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Daft Punk

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I Daft Punk sono degli Dei e dei geni in fatto di musica

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cosa che io non sono
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Ammise (spoiler incluso) Martin Solveig durante un’intervista di radio Deejay.

Sono il duo francese che ha lasciato un’impronta indelebile nella musica elettronica, che ha esaltato la figura dei dj in coppia raggiungendo un’alchimia perfetta e che rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo grazie ai caschi robot dal gusto retro e ai live esplosivi.

Sono Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo, in arte Daft Punk.

From Paris with love

Classe 1975 e 1974, si conoscono nel liceo Carnot di Parigi nel 1987 e come ogni appassionato smanettone iniziano a produrre demo insieme ad altri compagni di scuola. Nel 1992 con Laurent Brancowitz alla batteria (ora è il chitarrista dei Phoenix) Bangalter al basso e de Homem-Christo alla chitarra fondano il loro primo, vero gruppo, i Darlin. Si esibiscono nel Regno unito insieme agli Stereolab e grazie a una recensione negativa della rivista Melody Maker dove vengono definiti

a bunch of daft punk

decidono di sciogliere i Darlin e dare vita nel 1993 al duo che avrà tanto successo, utilizzando proprio quell’appellativo che suona come “stupidi da due soldi”.

Senza mai mettere da parte basso, chitarra e strumenti classici (caratteristica che hanno sempre mantenuto) muovono i primi passi con sintetizzatori e drum machines, i ferri del mestiere che li renderanno famosi a livello mondiale.

Album e altre produzioni

Nel 1994 l’etichetta Scozzese Soma pubblica il loro primo singolo, The new wave e nel 1995 pubblicano Da Funk, tuttora uno dei pezzi più belli che abbiano mai realizzato. Il regista del videoclip
è Spike Jonze, che collaborò tra gli altri con Beastie Boys, The Chemical Brothers, Bjork, Kanye West, REM e Weezer.

Da Funk venne inserita in Homework, il primo vero album, del 1997, pubblicato dalla Virgin Records per la quale avevano firmato nel 1996. Firmare per una major significa avere visibilità, portare la propria musica in giro per il mondo, fattori che abbinati ad un talento straordinario portarono a vendere in pochi mesi quasi 2 milioni di copie worldwide: un esordio stratosferico.

In Around the world un loop iiinfinito di 3 parole e un basso di sottofondo portarono il singolo in testa alle classifiche dance di quell’anno. Un album che univa in modo innovativo House (quella che diventerà la french House) Techno e Elettronica, con un accento particolare sulla scelta di sonorità ’80.

Nell’autunno del 1997 iniziò il Daftendirektour per promuovere Homework in tutto il mondo e durante la tappa di Birmingham fu registrato l’album Alive 1997.

Per molti puristi del genere, Homework rappresenta l’album migliore dei Daft Punk, essenziale, innovativo, totalmente attuale e non contaminato da dance e pop come risulterà essere Discovery del 2001.

Nel 2005 si stimarono 2.5 milioni di copie vendute per questo album che, senza ombra di dubbio, contiene le canzoni più famose del duo: One more Time, Harder Better Faster Stronger, Face to Face, Digital Love e la strumentale Aerodynamic.
Inizialmente i fan di Homework rimasero delusi: il nuovo album strizzava l’occhio al synthpop, alla dance, con pesanti (in alcuni brani pesantissimi) campionamenti di brani disco e funky ’70 e ’80, generi più “commerciali” rispetto a quel melting pot elettronico dell’album d’esordio.
Thomas Bangalter affermò:

This album has a lot to do with our childhood and the memories of the state we were in at that stage of our lives. It’s about our personal relationship to that time.

Le sonorità meno aspre e sicuramente più melodiose garantirono il successo mondiale al gruppo, facendo diffondere la musica dei Daft Punk anche tra chi non ascoltava l’elettronica.
Questo non significa che Discovery fu un album banale, fu semplicemente diverso dal precedente: si avvaleva per esempio di collaborazioni famose come quella di Todd Edwards e Romanthony per le parti cantate di Face to Face e One more Time.

Nella confezione del cd di Discovery fu inclusa la Daft Card, una tessera del tutto simile a una carta di credito recante un codice con il quale sarebbe stato possibile caricare su Daftclub.com i propri remix dell’album. I migliori remix, di autori famosi (Boris Dlugosh, Gonzales e i Neptunes) e meno famosi, furono raccolti nell’album Daft Club, nel 2003.

Nel 2004 esce Human After All. La critica si divise sul giudizio di questo album, prodotto, si dice, in sole sei settimane. Certamente è abbastanza ripetitivo: manca in guizzo, il genio nei brani che racchiude. Si parla di buona musica elettronica, ovviamente, ma manca quello scintillio che non è facile definire.

L’ipnotizzante Technologic, il manifesto Human After All insieme a Robot Rock e The prime time of your life non bastano al fan per esimerlo dal chiedere moar!

Nel 2006 esce la raccolta Musique Vol. 1 1993–2005, con tutti i singoli fino ad allora pubblicati, un dvd con tutti i videclip realizzati e l’inedito Musique, di cui una parte era ascoltabile in WDPK 83.7 FM dell’album Homework.
Ma il fan vuole moar!

Per fortuna i Daft Punk hanno l’asso nella manica. Due assi nella manica, il tour Alive e l’album Alive 2007 registrato durante il concerto di Bercy, a Parigi.

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Nella loro piramide-console, muniti di Ableton Live, Minimoog Voyager RME e amenità elettroniche varie diedero vita a una serie di live memorabili in tutto il mondo, realizzando mash-up freschi e originali di tutte le loro canzoni, corredati da effetti scenici, luci e cambi di scenografia per un orgasmo visivo e uditivo di prima categoria.
Arrivarono anche in Italia, al Traffic Fest di Torino (oltretutto era gratuito…e me lo persi).

L’album ricevette molti elogi dalla critica, Pitchfork lo battezzò come

the Ultimate Daft Punk Mixtape

ed è considerato una sorta di summa della loro produzione fino al 2007.

Non aggiungerò nulla su campionamenti, mash up, remix che hanno subito le canzoni dei Daft Punk e che continuano a subire, non mi basterebbe di certo tutta la giornata per parlarne. Cito solo Missy-Elliot, Busta Rhymes, Kanye West, JoJo, i Chemical Brothers, Soulwax più un’inifinità di dj e producer dell’ambiente della musica elettronica.

In DJ Hero e DJ Hero 2 è possibile sceglierli come avatar per il proprio dj e sono presenti alcuni mash-up delle loro canzoni.

Lasciando per un momento la musica, tra le chicce c’è la collaborazione per 2 spot Adidas della linea Star Wars, in particolare nel secondo spot li possiamo vedere entrare nella cantina di Mos Eisley e parlare con Han “shot first” Solo.

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Il 19 di ottobre è stato rilasciato dalla loro prima casa discografica, la Soma, un inedito del 1994, Drive, dallo stile volutamente grezzo e diretto come alcuni brani di Homework.

Per il futuro le notizie sono poche e incerte: erano circolate voci su una possibile partecipazione al RockNess 2012 (insieme ai Justice) ma nella line-up ufficiale presentata non c’è traccia.

Personalmente da grande fan aspetto un album che mi riconfermi la bontà della musica prodotta fino a Human After All, voglio l’arrosto, mi sono stancato del fumo di remix, comparsate in videogiochi, spot ecc.

Film

Nel 1999 i videoclip realizzati per Around the World, Da Funk, Burnin, Revolution 909, Fresh e Rolling & Scratching vengono raccolti in D.A.F.T.: A Story About Dogs, Androids, Firemen and Tomatoes un film a episodi senza trama.

Nel 2003 viene alla luce Daft Punk – Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem, un anime a tutti gli effetti realizzato sotto la supervisione di Leiji Matsumoto, padre di Capitan Harlock. La colonna sonora è l’intero album Discovery, per il quale sono stati ricavati i videoclip dei singoli brani.
Già ne parlarono su LN qui.

Nel 2007 esce Electroma che si discosta molto dalle due opere precedenti, pensate per l’home video. Rappresenta l’esordio alla regia per i Daft Punk, anche se le musiche non sono state realizzate da loro.
L’anteprima del film fu proiettata al Festival del Cinema di Cannes nel 2006, fuori concorso. Il film, completamente muto, parla di un mondo di robot dove due di essi intraprendono un viaggio per diventare umani, tra lande desertiche che ricordano molto la preistoria di Kubrick in 2001: Odissea Nello Spazio, inquadrature fisse lunghissime e musiche alienanti. Molto lento, molto concettuale.

Tron: Legacy Ost

There’s more latitude to experiment with an orchestra than an 808 drum machine and synth.

Thomas Banglater sottolineò l’intenzione di avvicinare i propri fan al mondo della musica classica, ammettendo che il progetto legato a Tron è stato il più complesso e impegnativo al quale il gruppo abbia mai lavorato (considerate che hanno collaborato con un’orchestra di 90 elementi con 0 esperienza nel campo).

We knew from the start that there was no way we were going to do this film score with two synthesizers and a drum machine

Affiancati dal produttore Mitchell Leib e da grandi fan dell’originale Tron, visto in tenera età (avevano 8 e 7 anni nel 1982), hanno prodotto una colonna sonora di notevole impatto e potenza, che sostiene il film salvandolo in certi frangenti dalle pecche di sceneggiatura e dalle cattive interpretazioni. Per essere la loro prima esperienza nel mondo delle colonne sonore, il risultato è più che buono, regalando brani epici come The Grid o pezzi puramente eletronici come Derezzed, del quale è stato realizzato anche il video ufficiale.

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Il duo appare come programmi-dj in alcune scene del film, animando la scena del combattimento nel bar di Castor proprio con Derezzed.

Tron: Reconfigured è invece un album di remix della colonna sonora originale, realizzati da vari artisti. Non aggiungo altro perchè trovo che sia stata un’operazione commerciale abbastanza scialba che poco ha a che fare con l’opera originale.

I caschi, i caschi!

Stavo per dimenticarmi di quelle opere d’arte che sono i caschi che indossano praticamente in ogni occasione. Negli ultimi anni sono stati fotografati o intervistati senza solo in pochissime occasioni, con l’obiettivo di far identificare i Daft Punk in quelle maschere e non nei loro volti.

Qui sulla lega si è già parlato della costruzione dei caschi qui e qua perciò mi permetto solo di linkare una breve infografica realizzata dai fan sul forum daftclub.com che ripercorre l’evoluzione dei caschi.

Sul loro sito potete ascoltare ogni brano di tutti gli album pubblicati, sperando possano contagiarvi senza possibilità di guarigione come hanno fatto col sottoscritto.

Fonti:

Wikipedia

Daft Alive

Homework – Album

The Daft Club

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Rinzler è l'autore di "The Making of Star Wars"