete come il papà del web. Colui che di fatto mise in piedi al CERN di Ginevra il primo webserver e il protocollo http e che ci rende possibile incontrarci oggi.

Ebbene, nelle digressioni del suo testo, Berners-Lee, parlando del Web come strumento democratico, traccia una mappa ideale relativamente alle infrastrutture necessaria per i grandi termini dell’Informazione e della Comunicazione (con la I e la C maiuscole).

Questa mappa assume secondo le sue idee l’aspetto di una piramide. Qui troviamo le varie componenti, suddivise in fette, in livelli insomma, che rendono possibile il Web [un po’ più complesso].

Abbiamo l’Hardware, lo strato diciamo Firmware-Software primitvo (più intrinsecamente rappresentato dai sistemi operativi e db), lo strato delle applicazioni, dedicate all’utente finale, e infine i “contenuti”.

Questi ultimi sono ciò che viene fruito mediante tutto quello che c’è, a ritroso, scendendo dalla piramide. Ora proviamo a pensare a chi voglia fare un utilizzo malevolo della piramide a fini commerciali e/o politici. Pensiamo ad esempio ad un monopolio ove qualcuno voglia diventare il solo fornitore di uno di questi servizi (di queste fette).

Ecco, Tim Berners-Lee, a suo dire, non si è mai preoccupato di questo aspetto e cioè che qualcuno possa accaparrarsi una fetta o un intero piano della piramide. Questo, secondo lui, non rappresenta un pericolo. Tra antitrust, utenti, semplici leggi di mercato, non la spunterebbe.

Tuttavia, egli ci ha sempre messo in guarda dalla “fetta verticale”. Se qualcuno si accaparrasse una linea intera, dalla base alla punta della piramide, producendo proprio hardware, firmware, software e infine propri contenuti.

Ecco questo sarebbe per lui l’utilizzo “sbagliato”. Qualcuno che di fatto avrebbe, in modo probabilmente insidioso, potere di vita o di morte sugli utenti finali.
Che di fatto potrebbe condizionarli come meglio crede  spalancando le porte a scenari fantascientifici o da teoria del complotto che francamente faccio fatica a credere.

Tuttavia… Google ci ha messo a disposizione applicativi fantastici, gratis, e infine in un modo o nell’altro sebbene non abbia proprio contenuti, li filtra e ce li serve “su un piatto d’argento”: vedi Google News o le ricerche che effettuiamo tutti i giorni.

Android è già nelle nostre tasche. Ora si parla anche di Google Chrome OS che presto verrà installato su milioni di netbook.

Quanto dista il passo dalla previsione di Berners-Lee e quanto è largo o stretto questo scenario ? E che pericolo rappresenta ?

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Sempre Google...e il suo telefono
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